In caso di neve, occorrono piccozza e ramponi per superare il breve ma ripido tratto che conduce al colletto a nord-ovest della cima e per la breve cresta.
Dalla sbarra lungo la strada, si prosegue su di essa che diventa subito sterrata, fino ad incontrare quasi subito il sentiero 543 che porta alla borgata vArda (la strada sterrata prosegue poco sotto). Da Varda 1527 m (fontana) salire la mulattiera a destra (sentiero 552) che si alza con alcune giravolte con tratti lastricati, dapprima nel bosco e poi per pendii erbosi più aperti fino ai prati superiori a circa 1700 m; quindi si passa nelle vicinanze dei ruderi dell’Alpe Ramajot 1824 mper poi giungere ad un bivio nei pressi di due torrenti a quota 1900 m. A questo punto si hanno due possibilità per raggiungere il Gran Piano:
1. per la Strada Reale (variante più lunga ma comoda)
Si superano due ponti in legno (non proprio in ottimo stato) in una zona con grossi massi; appena superato il secondo ponte si continua a sinistra, seguendo alcuni ometti e i segnavia di vernice, che in breve conducono a collegarsi con la Strada Reale proveniente da Noasca. Ora la si segue con percorso sempre dolce e talvolta un po’ dispersivo nei lunghi tornanti (in discesa e volendo anche in salita si può fare qualche taglio fuori traccia).
Si arriva così al Gran Piano 2225 m, dopo una leggera discesa, dove sorge l’ex casa di caccia ora adibita ad abitazione del guardiaparco e a rifugio nei mesi estivi.
2. per l’Alpe Gran Prà (variante più diretta ma sentiero meno battuto):
si passa per l’Alpe Lostes 1900 ,. alpe Fortuna 1979 e infine superato un doso l’Alpe Gran Prà 2048 m. Sempre per tracce non proprio evidente si raggiunge il Pian Levà e da qui il Gran Piano.Da qui si attraversa la bella conca verso sinistra, attraversando il torrente nel punto più agevole e tralasciando i vai sentieri che proseguono per i laghi di Ciamousseretto e Bivacco Ivrea.
Per tracce si raggiunge l’ampio pendio-canalone di massi ed erba che scende da una sella della Cresta di Ciamousseretto, compreso ad est dalla nostra cima e a nord-ovest dalla quota 2706 m. Raggiunto il colletto (con neve utilissimi i ramponi per il ripido tratto finale), si percorre la facile dorsale di erba e roccette, passando prima nel punto più alto, e poco oltre verso est al grosso ometto posto in posizione panoramica sulla valle. Attenzione per la lieve esposizione (specie con neve o ghiaccio) dell’ultimissimo breve tratto.
Discesa dal percorso di salita, oppure con una seconda auto in traversata a Ceresole passando per il Colle Sià, o ancora a Noasca seguendo integralmente la strada reale.
- Cartografia:
- L'Escursionista - carta dei sentieri n. 14
- Bibliografia:
- CAI_TCI Gran Paradiso