Roccia favolosa e difficoltà non eccessive, possibili varianti in partenza ed in uscita per aggiungere un po' di pepe alla via stessa.
Recentemente sono state sostituite le vecchie soste precarie a chiodi con delle ottime soste a spit con anello di calata. Tutto il resto della via rimane invece attrezzato in maniera tradizionale e piuttosto scarsamente.
Diciamo che 4 dei 5 chiodi presenti in via sono concentrati sul passo duro del terzo tiro, mentre il resto della via rimane completamente da attrezzare. Non vi sono assolutamente problemi a proteggersi con dadi e friends, dato che la via si svolge praticamente interamente in fessura.
Complessivamente D+
Come materiale portare dadi e friends (escludendo le misure grandi), qualche fettuccia, due corde da 50m (in realtà, ne basta anche una, ma in montagna è sempre meglio averne due).
Tempo complessivo dall'attacco: 3 ore
Avvicinamento: circa 3 ore
Discesa: circa 3 ore
Avvicinamento:
dall’autosilo del devero, attraversare tutta l’alpe fin nei pressi del rifugio castiglioni, da dove occorre prendere il sentiero seguendo le indicazioni per il Passo della Rossa e Binn.
Il sentiero in circa un’ora conduce, prima attraversando belle radure, e poi costeggiando il torrente, ai Piani della Rossa (mt. 2075) caratterizzati da un enorme masso che funge anche da ricovero. Continuare a seguire le indicazioni per il Passo della Rossa e Binn, Il sentiero sale a destra, divenendo più ripido, e supera la basionata che sorregge la placconata sommitale del passo della rossa. Nella parte alta si incontra un breve tratto attrezzato con pioli (La scaletta), ed alcune roccette, che conducono sull’altipiano roccioso che caratterizza il Passo della Rossa.
Seguire ancora per un tratto i segni bianco-rossi sull’altipiano stesso, attraverso grossi massi. Quando la traccia segnalata piega decisamente verso sx, in corrispondenza di una valletta con pozza d’acqua, occorre abbandonare la traccia e portarsi verso la base dell’evidente spigoloNO del crampiolo, da qui ben visibile.
Non vi è percorso obbligato, occorre cercare il percorso migliore districandosi tra gli enormi massi. Tendenzialmente, conviene stare prima bassi nella valletta, poi portarsi in alto sotto la parete N della punta Esmeralda, e poi piegare verso sx in leggera salita, sempre cercando il passaggio più agevole.
Raggiungere il punto più basso della spigolo NO del crampiolo e salire nel canale di destra, tra sfasciumi e neve (ad inizio stagione), fino sotto la parete O, caratterizzata nella parte bassa da neri strapiombi.
Conviene fare una ispezione visiva dal basso, ed individuare la prima sosta, ben visibile al di sopra degli strapiombi neri, e tenerla come riferimento.
Descrizione via:
Per la L1 sono possibili 3 varianti:
Variante 1 (originale) La fascia degli strapiombi basali è interrotta da una placca adagiata, sulla perpendicolare della sosta. Salire detta placca aiutandosi con una fessura direttamente in verticale alla sosta (IV), posta alla base di un diedro obliquo appoggiato evidentissimo. Questa variante ha il difetto di attaccare quasi sempre dalla neve, in questo punto ripida ed a volte ghiacciata.
Variante 2 (consigliata) Subito a sinistra della fascia di strapiombi nerastra, vi è un diedro evidente, anch’esso nerastro. Attaccare sotto la verticale del diedro per placche inclinate (IV) e poi superare il diedro vincendo due passi atletici e un po’ strani (VI, da proteggere) fino ad un terrazzino.
Da qui, un’altro diedro camino di circa 6 metri, già visibile dal basso (IV+) conduce ad una cengia rocciosa orizzontale da seguire per circa 10 m a dx, fino ad arrivare alla sosta posta alla base del diedro obliquo.
Questa variante non è descritta in nessuna guida, ma senz’altro non siamo stati noi ad aprirla e qualcuno l’avrà già percorsa in precedenza; a noi ci è sembrata la soluzione più logica e diretta, ed ha il vantaggio di aumentare un po’ l’impegno della via.
Variante 3: si può attaccare più in basso, in comune con l’attacco dello spigolo NO, salendo per rocce rotte allo spigolo stesso (III), percorrendolo finche si traversa a dx alla base del diedro camino di 6 metri descritto nella variante 2.
Percorrerlo (IV+) e portarsi tramite la cengia rocciosa orizzontale alla sosta alla base del diedro inclinato. E’ la soluzione più semplice, ma anche meno interessante delle tre proposte.
L2: risalire il diedro interamente con piacevole arrampicata (IV), dove termina, proseguire per placche appoggiate fino all’evidente sosta.
L3: Lunghezza chiave della via. Dalla sosta, percorrere la fessura che attraversa la placca, dapprima agevolmente (IV+, 2 ch, di cui uno difficilmente utilizzabile) e poi mano mano con più difficoltà (V, 1 ch). Ignorare la sosta posta poco sopra.
Traversare decisamente a dx sotto lo strapiombo (V+, 1 ch), e vincerlo con passo atletico (VI, 1ch. oppure V+ e A1). Poco sopra il passaggio verso dx si trova la sosta.
L4: percorrere la bella fessura che sale in diagonale a dx tra le placche (IV+) per circa 15-20 m, poi abbandonarla per salire in verticale tra placche rotte fino alla ben visibile sosta (IV)
L5: percorrere la spaccatura sopra la sosta, inizialmente molto facile (III-), poi mano mano più impegnativa (III+), finchè non diventa una fessura vera e propria che conduce alla base dello strapiombino finale (IV).
Superare lo strapiombino con un passo atletico (V, 1 ch.) ed uscire leggermente a sx alla sosta, ottima ed evidente ma esposta e non comodissima.
Da tale sosta uscire a dx per facili rocce fino al vastissimo plateau sommitale (piccola croce e cassettina con libro di vetta)
Discesa:
dalla croce individuare gli ometti di sasso che conducono alla cresta O. Percorrerla per un breve tratto prestando attenzione a dove gli ometti indicano di scendere nel canale di sx.
Scendere detto canalone, tra massi e passaggini in roccia, prestando molta attenzione agli ometti. Il percorso è infatti abbastanza tortuoso e malagevole, benchè non difficile.
Il canale sfocia nell’immensa pietraia basale, da percorrere in discesa in direzione O, fino a ricongiungersi al sentiero percorso all’andata, non molto sotto al passo della scaletta. D aqui a ritroso lungo l’itinerario di andata fino a devero.
- Cartografia:
- Kompass foglio Domodossola
- Bibliografia:
- Guida CAI TCI Alpi Lepontine