A inizio stagione invece indispensabili piccozza e ramponi.
Massiccia montagna che domina il sottostante Lago della Rossa. Dalla vetta spettacolare panorama su tutta le cime delle Alpi Occidental, con il Monte Bianco che spunta dietro la Punta d'Arnas.
Nel primo caso proseguire oltre Usseglio fino alla frazione Margone, ultima della valle.
Nel secondo, da Usseglio, frazione Villaretto, deviare a destra per il Vallone d'Arnas, salendo lungo la strada che porta alla centrale idroelettrica del Lago Dietro la Torre. Nei pressi di un tornante si incontra l'Alpe Barnas, si posteggia l'auto negli spiazzi a bordo strada.
Da Margone inoltrarsi nel paese verso nord, incontrando subito una sterrata a servizio dell’acquedotto. Dopo una decina di minuti si incontra a destra il sentiero che sale verso il rifugio Cibrario (cartello). Si sale fra i pascoli fino ad incontrare i binari della vecchia Decauville. Si prosegue sul ripido fino a giungere a un colletto poco a ovest di Monte Bassa.
Si prosegue verso ovest quasi in piano per un lungo tratto finché, giunti alla Fontana della Lera, si incontra il sentiero proveniente dal Vallone d’Arnas.
Per questo secondo itinerario seguire il sentiero indicato dai cartelli per il Rifugio Cibrario, che scende al torrente e lo supera su un ponticello, inerpicandosi ripido nel bosco oltre il torrente . Si percorre un breve tratto pianeggiante verso ovest lungo le rotaie della Decauville per poi riprendere a salire in modo sostenuto sul sentiero ben indicato.
Si raggiunge quindi la Fontana della Lera congiungendosi con il sentiero da Margone.
Dopo un traverso e un torrente si entra nel vallone dominato dalle “Prigioni della Lera”; si attraversa l’incassata forra scavata dalla forza dell’acqua su un ponticello (belle marmitte dei giganti in basso) e con un lungo traverso e dopo alcune svolte ripide si raggiunge il rifugio in un vasto piano, visibile solo all’ultimo.
Alla destra del rifugio si prosegue per il sentiero 118 che, in ripidissimo traverso, tocca il Lago Peraciaval e quindi su pietraia e detriti, sempre ben segnato, giunge al Colle della Valletta.
Si passa sul versante francese e, traversando verso destra lungo la pietraia, seguendo gli ometti si raggiunge la base del vasto pendio sulla verticale della vetta (si intravede la statua in cima).
Si risale faticosamente il pendio su roccette e sfasciumi, con il tratto centrale piuttosto ripido, ma sempre seguendo le tracce piuttosto evidenti e gli ometti.
In vista della vetta il terreno migliora un po’ e si tocca la panoramica cima. Col pendio innevato la progressione risulta più agevole con piccozza e ramponi.
- Cartografia:
- Fraternali