Itinerario non molto frequentato, a causa della sua lunghezza, ma che merita senza dubbio di essere meglio conosciuto da cordate allenate e affiatate, con la garanzia di un’ascensione di piena soddisfazione.
Dal passo di Coca (metri 2.645) si percorre la costola spartiacque di sfasciumi per un tratto verso Nord poi, quasi orizzontalmente, verso Est approdando alla base della cuspide del Dente di Coca, ove la salita si fa interessante, su roccia buona; si arrampica generalmente un poco sulla destra (Sud) dello spigolo, pervenendo ad una specie di ballatoio-cengia che contorna la vetta.
Si prosegue ancora diritti per un piccolo salto, oppure più facilmente aggirando a destra l’ostacolo, sino alla vetta del Dente di Coca (metri 2.926).
Dalla cima del Dente abbassarsi inizialmente verso Sud una trentina di metri, tendendo poi a sinistra (Est) sino all’inizio di un tratto orizzontale e frastagliato; ci si abbassa ad oriente compiendo un leggero semicerchio per tornare verso destra, sul versante meridionale, e in breve alla Breccia del Dente (lungo il tratto orizzontale e frastagliato vi è una corda metallica, in cattivo stato, che scende direttamente verso Sud, senza compiere il leggero semicerchio a sinistra, in un canalino non difficile ma friabile, per poi ripiegare a sinistra alla breccia. Questo percorso è sconsigliabile).
Dalla breccia innalzarsi lungo lo spigolo, all’inizio su roccia molto buona e divertente, poi, ove la pendenza diminuisce, su roccia più rotta e infine su roccia ancora buona sino alla vetta della cima d’Arigna (metri 2.926).
Dalla vetta brevemente verso Est alla seconda Punta, da cui ci si abbassa, stando in genere leggermente sul lato meridionale, verso la bocchetta d’Arigna, che si raggiunge senza particolare difficoltà (metri 2.850).
Dalla bocchetta risalire facilmente la dorsale dello spigolo, senza un preciso percorso, sino ad una caratteristica spalla; scendere ad una depressione e di nuovo in salita sempre verso Est, superando un solo breve passaggio su una placchettina spiovente verso Nord, fino alla vetta settentrionale del pizzo di Coca, da cui in breve verso Sud alla vetta principale.
Discesa: dalla vetta del pizzo di Coca scendere lungo la via normale (versante Sud), alla bocchetta del Camoscio, m 2.727 (attenzione agli ometti di pietra e ai bolli sbiaditi), da cui con facilità ai rifugi Curò o Coca.
(estratto dal sito del CAI di Bergamo)
- Cartografia:
- IGM 1:25.000, foglio n. 19-111-SO di Valbondione; Kompass n°104
- Bibliografia:
- “Le Alpi Orobie” di s. Saglio, A. Corti, B. Credaro della collana “Guide dei Monti d’Italia” del CAI