
E’ importante però intraprendere la salita con lo zero termico non troppo alto od in annate troppo secche: possibilità di scariche anche importanti dal Colle del Cengalo o dal canale di scolo posto appena a dx. dell’attacco della via. Informarsi inoltre dal gestore del rifugio Sciora circa le condizioni del ghiacciaio.
La via presenta un dislivello di circa 800 m ed uno sviluppo di circa 1000. I primi 250 m della via sono costituiti da uno zoccolo di rocce rotte ed un po’ instabili. I restanti sono invece costituiti da una magnifica arrampicata in diedri, lame superficiali e placche fessurate.
La presente relazione è solo indicativa, in quanto la parete è molto ampia: è dunque necessaria una buona esperienza alpinistica per orientarsi in parete, sulle tracce dei due fenomeni Gasler e Lehmann.
Nella parte bassa seguire sempre il tracciato più facile, in quella mediana stare a sx.
Materiale: serie di nuts e friends fino al 3. Martello ed eventualmente qualche chiodo per sicurezza (ritirate, errori, etc.)
l’attacco è costituito da un vecchio chiodo ad anello. Salire al di sopra, puntando verso dx., si incontra chiodo con cordino. Portarsi fin quasi vicino al canale di scolo precedentemente citato, salire al di sopra per circa 2 lunghezze (chiodi) fino a sbucare in un ampio canale. Puntare quindi tutto a sx. verso una selletta (filo di cresta). Fin qui difficoltà fino al III+. A questo punto inizia il divertimento. Salire facilmente seguendo il filo (chiodo ad anello) fino ad una terrazza. Salire un diedro con lame (IV-), al termine stare a sx. e proseguire per un diedro con erbetta (cuneo) e sostare al di sopra (V). Qui ci si può sbagliare se si segue una facile cengetta a dx. invece di fare il suddetto diedro. Un corto tiro permette di girare lo spigolo e sostare. Questo è uno dei punti chiave della salita, ovvero doppiare lo spigolo. Salire il magnifico diedro sovrastante (passo di V+) e poi a sx. per una magnifica lama (IV*). Lunghezza di oltre 60 m! (possibilità di sosta a metà). Dritti (passo di V-) poi più facilmente fino a zona di terrazze. Questo è l’altro punto critico: NON stare a dx. continuando a seguire la cengia, bensi a sx. centro: la via non corre a dx. ma a sx. Seguire un diedro con lama staccata (chiodi) e sostare (IV). A questo punto seguire la magnifica fessura lama a dx. della sosta (chiodi, vecchio cuneo, V-V+) e, dopo 55 m , traversare a sx. con passi delicati (VI-). A questo punto si va dritti per altri 50m e quindi si traversa a sx, per continuare con sempre splendida arrampicata (dal IV al V+/VI-) per altri 60 m. Spostarsi dunque verso il filo sx dello spigolo, scalando sempre placche con lame e fessure, fino a portarsi sul filo di spigolo (IV-V). Ancora qualche lunghezza (circa 3) e si perviene alla fine della via, in una zona detritica. Indossati gli scarponi, si va un po’ a dx. e poi si segueil filo di cresta per circa 100 m congiungendosi con la via normale. Salire ancora 100 m e arrivare in punta al Cengalo (ramponi spesso indispensabili).
Discesa:
dalla normale. Seguire gli ometti e le tracce fino al Colle del Cengalo. Due doppie permettono di raggiungere il nevaio sottostante. Da qui in 45 minuti si giunge quindi al Gianetti.
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