Note
Storico
1.5Km
3.6Km
3.9Km
4Km
4.4Km
4.6Km
4.8Km
4.9Km
5.4Km
5.7Km
Il Neverending Wall, il muro infinito, è una sezione bassa della parete sud del Cateissard a circa 1000 m di altitudine e rappresenta per tipologia una novità per la Val di Susa.
Esistevano da tempo vie lunghe, ora sono stati tracciati 10 monotiri che sfruttano l’altezza e la particolare conformazione della parete, quasi priva di cenge e riposi . I tiri vanno dai 30 ai 40 metri. Le difficoltà partono dal 6b+ fino all’8a+.
Il sito è adatto a chi ha dimestichezza con vie alpinistiche di media, alta difficoltà. L’arrampicata è tecnica e di resistenza. La roccia è un calcare a tacche molto aderente. L’ambiente è di grande bellezza e in piccolo ricorda le grandi pareti delle dolomiti.
I monotiri sono stati accuratamente ripuliti ma sono nuovi e dunque va posta la dovuta attenzione, il casco è d’obbligo . Consigliata la corda da 80 metri e 24 rinvii.
Le vie sono interamente naturali, in rari casi un po’ di fissante è stato usato per consolidare prese esistenti.
La zona è molto calda, è un’oasi xerotermica , esposta a Sud. Il periodo per scalare sono le mezze stagioni e l’inverno, il sole dura molto a lungo . Anche dopo grandi piogge la parete tende a rimanere asciutta. Nella stagione fredda occorre verificare che la strada che porta Case Trucco sia sgombra da neve. Evitare giornate di vento, può essere molto forte.
La chiodatura dei monotiri è ravvicinata, spesso azzerabile e la pulizia è più accurata, le vie esistenti hanno pulizia più sommaria e chiodatura più esigente spesso obbligatoria.
Avvicinamento
Esistevano da tempo vie lunghe, ora sono stati tracciati 10 monotiri che sfruttano l’altezza e la particolare conformazione della parete, quasi priva di cenge e riposi . I tiri vanno dai 30 ai 40 metri. Le difficoltà partono dal 6b+ fino all’8a+.
Il sito è adatto a chi ha dimestichezza con vie alpinistiche di media, alta difficoltà. L’arrampicata è tecnica e di resistenza. La roccia è un calcare a tacche molto aderente. L’ambiente è di grande bellezza e in piccolo ricorda le grandi pareti delle dolomiti.
I monotiri sono stati accuratamente ripuliti ma sono nuovi e dunque va posta la dovuta attenzione, il casco è d’obbligo . Consigliata la corda da 80 metri e 24 rinvii.
Le vie sono interamente naturali, in rari casi un po’ di fissante è stato usato per consolidare prese esistenti.
La zona è molto calda, è un’oasi xerotermica , esposta a Sud. Il periodo per scalare sono le mezze stagioni e l’inverno, il sole dura molto a lungo . Anche dopo grandi piogge la parete tende a rimanere asciutta. Nella stagione fredda occorre verificare che la strada che porta Case Trucco sia sgombra da neve. Evitare giornate di vento, può essere molto forte.
La chiodatura dei monotiri è ravvicinata, spesso azzerabile e la pulizia è più accurata, le vie esistenti hanno pulizia più sommaria e chiodatura più esigente spesso obbligatoria.
Si raggiunge Bussoleno per la statale che porta a Susa o più velocemente con l’autostrada del Frejus uscendo a Chianocco.
Sisi oltrepassa la ferrovia e si prende la strada che va a Falcemagna, prima asfaltata poi sterrata. Prima di arrivare a Falcemagna si prende a sinistra la deviazione per case Trucco e si lascia l’auto. Attenzione! c’è pochissimo posto, parcheggiare lasciando la possibilità di invertire la marcia. Da qui con un sentiero in falso piano, molto panoramico, si risale la valle e si arriva ad un cippo tondo con indicazioni delle vette, si risale quindi il sentiero del Cateissard fino ad un ometto da dove si scende in breve alla parete 30 minuti dall’auto.
Descrizione
Sisi oltrepassa la ferrovia e si prende la strada che va a Falcemagna, prima asfaltata poi sterrata. Prima di arrivare a Falcemagna si prende a sinistra la deviazione per case Trucco e si lascia l’auto. Attenzione! c’è pochissimo posto, parcheggiare lasciando la possibilità di invertire la marcia. Da qui con un sentiero in falso piano, molto panoramico, si risale la valle e si arriva ad un cippo tondo con indicazioni delle vette, si risale quindi il sentiero del Cateissard fino ad un ometto da dove si scende in breve alla parete 30 minuti dall’auto.
