Dal parcheggio di Passo Rolle, dove si lascia l’auto, si punta direttamente alla cresta della Tognazza percorrendo per pochi metri la pista di sci:. Ci sono vaghe tracce ma il percorso è facile e intuitivo, basta tenersi leggermente a ridosso del crinale (attenzione al precipizio) e salire dei facili gradoni rocciosi. Si cammina con lo spettacolo grandioso delle Pale di S. Martino a est e, man mano che ci si alza di quota, il vasto scenario a nord di Passo Rolle, con il Castelaz, Cima Bocche e Cima Iuribrutto: in lontananza si scorge inconfondibile la famosa parete sud della Marmolada, e la Tofana di Rozes. Spettacolosa la vista sulla Valle di Primiero e S. Martino di Castrozza. . Si raggiunge in breve l’arrivo della seggiovia Tognazza e il paesaggio perde purtroppo un po’ di poesia, subito ripresa per fortuna proseguendo senza indugio verso la Piccola Cavallazza. Alcuni tratti del sentiero, per il resto piuttosto comodo, corrono in costa a precipizio sulla valle: lo spettacolo è splendido ma conviene avere passo sicuro e non soffrire troppo di vertigini. In ogni caso i tratti più esposti, piuttosto brevi, sono attrezzati con una fune metallica. Volendo si possono evitare rimontando il facile costone in posizione più arretrata. Il sentiero percorre il vecchio camminamento sul crinale costruito durante la prima Guerra Mondiale: un portale in pietra è ancora perfettamente conservato, così come molte massicciate fatte con pietre a secco. E’ sorprendente constatare come, a distanza di quasi un secolo, molti di questi manufatti siano ancora in eccellenti condizioni. Si arriva in breve sulla cima della Piccola Cavallazza m 2310, che presenta un torrione roccioso completamente scavato all’interno da caverne, con le aperture sui vari versanti. Il sentiero prosegue a ridosso del crinale quindi scende di circa 100 m di dislivello alla forcella sottostante a m 2226: qui si può fare una breve digressione (meno di mezzo km) al bel lago della Cavallazza. scendendo ancora di quota per circa 80 metri. Visitato lo splendido laghetto, con isolotto, si ritorna alla forcelletta e si rimonta facilmente il fianco est della Cavallazza fino alla cima. Anche qui, sulla cima, sono ancora visibili delle grosse trincee, disseminate praticamente ovunque nella zona. Non è raro, vagando nelle zone meno battute, trovare ancor oggi schegge di bombe, cartucciere, fibbie e altri oggetti.
Il rientro dai Laghi di Colbricon
Dalla Cima Cavallazza inizia il rientro seguendo il sentiero che scende sul fianco ovest che si fa sempre ripido. Quando si arriva su dei ghiaioni formati da evidente erosione, quasi d’improvviso appaiono dietro il costone a sud est le imponenti e spettacolari sagome del Sass Maor e Cima della Madonna. Si avvistano in breve i meravigliosi laghetti di Colbricon, con il piccolo rifugio omonimo sulla riva est. In questa zona sono stati scoperti importanti ritrovamenti archeologici del periodo mesolitico (8.000 – 5.000 a.C.); il vicino passo Colbricon a quota 1922 metri infatti era ed è un passaggio obbligato per la selvaggina, e quindi un ottimo punto di appostamento. L’insediamento preistorico, uno dei più alti d’Europa a quasi 2000 metri, fu scoperto negli anni 70, con tracce di accampamenti e bivacchi di cacciatori: nel corso delle campagne di scavi sono stati portati alla luce selci, punte di lance, frecce. E’ un luogo di magica bellezza. Dai laghi di Colbricon, in prossimità del rifugio, prendiamo finalmente il sentiero 348 che, in meno di tre chilometri, con una passeggiata quasi pianeggiante in mezzo a un bellissimo bosco di grandi cirmoli, ritorna fino al Passo Rolle.
- Cartografia:
- Carta Tabaccoi 22