Una salita abbastanza lunga, che richiede allenamento e una certa esperienza di montagna, ma decisamente remunerativa. Il percorso è valutato PD, non complesso e/o difficile tecnicamente ma si svolge sempre in quota, su ghiacciaio, creste di neve, misto e tratti di facili rocce, con passi fino al II/II+ in alcuni punti (potrebbero essere insidiosi con neve o vetrato).
Ci sono alcuni tratti di cresta affilati ed esposti, che richiedono sicurezza di piede e abitudine a questo tipo di terreno. Per la discesa ci sono due possibilità, o si scende al Rifugio Larcher e si ritorna a Pejo, oppure dal Cevedale si scende lungo la facile via normale al Rifugio Casati, con ritorno verso Santa Caterina Valfurva. In questo caso occorre rientrare a Pejo con i mezzi pubblici, oppure con mezzi fuoristrada privati (compreso l’autista) che svolgono servizio in zona, e possono riportarci a Pejo.
Vanno previsti due pernottamenti, il primo al Rifugio Mantova, e il secondo al Rifugio Casati oppure al Larcher. Il periodo migliore per fare questa traversata va da fine giugno a metà settembre.
Da Pejo Fonti è possibile utilizzare gli impianti per salire al Pian del Vioz e al Rifugio Dos dei Cembri m. 2313, vero e proprio punto di partenza per la salita al Rifugio Mantova. Dal Rifugio Dos dei Cembri si segue un sentiero che volge decisamente a destra (segnavia 105 e cartello indicatore per il Rifugio Mantova) sotto la Cima Vioz. Il sentiero risale successivamente prima il versante orientale e poi quello occidentale della montagna per affacciarsi alternativamente sui Valloni della Mite e del Zampil; la traccia sale rapidamente , aggirando sulla destra il pilastro roccioso del Dente del Vioz m. 2905, ci si porta nuovamente verso sinistra, superando un tratto piuttosto ripido e movimentato (terreno roccioso con grossi pietroni (il Rastel) dove si raggiunge un bivio. A questo punto sale anche il sentiero con segnavia 138 proveniente dal Vallone della Mite. Proseguendo nei pressi del filo di cresta, aumenta la pendenza del terreno e si incontra l’unico tratto delicato della salita: il risalto roccioso del Brick, il passaggio è esposto, ma anche facilitato dalla presenza di una corda fissa. Superato questo passaggio, il sentiero supera ora una scarpata verso sinistra, con una serie di diagonali, fino a raggiungere nuovamente il filo di cresta. Si prosegue ora lungo il facile crestone di detriti e/o neve fino a raggiungere la bella costruzione del Rifugio Mantova m. 3535 (ore 3,30 dal Rifugio Dos dei Cembri). Il giorno successivo, si segue la facile cresta SE per facili roccette e neve, si supera un tratto ripido, raggiungendo una croce (anticima) e per neve si raggiunge la vetta del Vioz (segnale trigonometrico) m. 3645. Panorama vastissimo e spettacolare dalla cima ! (Dal Rifugio Mantova circa 20-30 minuti). Dalla vetta del Vioz si mette piede sul ghiacciaio e si scende tenendosi lungo il filo di cresta (verso destra), in direzione della quota 3555 m. Proseguendo lungo i pendii della cresta NNO si scende facilmente (attenzione alla presenza di eventuali crepacci) fino a raggiungere il Passo della Vedretta Rossa m. 3405. Dal Passo si sale per facili rocce gradinate verso destra, raggiungendo il filo di cresta che va seguita, con alcuni piacevoli passaggi di facile arrampicata che consentono di superare abbastanza agevolmente alcuni gradoni (passi di II) e raggiungere la parte nevosa della cresta SO che con facile percorso conduce in vetta al Palon della Mare m. 3704. Dalla vetta si scende per la facile e nevosa cresta Nord in direzione della evidente sella del Col de la Mare m. 3442, attenzione alla presenza