Gli spit sono messi a distanza e dove servono; pertanto può essere utile una serie di friend medi e medio piccoli. La via incrocia altri itinerari, aiuta seguire sempre la linea di fix dorati.
Foto del tracciato e altre notizie sono da richiedere al gestore del rifugio.
La via attacca nella parte più bassa della cresta, su uno sperone di roccia/placconata compatta ascendente a sx dove si intravedono i primi spit (colore oro della fixe), praticamente sulla balconata sopra il gh. del Freney.
- L1: Si sale per facili placche sino a comoda sosta (III, un paio di fix).
- L2: facili placche, seguendo lo spigolo (II).
- L3: risalire il diedrino sopra la sosta e superare un piccolo strapiombo (III+/un passo di IV).
- L4: traversare a sinistra su cenge erbose e roccette (I/II), portandosi sul margine che chiude a sinistra una piccola conca che si apre nella parete.
- L5: inizio dell’arrampicata: seguire il diedro-camino sopra la sosta; roccia delicata alla fine (IV).
- L6: breve e divertente; ben protetto. Percorrere il diedro appoggiato che si sviluppa da sinistra a destra sopra la sosta con passi di aderenza, superare un bel muretto verticale e poi, a sinistra, una lama, fino in sosta (V, bei passaggi).
- L7: portarsi a sinistra seguendo per qualche metro una facile cengia, poi innalzarsi seguendo placche sempre più difficili, traversando a destra sotto uno speroncino e salendo poi alla sosta, non molto distante, con passo faticoso; lunghezza esposta, ma ben protetta (V/ un passo di VI azzerabile).NB: è possibile sostare (presente sosta con cordini) a metà del tiro, dopo il traverso verso dx e prima del passo esposto dello speroncino con presa rovescia. Sosta scomoda ma non una cattiva idea per non far tirare troppo le corde in vista dell’uscita “incastrosa” del tiro.
- L8: lunghezza impegnativa, poichè la “spittatura” è più parca rispetto alle altre. Scalare il bel (e tetro, dopo il solare tiro precedente..) camino verticale sopra la sosta; arrampicata faticosa e sostenuta (V+). Utile un friend medio-piccolo, poiché per rinviare al primo spit ci sono comunque 4-5 metri sprotetti con un passo di V.
- L9: superare un muretto appigliato e poi portarsi alla sosta successiva in diagonale a sinistra, attraverso arrampicata facile, ma esposta e su roccia cattiva; sosta un poco angusta (III+).
- L10: lunghezza impegnativa, per esposizione e roccia pessima; scalare i muretti verticali a sinistra della sosta seguendo la linea degli spit (V/V+). Verticale, aereo e sostenuto, roccia a tratti malsicura con terra ed erba. Spittatura non ascellare ma rassicurante, difficile proteggere con protezioni veloci.
- L11: proseguire lungo un vago diedro, divertente. Dopo in diagonale verso destra, e poi per placche; tiro molto lungo (IV, un passo IV+). Sfalsare le corde e allungare i rinvii, all’uscita si tira come muli.
- L12: ancora per placche compatte, puntando ad un’evidente forcella, prima della quale si supera un piccolo salto verticale (III+/un passo di IV).
- L13: dalla forcella seguire la cresta in direzione nord e per placche compatte guadagnare la vetta (saltare la sosta intemedia, una ventina di metri sopra la forcella) (IV nella prima parte, poi più facile).
DISCESA: con due doppie si scende alla forcella.
Discesa: si può scendere sulla via in quanto tutte le soste sono attrezzate per le calate, oppure dalle altre vie moderne.
E’ però preferibile scendere sulla normale in quanto sono state riattrezzate tutte le soste.
Descrizione: dalla sosta ultima si scende sino alla cengia e da li si seguono le calate (inox con catena, nuove) sino al primo nevaio (calate da 25 m tutte della raumer); al nevaio è stato collegato uno spit con grosso anello, così da scendere il nevaio, con una doppia, in sicurezza.
Si va a sx e scendendo per cengie con ometti ben segnalati si raggiunge un ultimo salto roccioso alla sommità del quale è stata attrezzata una doppia da 60 metri che permette di arrivare ai ghiaioni appena sopra al sentiero che posta al Monzino.
- Bibliografia:
- Bassanini - le classiche , Buscaini - Monte Bianco Vol.1