Da Palus San Marco (parcheggio) seguire la lunga poderale in piano con indicazione Biv. Voltolina/Rif.San Marco. Dopo un buon km, lasciare la poderale per il sentiero a sinistra n. 226.
Salire nel bosco fitto sotto le pareti incombenti del Sorapiss (Cadin del Doge), puntando all’evidente guglia rocciosa (Corno del Doge) che taglia in due l’orizzonte.
Arrivati alla base di quest’ultimo si trova un bivio. Prendere la traccia che volge a sinistra (est – n.278) passando sotto una grossa caverna nera ed alcuni tratti attrezzati e con un semicerchio si arriva ad una stretta conca erbosa su cui, 20 minuti più avanti si nota il rosso del bivacco Voltolina.
Qui bisogna fare attenzione perchè le tracce di passaggio si perdono. Avvicinandosi alla parete rocciosa sulla sinistra, si troverà una vaga traccia nella ghiaia con qualche sporadico bollo rosso, che in senso opposto alla nostra direzione, riporta verso nord fino allo zoccolo roccioso della parete. Qui inizia il sentiero attrezzato Sanmarchi, e alta via n.5 (nessuna indicazione – n.280).
Il tracciato segnato da bolli rossi, e qualche cavo, contorna il basamento nord della Croda de Marchi fino alla Forcella Vanedel 2372m, punto di inizio delle Marmarole Centrali. Arrivati nei pressi della angusta forcella rossiccia, non scendere per cavi, ma risalire il pendio roccioso sulla destra (qualche ometto).
Salita alla cima:
Risalire appunto questo facile pendio roccioso con direzione SO. Al disopra si raggiunge una bancata di ghiaia ed erba inclinata. Va risalita tutta fino al suo termine dove scompare in un precipizio. A questo punto spostarsi verso destra dove si noterà un ampio canalone biancastro che taglia tutto il fianco est della nostra montagna. All’inizio lo si percorre al centro con saltini di I/II, poi quando il canalone si chiude in un anfratto, spostarsi sulla sx per salire costole di roccia molto compatta (II) puntando ad un intaglio sulla cresta della vetta. Raggiunto l’intaglio (grosso ometto), occorre traversare su una stretta cengia erbosa verso sud (sx) fino ad incontrare un secondo canalone sotto la direttrice della vetta. Salire sul lato dx del canalone su roccia molto buona chiazzata di muschio (II+ max) fino a raggiungere la vetta pianeggiante segnata con ometto di pietre.
Questa è la cima nord. Per la cima sud che dovrebbe essere pochi metri più alta, occorre percorre tutta la cresta sul filo, non difficile ma richiederebbe almeno 1 ora e 30 tra andata e ritorno.
Per la discesa non vi è altra soluzione che percorrere lo stesso tracciato disarrampicando. Non ho visto ne spit ne cordini per calata.
Da forcella Vanedel alla cima e ritorno sono 400m D+ ed almeno 3 ore di tempo.
Conclusione dell’anello e discesa:
Scendere per cavi alla forcella Vanedel, salire sulle rocce opposte per cavi e staffe. Poi un sentierino sale a zig zag fino ad un pulpito, da cui è possibile vedere tutto l’itinerario appena fatto per la cima. La traccia ora scende di nuovo per un centinaio di metri per poi risalire faticosamente per ghiaie fino alla forcella di Croda Rotta 2600m. Questi sono altri 400m D+ da aggiungere ai 1600 per la cima.
Dalla forcella si apre la vista sull’anfiteatro del Meduce di Dentro, in cui bisogna scendere per 500m con grande uso di cavi e staffe fino alla piatta conca composta da una vasta pietraia. Seguire sempre i radi bolli rossi fino all’opposta cresta che divide la conca del Meduce di Dentro a quella del Meduce di Fuori. Risalire altri 300m (e fanno 2300 in tutto) per sentiero su erba fino alla forcella del Mescol 2424m da cui si ha una magnifica vista su di una grossa cuspide che domina entrambe le conche; Campanile San Marco 2777m.
Ora finalmente è il momento della discesa e già si può vedere il puntino rosso del bivacco Musatti. Sembra facile, ma anche qui 200m di cavi a picco portano finalmente a dei morbidi prati su cui ci si può finalmente sdraiare dopo ore.
Raggiunto il bivacco a 2100m di altezza, non rimane che la ripida discesa nel bosco fino al punto di partenza. Quando tutto ormai sembra finito, inizia invece la parte più rognosa. Il sentiero è poco battuto, infido e con dei salti su roccia scivolosa e con muschio. Anche qui cavi in continuazione tra i mughi. Finalmente dopo 2 ore e 30 si arriva al bosco pianeggiante ed in breve alla macchina.