Raggiunto l'abitato di Megolo Mezzo, deviare a sx nei pressi della chiesa e sfruttando una ripida stradina consortile, interamente asfaltata, risalire per un paio di Km il fianco della Valle fermandosi in prossimità dei primi alpeggi (Caslet) dove la strada inizia a spianare.
A destra dell'alpeggio Caslet, parte la strada sterrata che, in circa mezz'ora, conduce all'alpe Castello (mt 730) oltre il quale si prosegue seguendo il sentiero segnalato per l'Alpe Orcocco.
Superata la prima valletta oltre l’alpe Castello, il sentiero oltrepassa un ampia dorsale al centro della quale, nei pressi di una fontana, si stacca una flebile traccia che conduce all’ alpe Bal (il Ballo), segnalata anche dalla presenza di uno scolorito cartello in legno.
Salire fino al più alto degli alpeggi di Ballo e continuare sul sentiero (tracce)che prosegue lungo la dorsale in direzione della rocciosa Cima Turi.
Facendo attenzione a non perdere la traccia, si oltrepassano alcuni torrenti e un bosco di faggi prima di raggiungere l’Alpe Rosso, oltre al quale, si attraversa la vallata per continuare sul crinale opposto che scende dalla cima Crotta.
Entrati nel bosco di faggi, abbandonare il sentiero dove questo inizia ad abbassarsi e continuare a salire liberamente la costa in direzione della Cima Crotta fino al limite degli arbusti, quindi, tagliare in orizzontale tutto il versante dirigendosi al visibile terrazzo dell’Alpe Crotta (ruderi).
Dall’Alpe Crotta con un percorso in senso antiorario si perviene facilmente in circa mezz’ora alla Cima Crotta, evidenziata anche dal Punto Trigonometrico.
Secondo le carte la vera Cima Crotta è quella esistente sulla linea spartiacque Ossola-Valstrona, mentre questa è solo un prolungamento quotato e dall’aspetto ben definito, interamente in territorio Ossolano.
Ottimo belvedere su tutta la Valle Ossola e sulle opposte cime della Val Grande (Lesino-Proman-Pizzo delle Pecore).
Dalla Cima Crotta quotata si continua seguendo il crinale, portandosi così sull’erbosa punta maggiore, oltre la quale si viaggia restando sempre in cresta in direzione della Cima Scaravini, sfruttando la presenza di numerose catene (“Via delle Creste”) che agevolano i passaggi più scabrosi.
Alla base della parete di Cima Scaravini, dove in pratica scompaiono le tracce, abbandonare la cresta e con un lungo traverso pianeggiante, sul versante di Valstrona, raggiungere la dorsale S dove s’incontra l’escursionistico percorso classico proveniente da Massiola.
Senza difficoltà in 15-20 minuti si raggiunge la panoramica Cima Scaravini.
Abbassarsi ora a Est, seguendo ancora la cresta in direzione del vicino Massone, portandosi così al segnalato Colle Scaravini, dal quale s’inizia a scendere nuovamente a Nord in territorio Ossolano.
Appena superata la parte incassata del canale, piegare a destra e superare la visibile crestina rocciosa, oltre la quale si scende, per lo più tra arbusti (qualche segnale) fino a incontrare il bel sentiero segnalato proveniente dall’Alpe Drosone.
Da qui in avanti il sentiero è tutto evidente e ben segnalato con cartelli e bollini b/r; si passano in successione l’Alpe Drosone (Dentro e Fuori), l’Alpe Tagliata, Pianezza Grande e i Casali, prima di giungere a fondovalle in località Anzola d’Ossola