
Tenere ben presente che non e’ una gita classica e che non sono presenti ometti nemmeno rari su tutto il percorso di cresta e quindi, logicamente, nessun tipo di sosta o sicurezza nemmeno datate!
La cresta non ha passaggi obbligati, quindi, in base alle condizioni valutare bene i passaggi.
Ascensione da suddividere in 2 giornate appoggiandosi al non piu’ gestito rifugio Pocchiola Meneghello.
poco dopo essere entrati a Rosone, in prossimita' della Centrale dell'IREN prendere a dx per Pinatonetto fino alla Diga di Teleccio.
(I° giorno circa 850 mt disl).
Dalla diga di Teleccio si segue l’itinerario classico per il rifugio Pontese e il successivo itinerario per la Bocchetta di Valsoera, dove la parte piu’ complicata e’ attrezzata con catene.
Discesa dalla Bocchetta diretta sulla diga di Valsoera.
Attraversata la diga in breve si raggiunge il rifugio Pocchiola
(II° giorno circa 1300 mt disl- 900 per la cima e il restante per le risalite al ritorno fino alla Bocchetta di Valsoera)
Dal Pocchiola parte il sentiero tracciato che scende verso il lago Nero per poi risalire ripido tra erba, roccette e roccioni sulla dx del torrente che scende dal Lago della Motta.
Una volta sbucati al lago, passare sul suo lato sx, e quindi tenere la sponda del lago alla propria dx, percorrendolo per tutta la sua lunghezza tra tracce di sentiero erba e rocce, cercando poco a poco di prendere quota.
A questo punto si apre tutto a sx un valloncello tra la bastionata dell’ Uja e le opposte Punte di Valsoera.
Il percorso e’ molto piu’ roccioso con ampie placconate e grossa pietraia, decisamente piu’ comodo quando si raggiunge il nevaio piu’ persistente che, sempre piu’ ripido, conduce al Colle delle Uje (tra la Piccola e la Grande Uja)
Dal colle parte immediatamente, sulla dx, l’attacco, con passaggi di III° esposti.
Una volta superati questi , si e’ sul ripido pendio roccioso, con tratti di sfasciumi e ancora di piu’ tratti di roccioni ben saldi.
Il percorso non e’ sempre obbligato se non i passaggi chiave evidenti, sempre su roccia ben salda e che comunque non superano mai il III°.
Si deve puntare al filo di cresta che non presenta nessuna difficolta’, fino ad arrivare al ‘’passo del ragno’’, una placca liscia, ripida ed esposta su salti rocciosi.
Superata questa la cresta torna ad essere larga e comoda fino in punta.
Munirsi di tutta l’attrezzatura necessaria per mettere eventualmente in sicurezza vari passaggi chiave e tenere presente che in 2 di questi e’ preferibile la discesa in doppia.
Ascensione da non sottovalutare per la sua lunghezza, l’ambiente e le condizioni.
Tipo di roccia abbastanza buono, a confronto di tante montagne di questa zona.
- Cartografia:
- MU 05 - IGC PNGP 3
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