MATERIALE: 2 corde da 60 m; 14 rinvii; una serie di friend sino al n° 3 BD raddoppiare le misure n° 2 e 3, una staffa (facoltativa), normale dotazione alpinistica personale.
Alcuni spit sono stati inseriti per indicare la via.
Dal rifugio Selleries seguire il sentiero n° 339 per i laghi Laus e Manica. Il sentiero inizia per una traccia dal lato sinistra del rifugio e scende in diagonale a sinistra sino ad attraversare un ruscello. Quindi sale direttamente, seguendo verso destra, l’evidente sentiero sino a raggiungere la sommità collinare contraddistinta da un enorme ometto e cartelli indicativi. Da qui proseguire a sinistra: non scendere al Lago Laus, ma mantenendosi alti a mezza costa, seguire il sentiero segnato e superando un breve passaggio fra rocce levigate dall’acqua si perviene alla conca del lago della Manica. Salire ancora a sinistra lungo il sentiero ben segnalato verso il colle di Malanotte. Abbandonare il sentiero e dirigersi a destra verso enormi massi e l’evidente avancorpo del Torrione; seguire quindi i molti ometti tra i massi sino a tracce di sentiero che salgono il ripido canalone e che portano al Torrione Centrale e alle vie del versante Ovest. Per le vie del versante Sud risalire ancora il ripido canalone seguendo sempre tracce di sentiero e ometti sino a raggiungere gli attacchi delle vie di questo versante..
Seguendo il ripido canalone del versante sud raggiungere una rossa e bellissima placca inclinata simile ad un diedro aperto fessurato, contraddistinta al suo vertice da una fessura a destra del filo di spigolo della parete che la fiancheggia. Primi spit visibili, una freccia bianca e una targhetta metallica indicano l’attacco della via. Salire la bella e rugosa placca sino al suo termine (3;4) per poi salire con difficile arrampicata il primo muro con colate nere a sinistra di un angolo roccioso (6b+, 6c). Una zona più appigliata permette di spostarsi verso il centro del muro che si sale, e ristabilirsi uscendo su una cornice (6c). Proseguire nel centro della parte finale del muro portandosi sul terrazzo di fermata (5c). SOSTA 1
Traversare a destra facilmente e lungamente la terrazza detritica, sino a raggiungere la sosta contro la parete al termine della terrazza. Possibilità di proteggere il traverso ad una sosta visibile a sinistra lungo il traverso. SOSTA 1bis.
Salire a sinistra, in comune per una dozzina di metri con la via GRASSI 69, sino a quando questo itinerario si sposta a sinistra per raggiungere il parallelo diedro rossastro e strapiombante. Proseguire direttamente superando un risalto sino sul fondo del diedro nerastro (5b). Salire i primi metri la liscia faccia destra del diedro e portarsi con difficile arrampicata sul filo di spigolo della stessa (6c+); al termine ristabilirsi sulla placca superiore levigata con difficile passo in uscita (7a/b),( lunghezza difficile da azzerare) salire la placca sino ad una comoda fermata . SOSTA 2
Dalla sosta proseguire lungo il diedro inclinato ma liscio (5c) e poco prima di raggiungere il fondo del diedro/camino della via GRASSI 69 superare il muro caratterizzato dalla spaccatura obliqua del lato destro del diedro (6b+). Uscire a destra con faticosa arrampicata (5c) sino ad un comodo terrazzo. SOSTA 3
Salire a sinistra sopra la sosta l’evidente spaccatura (3) e proseguire uscendo diritti ad una zona di terrazze e balze rocciose. Alcuni spit indicano il raggiungimento della sosta prima di una evidente successione di lame (3). SOSTA 4
Salire la successione di lame (5c) sino all’evidente prima fessura a destra dello spigolo che delimita le vie SUPER BIANCIOTTO e Superare la prima parte strapiombante e larga della fessura (6b+), che in seguito si restringe e obliqua leggermente verso destra per poi, allargandosi nuovamente, permette di salire più facilmente sino alla sommità del torrione (5c). SOSTA 5 ( Tiro molto lungo e faticoso da premio oscar )
Riattrezzata da: Claudio Battezzati e Gian Piero Porcheddu il 10-11 e 22 Luglio 2021
Prima libera integrale Andrea Giorda in cordata con Claudio Battezzati e Sabrina Marsili il 10/08/2021