Occorre una giornata di tempo stabile:un' eventuale ritirata sarebbe molto difficile in quanto non esistono facili vie di fuga durante il percorso.
Da Chiappera si prosegue fino al fondo della strada sterrata verso la cascata di Stroppia, dove inizia il sentiero Dino Icardi. Dallo spiazzo 1686 m sotto la verticale delle cascate di Stroppia si segue il sentiero Dino Icardi passando per il Rifugio Stroppia (chiuso, per utilizzarlo si devono richiedere le chiavi al campeggio di Chiappera), il passo dell’Asino ed il lago Niera.
Da qui si prosegue nel vallone in direzione del Brec de Chambeyron, quindi si prende la diramazione per il Col de Nubiera (o di Stroppia).
Prima di arrivare al colle e sotto la cima rocciosa del Massour, si abbandona il sentiero puntando al gigantesco conoide di detriti mobili posto subito prima di una caratteristica verticale parete rossastra.
Si segue al meglio il conoide fino all’imbocco di un canale nascosto che sale verso sinistra. Si risale il canale per faticosi detriti fino alla strozzatura finale attrezzata di catene fisse e spit.
Raggiunta la cresta sud del Nubiera tra questo ed il Massour, la si segue lungamente aggirandola per lunghi tratti a volte sul lato francese a volte su quello italiano.
Il percorso è qua e là segnato da ometti ma è molto facile perdere la via principale, inoltre occorre molta prudenza per la continua presenza di detriti mobili e per la pessima qualità della roccia.
Un ultimo tratto più tranquillo porta al Bivacco Renato Montaldo 3200 m posto poco sotto la cima (spartano ma accogliente, 4 posti no acqua) ed alla poco più alta cima del Buc de Nubiera.
Dal bivacco Montaldo si attraversa per facili cenge e pendii (lato italiano) fino a raggiungere il colletto tra il Buc De Nubiera e la Tete Des Cibiroles.A questo punto si attraversa sul lato francese fino ad imboccare un canale ampio e poco marcato fino a sbucare su una crestina del versante ovest.
Si sale quindi per detriti e rocce mobili fino ad arrivare sulla Tete des Cibiroles 3236 m.Si scende per la cresta nord evitando i vari spuntoni sul lato francese.Si raggiunge un colletto (fettuccia) e si risale su un bel diedro che richiede un po’ di attenzione.A questo punto si prosegue sempre sul lato ovest fino a raggiungere uno spuntone (fettuccia in posto)da dove si scende in corda doppia.
Si risale una bella placca e con divertente arrampicata rimanendo sul filo di cresta si raggiunge il Parias Coupà 3248 m.Si scende facilmente fino all’intaglio successivo e per cenge sul lato ovest si aggira il primo torrione fino ad arrivare all’intaglio tra la prima e la seconda guglia.Si attraversa quindi sul lato italiano seguendo una cengia per pochi metri.Si risale un canale roccioso che riporta sul filo di cresta e di qui a breve sull’Aiguille Fochs 3275 m.
Si attraversa con un po’di cautela (lato ovest) per cenge e rocce rotte aggirando l’ultimo torrione per arrivare al pas de Jean.
A questo punto le difficoltà si fanno più sostenute dovendo attraversare (lato italiano) una lunga serie di cenge di terra dura che tagliano la montagna.
In questo tratto risulta praticamente impossibile assicurarsi e con molta cautela si raggiunge l’agognata normale che sale verso il Brec de Chambeyron.
- Bibliografia:
- Nelle Alpi del Sole