Con la montagna asciutta ramponi inutili. Utile la corda in caso di sopraggiunto maltempo.
Dai Bagni del Masino si segue la stradina che prosegue oltre gli edifici delle terme e, dopo un breve tratto nel bosco, sbuca presso un ampio prato. Prima del ponte si abbandona il sentiero per il rifugio Omio e si devia a destra, traversato un prato (indicazioni) si imbocca la mulattiera della val Porcellizzo prima lastricata poi più sconnessa, il sentiero sale con molti tornanti nel bosco sbucando alle baite di Corte Vecchia (1405 m). Si prosegue ora in piano per passare nel tunnel naturale delle Termopili formato da due enormi massi appoggiati, dopo un altro tratto ripido con molti tornanti un lungo traverso porta a guadare il torrente di Sione poi si entra in un rado bosco di larici per sbucare sui pascoli Rosa.
Lambita la Casera Porcellizzo (1992 m) il sentiero attraversa il torrente su un ponte e guadagna un secondo ripiano, traversandolo diagonalmente, con una serie di tornanti si risale il versante destro orografico giungendo al Muretto (2200 m) . Ora su sentiero ben segnalato fra pascoli, dossi e pietrame si risale verso Nord attraversando alcune vallette e con un ultimo tratto fra grossi blocchi si arriva al rifugio ( 2534 m).
Tempo di salita 3,30 h/4h per uno sviluppo di circa 10Km, faticoso con giornate calde.
Dal rifugio si prende il sentiero Roma giungendo poco dopo ad un bivio segnalato con freccia rossa per il Cengalo, una traccia non segnalata, salvo che ad ometti, risale verso il Cengalo, aggirando sulla destra la panciuta base della Punta Enrichetta, e quindi nel vallone di pietra ai piedi del versante est della Punta Sertori.
Si punta al canalino più a sinistra di quelli che conducono alla cresta. Lo si risale (corda fissa a penzoloni, 15 m II, poi più facile) fino al Colle del Cengalo (3052 m).
Da qui si volge a destra seguendo tracce ed ometti lungo la cresta per sfasciumi, si traversa per roccette talvolta innevate e/o bagnate sul lato nord qualche metro sotto la prima sommità (catene metalliche) e con aerea camminata si attraversa la successiva sella.
Si prosegue ancora per sfasciumi e roccette verso l’altra elevazione della cresta, che si aggira sul versante sud per una cengia comoda ma molto esposta.
Giunti al successivo intaglio, si prosegue per tracce e ometti lungo sfasciumi e facili blocchi di granito fino alla croce della cima.
- Cartografia:
- Kompass 1:50000
- Bibliografia:
- Miotti Gogna