Alpinismo

Corte Lorenzo (Cima) – Spigolo Sud

Descrizione

Gite 1

Mappa e Tracce

Foto e Video 2

Condizioni 1

Classifica

Dettagli

Dislivello (m): 1354
Quota partenza (m): 220
Quota max/vetta (m): 1574
Esposizione: Sud
Grado: D

Località di partenza

Albo

Punti d'appoggio

Nessuno

Note

Via abbastanza terribile, la riporto solo per dovere di cronaca ma di certo non incoraggio nessuno a ripeterla. Erba, rovi, piante e si, ogni tanto anche della roccia.... E ogni tanto pure bella! Ci sono comunque molti blocchi probabilmente instabili, e si deve passare senza toccarli. Il secondo chiodo (quello sul secondo tiro) non è mio, è vecchissimo ed è l'unico segno di passaggio precedente al nostro... Non siamo riusciti a trovare notizie a riguardo. Via per amatori del genere (o pazzoidi)

Avvicinamento

Da albo percorrendo la provinciale verso bettola si prende una traccia sulla destra appena dopo l'ultima casa del paese. Si segue (non così banale se non si è pratici dei luoghi e avvezzi a certe cose) passando la cappelletta della vardarola, un po' di alpeggi vari (balmesc e mundasc), la "piana" (di nome ma non tanto di fatto) e sbucando infine a corte Lorenzo, dove termina il bosco. Da qui tagliando verso sinistra in leggera salita si guadagna il filo del costone (in generale viene comodo puntare ad un caratteristico roccione ben visibile) che si segue lungamente fino a giungere alla"schiena dell' asino", dove il costone termina contro il primo salto dello spigolo. Da Albo calcolare un paio d'ore abbondanti (ovviamente se non ci si perde)

Descrizione

L1: si supera un primo corto zoccolo (varie possibilità) puntando poi ad un evidente diedro con blocco sulla sinistra dell’ enorme tetto triangolare. Lo si scala tutto (sul IV, un chiodo lasciato verso la fine) e si perviene ad una sottile cengia che si segue verso sinistra. Sosta alla base di un diedrino. 40 metri circa. Tiro bello anche se poco proteggibile e con qualche blocco non troppo sano.
L2. Si sale il diedro (III) e si attraversa una grossa cengia erbosa, sostando su albero alla base di un nuovo impennamento nei pressi del filo di spigolo. 20 metri.
L3 si sale usando lo spigolo, poi si traversa a sinistra a prendere un chiodo (IV delicato), indi dritto giungendo sotto ad uno strapiombo con blocchi non granché stabili e piuttosto inquietanti. Cercando di evitarli forzare il passo (V) giungendo poi facilmente su di un pulpito con betulla. Sosta. 30 metri circa. Tiro che richiede molta attenzione.
L4: (battezzato “cheminée dolent”) si supera un muretto sporco (III+) e ci si immette in un diedro canale invaso dai noccioli a 60/70° di pendenza (ovviamente orribile ma almeno ci si protegge bene!) Si sosta su un albero appena prima di una strettoia dove appaiono anche i rovi. 40 metri di difficoltà non ben definibili…
L5 si sale sul bordo del canale (occhio ai rovi) e quando questo muore si spacca sulla parete di sinistra e per facili blocchi si guadagna lo spigolo e la vetta del primo risalto. Sosta su spuntoni. (50 metri circa, III+)

Da qui in avanti conviene procedere o slegati o in conserva. Si supera facilmente un colletto e si segue la cresta quasi pianeggiante (solo un passo di III evitabile all’ inizio) si giunge sotto il secondo salto di una ventina di metri che si passa facilmente (I/Il) sfruttando una cengia erbosa ascendente a sinistra. Da qui un ultimo saltino facile (I) e si raggiunge la croce di vetta.

Storico

Alessio Garabelli e Stefano Galli, il 19/12/2023

Ultima revisione 20/12/2023
Autori: alexy91

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