1° giorno:
da Chiappera si raggiunge il Bivacco Barenghi. Ci sono due possibilità: superato l’abitato ad un bivio volgere a sinistra verso il Rifugio Campo Base, proseguire lungo il fiume fino all’inizio del sentiero “Dino Icardi”, quindi seguire le indicazioni (3h30); oppure al bivio continuare a destra seguendo una strada che dopo un paio di tornanti diviene sterrata e conduce all’Alpe Colet; poco prima dell’alpeggio, imboccare il sentiero che sale a sinistra nel vallone dell’Infernetto, salire al colle omonimo (indicazioni) e con percorso quasi pianeggiante raggiungere il bivacco (2h30).
2° giorno:
(descrizione tratta da “Vette delle Alpi” di A. Parodi) dal bivacco si sale al Colle Gippiera, si scende al Lago dei Nove Colori (che si lascia sulla destra) e si punta verso il gigantesco conoide detritico posto alla base del Couloir Gastaldi, un marcato canalone che scende dall’intaglio tra le due cime dell’Aiguille de Chambeyron. Si rimonta il conoide sulla destra, salendo faticosamente per ripide tracce fra i detriti. Poco prima dell’inizio del canalone vero e proprio, si prende a destra un cengione obliquo (cengia Bourillon), subito interrotto da un gigantesco masso. Si aggira a destra il masso per rocce inclinate, poi si sale lungo il cengione per massi e faticosi detriti mobili: più che di una cengia, si tratta di una ripida rampa, che termina sull’orlo di un vertiginoso canalone.
Dalla sommità della rampa, si traversa a destra per pochi metri lungo una cengetta stretta ed esposta, quindi si sale verticalmente per 7-8 metri su rocce ripide ma non difficili (II+). Ritornando a sinistra, si raggiunge una piccola spalla, poi si scende brevemente lungo una cengetta detritica. La cengia diventa quindi orizzontale e conduce in una zona di rocce inclinate e sfasciumi, che si rimontano facilmente fino alla Forcella Nérot-Vernet (3210 m circa).
Dalla forcella si sale in obliquo a sinistra sulle rocce ripide ma articolate del versante sud (II) e, in breve, si guadagna nuovamente il filo di cresta. Traversando orizzontalmente per cengette sul versante nord, si arriva ad un intaglio che si apre tra spuntoni nerastri. Si ritorna quindi sul versante meridionale per seguire una cengia detritica assai aerea, che, con qualche saliscendi (ometti), conduce sul bordo del pendio a forma d’imbuto che caratterizza la parte superiore del Couloir Gastaldi. Piegando a destra per lastroni e detriti (delicato), si raggiunge un secondo intaglio della cresta est. Da qui si traversa orizzontalmente a sinistra sotto la parete della Cima Est e, con una breve discesa su rocce inclinate che richiedono un po’ d’attenzione, si va a prendere una stretta cengia che passa sopra il grande imbuto nevoso (delicato).
Si attraversa il Couloir Castaidi che qui è largo solo pochi metri (attenzione in presenza di neve), poi si sale in obliquo a sinistra per un poco marcato canale di rocce scagliose (II). Si continua a sinistra per rocce più facili verso un caratteristico gendarme appuntito, quindi si piega a destra per aggirare il gendarme. Salendo per cengette e canalini, si arriva nella zona di rocce rotte sotto le balze finali. Con un’ultima arrampicata per massi e gradoni di ottima roccia (II) si guadagna la vetta, costituita da un masso squadrato, con infissa la croce (4h).
- Bibliografia:
- A. Parodi - Vette delle Alpi