Necessari cordoni per le soste, corda minimo da 60m e 14 rinvii (di cui almeno 4 allunghini).
a. Dalla Cresta Sud del Corno: Lasciata l’automobile a q.520m subito dopo la località di Valdorbia, sulla strada provinciale che collega Scheggia a Sassoferrato (prima di raggiungere Isola Fossara), si prende dall'altra parte della strada il sentiero N°29 che, a ridosso delle recinzioni paramassi guadagna dolcemente quota in direzione di
Isola di Fossara. Dopo circa trenta minuti, raggiunti i 660 metri di quota, si raggiunge la base della cresta che scende dal Corno del Catria. Si sale all’inizio per un largo pendio erboso poi la cresta si fa sempre più affilata e rocciosa obbligando in diversi punti all'uso delle mani. La roccia è sempre molto buona e offre una salita molto bella e di soddisfazione. In un breve tratto molto affilato ed esposto, alcuni spit offrono la possibilità di assicurarsi. Superate queste ultime difficoltà si raggiunge
l’anticima del Corno del Catria. A questo punto per raggiungere la sella che separa l’anticima dal Corno del Catria occorre deviare a destra e scendere, aiutati anche da alcuni alberi, un ripido canalino. Prima del suo termine si esce verso sinistra e si raggiunge per pendio erboso la sella a 1049 metri di quota. Si scavalca la sella contrassegnata da una piccola targa sulla roccia con l’indicazione altimetrica, e dopo una breve salita si raggiunge lo spettacolare grande antro dove si trova l’attacco
della via (spit alla base) (relazione tratta da CAI Rimini).
b. Dal bivio di Valdorbia proseguire lungo la strada di sinistra verso Chiaserna, dopo neanche un km si incontra sulla dx una grossa casa forestale bianca da cui parte una strada sterrata (indicazioni sentieri). Proseguire lungo la strada (consigliata auto alta o 4x4) fino al terzo tornante, dove si parcheggia. Reperire quindi una traccia di sentiero che si allontana in falsopiano (non prendere il sentiero bollato di rosso e bianco che sale) e con un lungo traverso si porta al di sotto della parete Sud del Corno. Attenzione una volta che si è in prossimità della parete di non seguire il sentiero principale ma proseguire in salita verso sinistra (ometto, qualche bollo rosso) (20-30minuti).
L1: bel diedro verticale ottimamente spittato (fix+chiodi), passaggio impegnativo in partenza per andare prendere il fondo del diedro al secondo spit (6a/+) e quindi continuità su parete via via più verticale. Al termine del tiro una catena agevola il passaggio di uscita (altrimenti scomodo su terra e ghiaia pericolosa per chi sta sotto). 30m, V+ sostenuto con passi di 6a/+ o A0.
L2: dalla sosta proseguire sulla sinistra della dorsalina rocciosa in direzione di un chiodo rosso, quindi affrontare una placca verticale (passo di 5c) e raggiungere la cengia mediana. Tenersi sulla sinistra della dorsalina rocciosa che si incontra, andando a sostare al di sotto di un canalino (2 ch.) 60m, IV+ con un passo di 5c.
L3: salire il canalino sopra alla sosta fino ad un terrazzino (sosta a fix con catena), quindi proseguire su parete verticale prima verso dx e poi sx fino a raggiungere una bella placca, che si sale obliquando verso dx fino ad uscire dal tetto soprastante. Si prosegue in diagonale verso dx fino a raggiungere un evidente camino (allungare bene le protezioni) che porta ad una piccola conca ghiaiosa (2 fix di sosta). 55m, V-.
L4: scalare la paretina sopra la sosta e poi senza percorso obbligato raggiungere la crestina di fronte che conduce in vetta (sosta su 2 spitroc con cordini viola sotto l’ometto di vetta).
DISCESA. Si prosegue per cresta per un centinaio di metri in direzione dell vetta del Catria. In corrispondenza di un avvallamento appena accennato si scende verso destra per labili tracce il ripido pendio di rocce erbose. Alcuni vecchi segni rossi aiutano l’orientamento. Con ampi zig zag si perde rapidamente quota andando in direzione della sella raggiunta in salita. Si scende un canalino (II grado) e si continua in direzione dell’attacco della via. Se in salita si è fatta la cresta (a.) invece di risalire il pendio che porta alla sella e raggiunge l’attacco, si scende verso sinistra e si entra nel bosco per un sentiero poco evidente con vecchi segni bianci e rossi. Usciti dal bosco si attraversa il pendio erboso del versante Est della cresta percorsa con l’avvicinamento in direzione di una sella erbosa della cresta stessa si raggiunge il sentiero percorso in salita e da qui in breve si ritorna alla strada.
Se invece si è partiti dal tornante della strada sterrata (b.), si ripassa dall’attacco della via e si ripercorre pedissequamente il percorso fatto all’andata.