Da Fenils di Cesana si segue la vecchia strada militare che sale allo Chaberton. Arrivati a Pra Claud, caratteristico borgo montano, si lascia l’auto (sbarra con divieto di accesso ai veicolo a motore, moto comprese) e si prosegue verso il Colle dello Chaberton (attenzione all’alpeggio subito dopo Pra Claud: presenza di numerosi cani non troppo mansueti!). Dopo circa 6 km. si prende a destrax un’ottima mulattiera con indicazione Lac Desertes; tra pascoli e larici si sale sino al Lago di Desertes nei pressi di Punta Gardiol, ormai diventato una semplice pozza, e di qua, tralasciando il sentiero che scende verso Cotolivier, si prende una traccia che si sviluppa in mezzo alla pietraia e che sale leggermente verso Nord-Est. La si segue sino ad incrociare il sentiero che da Cotolivier sale al Passo di Desertes 2530 m in ambiente dolomitico. Non ci si deve far spaventare dalla vista del vallone ghiaioso, perché si sale comodamente sui resti di una mulattiera militare, i cui muretti a secco sono ancora a tratti visibili. Poco prima del Passo è presente una casermetta recuperata dal soccorso alpino e adibita come bivacco o riparo d’emergenza (spartano ma con stufa a legna).
Alcune svolte poi conducono al Passo.
Subito a destra si nota la traccia, contrassegnata da vernice e ometti, che risale il crestone detritico sud di Punta Clotesse. Il percorso non è difficile ma faticoso per via della natura scoscesa del terreno, che alterna tratti di fine ghiaia ad altri di rocce rotte. Si mantiene pressochè il filo di cresta finchè possibile, per poi aggirare le asperità sul versante francese (la traccia è comunque ben evidente) giungendo ad un torrione che sembra insormontabile, e invece si passa sulla sinistra, dove l’ambiente cambia. Per un tratto i detriti lasciano spazio all’erba e si passa in alto rispetto ad una conca erbosa sospesa che non si nota da sotto.
Sono ben visibili alcuni sentieri militari ormai in degrado, che sono le altre vie di salita o dalla Croce di San Giuseppe o da Chateau Beaulard (percosi alpinistici scarsamente frequentati, con tratti molto franosi).
Il sentiero passa accanto ad un rudere militare, che si lascia a destra proseguendo in cresta fino all’anticima. Da qui si deve scendere ad un intaglio dove troviamo il passaggio forse più ostico (nessun problema senza neve o ghiaccio); si passa su una cengia sul versante italiano, comoda e non particolarmente esposta ma resa insidiosa dai detriti che coprono le rocce, occorre passo fermo. Il breve tratto si supera rapidamente arrivando così senza altre difficoltà alla cima contrassegnata da un ometto, e poco più in là alla croce di vetta, o per cresta (esposto sul lato francese) o poco sotto sul versante italiano.
- Cartografia:
- Fraternali n.2 - Alta V.Susa, Alta V.Chisone 1:25000