Dal passo di Sanità alla cima invece si alternano tratti di sentiero un po’ scoscesi a qualche facile rocetta (passi di I), in ogni caso non c’è mai esposizione ed in assenza di neve non ci sono particolari difficoltà. Da evitare con meteo incerto e scarsa visibilità.
Non si trova acqua sul percorso, molto assolato, quindi portarne a sufficienza.
Dal parcheggio all’inizio di Pian del Colle, seguire l’ampia strada sterrata, segnalata come “sentiero delle borgate”, che attraversa per intero il pianoro, risalendolo sulla sinistra. Arrivati alla fine del pianoro la strada piega a sinistra e, con una ripida salita, raggiunge le grange Teppa 1654 m La sterrata continua ad inerpicarsi nel bosco ed in circa 30′ si raggiunge la grangia Guyot 1832 m.
Sempre seguendo la sterrata, che a questo punto diventa pressoché pianeggiante, si attraversa un bosco di larici: alla fine del bosco si abbandona il sentiero delle borgate, che scende verso il fondo del vallone, prendendo a destra, verso il Coll des Acles. Dopo una ventina di minuti il sentiero diventa nuovamente ripido, passa di fianco ad una sorgente e sbuca sul pianoro sottostante il colle, che si raggiunge brevemente a quota 2217 m.
Da questo si raggiungono i casermoni delle postazioni del col del Acles 2264 m, posti proprio alla base della parete ovest della punta Charra. dai quali si individua una traccia che prosegue a mezza costa pressochè in piano,, passando nei pressi di un bunker ed altre postazioni militari; proseguendo poi in piano sino giungere dinanzi ad un canalone. Qui occorre abbassarsi perdendo 50-70 m di dislivello (evitare di continuare alti a mezza costa facendosi attrarre da pseudo tracce di sentiero che si perdono nel nulla) e si attraversa il canalone nel punto più basso, per poi raggiungere un bel prato dove un grosso ometto indica l’inizio del sentiero per il Passo di Sanità. Questo punto non è subito facilmente identificabile, nel caso non lo si trovi, conviene continuare a traversare verso est, e poi progressivamente abbassarsi fino a che non si incrocia il sentiero proveniente dal grosso ometto. Si tenga comunque presente che il sentiero si trova ai margini della fascia boscosa e non raggiunge mai la zona di detriti al di sopra di esso, questo può essere un ottimo punto di riferimento. Una volta che si è sul sentiero corretto (la traccia è piuttosto marcata e comoda) inizia il lungo attraversamento del versante sud di Punta Charrà, con andamento pianeggiante o in leggera salita. Si attraversano un paio di canaloni di colate ghiaiose, e solo dopo aver superato la verticale della cima, la traccia inizia ad inerpicarsi, sempre puntando in direzione est, per una fascia detritica più ripida e faticosa, che culmina con un piccolo promontorio erboso a circa 2400 m. Qui si prosegue in salita in direzione nord per il ghiaione per un breve tratto, finchè la traccia non riprende in traverso verso destra (questo è l’unico tratto in cui il sentiero diventa più esile e meno evidente), e dopo aver aggirato un costone ci porta alla base della valletta erbosa che scende dal Passo di Sanità (luogo davvero ameno, perché erboso e verdeggiante racchiuso tra colate detritiche. Qui il sentiero diventa molto gradevole, una antica mulattiera ormai inerbita che supera il pendio con numerose svolte, fino a toccare la depressione del Passo di Sanità 2642 m (Passo della Grande Hoche su carte francesi IGN) oppure poco più a monte sul crinale spartiacque.
Ecco qui che si incontrano i bollii di vernice rossa provenienti dalla ferrata degli alpini e che ci guideranno ottimamente fino alla cima. Si deve tenere presente che la cima è molto spostata verso ovest, e non è né la prima né la seconda che si vedono, anzi la croce di vetta apparirà solo all’ultimo.
Terminata la zona erbosa si inizia a salire di nuovo ripidamente per roccette e zone detritiche, salendo verso i torrioni che si vedono, mantenendosi sempre sul versante sud per evidenti tracce di sentiero. Aggirati i pinnacoli sulla sinistra, ora si scende di qualche metro passando accanto ad un muretto, per contnuare a traversare in salita fino a portarsi in prossimità dell’intaglio successivo. Non raggiungerlo ma continuare ad aggirarlo per roccette e zone ghiaiose; poi, aggirato uno costone roccioso, quando di fronte si pone uno scosceso canalone, occorre portarsi in cresta e svalicare sul versante della val di Susa (unico breve tratto esposto a nord). Si scende un muretto con un passo di I piuttosto agevole, e si continua per un ampio terrazzo roccioso, aiutandosi con le mani tra i grossi blocchi, per poi riguadagnare il filo di cresta all’intaglio successivo, alla base del pendio per l’anticima. La salita riprende facile sul versante meridionale, con serpentine e traversi si guadagna quota; si aggira ancora sulla destra un costone che si affaccia finalmente sul tratto conclusivo e da dove si scorge la croce di vetta. Il sentiero passa sotto l’ultima anticima e poi invita a passare su una cengia rocciosa ampia ma un po’ esposta; in alternativa molto più semplice è salire sull’anticima e poi continuare sul filo del crestone di rocce piatte. Si arriva infine all’ultimo intaglio, dove ci si mantiene in cresta (altro breve passaggio di I leggermente sul versante val di Susa, e quindi si perviene alla cima.
La discesa avviene per lo stesso versante di salita, oppure in traversata scendendo a Plampinet per il Vallon des Acles (in questo caso si evita la risalita al Col des Acles.