di qualche eventuale crepaccio nella discesa dei pendii nevosi (solitamente si trovano delle tracce e la pista già fatta). Dal Colle, si prosegue lungo la cresta, e per tracce e facili rocce si raggiunge in breve il Bivacco Colombo m. 3485 (CAI Seregno, 9 posti letto) che può essere utile in caso di maltempo, oppure per spezzare in due la tappa. La salita prosegue ora lungo la cresta Sud del Monte Rosolè, che si scala per facili rocce (attenzione se sono innevate o in presenza di vetrato) (passi di II) fino a raggiungere la Cima Meridionale del Rosolè m. 3529. Proseguendo lungo la cresta (non banale e a tratti esposta) si aggira a destra la Cima settentrionale del Rosolè e si raggiunge l’ampia sella nevosa del Passo Rosolè m. 3502. Ora non rimane che risalire l’ampia cresta nevosa, tenendosi leggermente sulla destra, che con qualche tratto ripido conduce in vetta al Monte Cevedale m. 3769 (ore 6,00 / 7,00 dal Rifugio Mantova alla cima, secondo le condizioni della montagna e il proprio grado di allenamento). Se la giornata è favorevole il panorama godibile dalla vetta è semplicemente spettacolare ! Per la discesa ci sono due possibilità, come detto in fase di presentazione, e le descrivo entrambe per lasciare a voi la scelta.
Discesa A : dalla cima si scende lungo la cresta NE (in direzione della cima secondaria del Cevedale o Zufall-Spitze) per poco più di 100 metri, da qui si volge a sinistra, scendendo un ripido pendio (con una pista sempre molto evidente), si supera con attenzione il crepaccio terminale e si prosegue lungo il ghiacciaio (Vedretta del Cevedale) tenendosi prima al centro e poi verso sinistra (sempre seguendo le evidenti tracce nella neve) in direzione del ben visibile Rifugio Casati m. 3255 posto al Passo del Cevedale. (ore 1,00 / 1,30 dalla vetta del Cevedale). Il giorno seguente si scende lungo una ripida scarpata di pietrame (o neve) fino a raggiungere una conca dove si trovano i Laghi di Cedec, da qui con stradina si raggiunge il vicino e ben visibile Rifugio Pizzini m. 2700. Dal rifugio si segue la stradina sterrata che scende verso il Rifugio-Albergo Ghiacciaio dei Forni e quindi a Santa Caterina Valfurva (ore 2,30 / 3,00 dal Rifugio Casati).
Discesa B : dalla vetta del Cevedale si scende per la cresta NE, trascurata a sinistra la traccia che scende verso il Rifugio Casati, si segue il filo della cresta fino a raggiungere la seconda vetta del Cevedale o Zufall-Spitze m. 3757. Si abbandona la cresta NE che verso sinistra scende anch’essa verso il Rifugio Casati e si volge a destra, scendendo per la cresta SE tenendosi quasi sempre sul filo, con percorso a tratti aereo ma non difficile fino a raggiungere la spalla (quota 3461 m.). Si continua la discesa su terreno meno ripido, tra detriti, facili roccette e neve si raggiunge il valico della Forcola m. 3032. Dalla Forcola si scende su sentiero (con segnavia) la parte alta della Val Venezia, su sfasciumi o neve, tenendosi sul lato destro del vallone, il sentiero punta in direzione del visibile Rifugio Larcher m. 2608 (ore 2,30 / 3,00 dalla vetta del Cevedale al Rifugio). Dal Rifugio si scende su comodo sentiero segnalato raggiungendo il Pian Venezia m. 2280, prima su terreno detritico e poi superando un bel bosco di larici e cembri, si arriva alla Malga Mare m. 2031, da cui il sentiero scende fino alla centrale elettrica di Malga Mare m. 1970 (parcheggio) (ore 1,00 / 1,20 dal Rifugio Larcher) e da qui seguendo la strada si scende a Cogolo e a Pejo (possibilità di trasporto tramite mezzi fuoristrada privati con autista).
- Cartografia:
- Tabacco foglio 8
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI