Il percorso presenta un dislivello importante, ma con sviluppo tutto sommato contenuto (circa 13 km a/r)
Consigliabile comunque a inizio stagione (fine giugno-metà luglio) finchè si trova neve sul ghiacciaio e soprattutto sul pendio di accesso alla cresta. Vista l’esposizione soleggiata (est) consigliabile partire molto presto, c’è la possibilità di bivaccare in tenda (o anche senza) nei pressi di Plan Petet.
Dal parcheggio di Planaval si torna indietro fino ad un bivio con una stradina in salita che diventa subito misto sterrata-asfaltata ma chiusa al transito con una sbarra (indicazione Orfeuille). Si segue la pista, che con qualche tornante prima e un lungo traverso poi conduce al bel pianoro con l’alpeggio Orfeuille 1950 m. Il percorso prosegue ora risalendo il pendio erboso a monte dell’edificio, seguendo o il sentiero principale abbastanza evidente, oppure una delle tante tracce di bestiame. Mantenendosi prevalentemente sulla sinistra rispetto ad alcune roccette, si punta all’insellatura a destra della Becca Cerè. A 2250 m si entra nello stupendo ed ameno pianoro di Plan Petet (sul margine destro poco visibili sono presenti alcuni ruderi di alpeggi) solcato dai ruscelli provenienti dal ghiacciaio. Al termine del pianoro, in assenza di neve, conviene proseguire la salita restando sulla dorsale erbosa visibile al centro, anche qui si trovano alcune vaghe tracce ma in ogni caso il percorso è erboso e piuttosto comodo.
Si giunge così ad un breve ripiano, dove a inizio stagione si potrebbero incontrare le prime lingue di neve a coprire i detriti della morena glaciale. Si supera un tratto più ripido restando nella parte sinistra del pendio, lasciando a destra le placconate rocciose, e percorrendo una serie di dossi e avvallamenti si raggiunge a circa 2900 m il ghiacciaio dello Chateau Blanc, la cui cima non è ancora visibile.
Si continua ora più dolcemente, puntando alle pendici del Monte Doravidi, e quindi infilandosi dentro il valloncello compreso tra questo a destra e le propaggini rocciose dello Chateau Blanc a sinistra, con in fondo l’intaglio del Colle dello Chateau Blanc.
Raggiunta la quota 3250 m, a seconda delle condizioni si hanno due possibilità per raggiungere la cima.
1. In presenza di neve, si volge a sinistra sul pendio moderatamente ripido che con circa 100 m di dislivello consente di raggiungere il crinale spartiacque con il versante di Bonne. Si deve puntare alla sella a destra delle ultime roccette in cresta. Ora si percorre la dorsale, breve ma ripida, verso destra che spiana una volta raggiunta una sorta di anticima. Da qui si continua seguendo verso sinistra la facile e pianeggiante cresta, piuttosto ampia ma ponendo attenzione alle eventuali cornici sulla sinistra, fino alla cima protesa verso il Rutor (piccolo ometto di pietre)
2. Si punta al colle dello Chateau dello Chateau Blanc, e da qui si percorre il facile crestone di neve e roccette sulla sinistra, inizialmente con pendenza non troppo ripida, per poi affrontare un ultimo tratto più impegnativo con una fascia rocciosa che si può eventualmente aggirare sul lato di la Thuile, portandosi in cresta in corrispondenza dell’anticima. Da qui rapidamente in cima.
Per la discesa la via più agevole è il ritorno dal percorso di salita, alternativamente si può pensare, con 200 m di dislivello aggiuntivi, di salire anche la Testa del Rutor, e poi traversare a Bonne passando dal Rifugio Angeli del Morion (se il canale di discesa è in condizioni) oppure in traversata a la Thuile per il rifugio Deffeyes percorrendo in discesa il ghiacciaio del Rutor (crepacciato).