La cresta Sud al pizzo Coca è una valida alternativa alla via normale e il tratto chiave mette un po' di pepe all'ascensione.
Nei tratti di arrampicata la roccia è generalmente buona, soprattutto se raffrontata agli standard della zona. Nei tratti più facili è a scaglie e friabile. Percui occorre sempre controllare le prese. Invece nel camino-fessura e nella placca successiva la roccia è bella compatta.
Il grande dislivello (quasi 1900m) per arrivare all'attacco e le difficoltà modeste ne fanno un itinerario per soli 'appassionati'. Si sale prevalentemente slegati o in conserva e si fa un unico tiro all'interno del camino-fessura.
La cresta parte da circa 2700m e arriva ai 3052m della vetta del pizzo di Coca. L'esposizione è pieno Sud.
Materiale: Una corda da 25m, casco, rinvii, eventualmente un nut o un friend da 2/3cm per proteggere l'uscita dalla fessura alla placca.
Da Valbondione si raggiunge il rifugio Coca (diff. EE, 1892m, segnavia n°301, 2:00h). Dal rifugio è già visibile il punto di attacco (la colonnina del telesoccorso) e la stessa cresta Sud.
Dal rifugio si prende il sentiero alto per la bocchetta dei Camosci e il rifugio Curò (diff. EE, segnavia n°323) che risale la valle di Coca fino al lago di Coca (2108m). Dal lago il sentiero piega a destra (Est) risalendo la ripida pietraia ed un canalino che si supera con facile arrampicata. Successivamente si giunge su una larga cresta erbosa. Si segue facilmente il sentiero fino ad arrivare alla bocchetta del Polledrino (2670m), dove si trova la colonnina del telesoccorso (quì si può lasciare il materiale non occorrente alla salita per poi recuperarlo durante la discesa).
Si scende nella conca sottostante e poi si abbandona il sentiero. Si sale verso sinistra (Nord) il ghiaione e si prende l’evidente canale che porta all’intaglio da dove parte la cresta Sud (neve a inizio e fine stagione).
Dall’intaglio si sale direttamente fino alla cima del primo torrione (I°, passi di II°). Dalla cima si scende per pochi metri fino a un intaglio dove si riprende a salire la cresta. Dopo pochi metri si imbocca, tra i due camini che si presentano, il camino di sinistra, che si segue con buona arrampicata (II°, attenzione ai sassi) fino a ritornare sul filo della cresta. Si percorre facilmente la cresta fino alla base di una piccola torre di una decina di metri che si supera stando leggermente sulla sinistra (II°) tornando poi in cresta. Si continua sulla cresta, ora quasi pianeggiante, fino alla base di una bastionata.
Salirla dapprima su gradoni, poi per facile arrampicata fino a tornare sulla cresta.
Si percorre la cresta tendendo leggermente la sinistra fino a scendere ad un intaglio situato ai piedi di una grande torre. Si prosegue direttamente e, per facili gradoni, si arriva alla base dell’evidente camino che, salendo obliquo da destra a sinistra, rappresenta il punto chiave dell’ascensione. Si sale il camino fino a quando diventa fessura (3 chiodi) e si usce a sinistra su placca (1 chiodo) per poi salire dritti ancora qualche metro (III°+, sosta su spuntone). Si prosegue fino alla cima della torre. Si raggiunge un piccolo intaglio e poi si supera un torrioncino di circa 10 metri stando leggermente a sinistra fino alla sua sommità (II°), dove si vede la croce di vetta. Si continua lungo la cresta superando altri due piccoli spuntoni e poi si giunge ad un ultimo intaglio. Per sfasciumi si raggiunge la vetta del Pizzo Coca (3052m).
Discesa per la via normale lungo la cresta Sud-Est seguendo i rari ometti e gli sbiaditi bolli rossi (difficoltà F, passaggi di I°) fino alla bocchetta dei Camosci (2719m, 0:30h). Dalla bocchetta si torna alla colonnina del telesoccorso e al rifugio Coca per il sentiero di salita (segnavia n°323, 1:00h), poi a Valbondione (segnavia n°301, 1:30h).
- Bibliografia:
- Carta dei sentieri e dei rifugi del C.A.I. di Bergamo n°3; Kompass n°104 (Foppolo-Valle Seriana) - Carta Tecnica Regione