Monotiri nuovi – Casco, doppia serie di rinvii, corda da 80 metri.
- 1 Papito 30m 7a Un po’ alpinistica,stare sulla linea degli spit. .
- 2 Giovani Talenti 38m 7b+ Continuità, tacche e piccoli bombamenti.
- 3 Autobiographie 38m 7c Continuità, tacche, ristabilimenti, uscita insidiosa.
- 4 Troppo vecchio per morire 38m 7c Due boulder selezionano i pretendenti.
- 5 Perseverare è umano 40m 8a Inizio tranquillo, poi trenta metri duri che terminano su unospettacolare muro bianco
- 6 Cateiss Hard 35m 8a+ Partenza non banale e poi dieci metri decisivi e strapiombanti.
- 7 Roka e Moka 36m 7b Il tiro della riscoperta, trofeo ambito, continuità con passi duri finali
- 8 Il Bischero 30m 6b+ Il classico Warm up
- 9 Phuc 35m 7a Il tiro più ripetuto,continuità e passo non banale a vista.
- 10 Mamma Sa 37m 7a + Continuità su tacche e un boulder selettivo che richiede decisione
Vie lunghe esistenti
A la lunadell’altipiano
B Il Risveglio
C Tuono
D L’ultimo grande volo
E Il perdono di satana
F Nic Davi Luc
La storia e il Progetto Neverending Wall.
Una via marginale già esisteva sulla parete, ma è solo nel 1974 che Danilo Galante e Giancarlo Grassi riscoprono questo posto magico e tracciano la Via del Risveglio. Il nome e lo stile richiamano i valori del Nuovo Mattino, movimento teorizzato da Giampiero Motti proprio in quegli anni.
Esiste un legame stretto tra la Val di Susa e la Valle dell’Orco. Grassi valsusino scoprì il Sergent e Danilo Galante era un giovane di Bussoleno. Danilo era visionario e dissacratore, rivoluzionò l’arrampicata in Piemonte con vie come La Fessura della Disperazione al Sergent. Da un falegname di queste parti si era fatto scolpire speciali cunei in legno da incastrare nei tratti off width. Che dire poi di G. Beuchod autore di grandi vie in Valle dell’Orco, che qui tentò una via nuova e realizzò la prima libera del Risveglio.
Dopo un periodo di oblio, un immenso lavoro di grande pregio fecero poi negli anni 90 Gabriele Bar e Claudio Bernardi, tracciando sul Cateissard vie difficili e di notevole intuizione . Fabrizio Droetto liberò in seguito il primo 8a della parete su Nic Davi Luc.
Nel 2014 Marco Croce, Andrea Giorda e Fabrizio Pennicino (Penna) chiodano il primo monotiro Roka e Moka.
Nel 2015 A.Giorda libera Roka e Moka e in parte da solo e in parte aiutato da numerosi amici riprende il progetto di falesia, denominandolo Neverending Wall terminato a gennaio 2016 con Perseverare è umano.
Il progetto Neverending Wall promuove l’arrampicata in Val di Susa privilegiando l’arrampicata naturale, solo in rari casi si è usato del fissante per consolidare prese già esistenti.
Con questo progetto si è data la possibilità a giovani come Fabio Ventre, di 19 anni, di fare esperienza chiodando e liberando Giovani Talenti e a giovani locali affermati di lasciare il segno ; in particolare Carlo Giuliberti ,che ha tracciato e liberato Cateiss Hard 8a+ e Federica Mingolla che ha liberato Perseverare è umano 8a,tracciata da A. Giorda. Entrambi i tiri dai 35 ai 40 metri, sono totalmente naturali!
Un grande grazie a Maurizio Oviglia per i preziosi consigli e per la linea Autobiographie, e al più vecchio l’indomito Ugo Manera, che a 76 anni è stato di grande supporto su Troppo vecchio per morire.
Aldo Tirabeni, uno dei chiodatori della falesia di Bosco in valle dell’Orco è stato di aiuto determinante nell’immenso lavoro di sistemazione e pulizia, pratica non meno preziosa della chiodatura. Mario Ogliengo vecchio amico che vanta molte vie in bassa Val di Susa è tornato da Chamonix contribuendo alla scoperta di un nuovo settore in preparazione. Marco Croce scalatore e abilissimo artigiano ha realizzato con passione la bacheca monumentale e le targhette in legno . Grazie ancora a Giorgio Barilani, Andrea Barone e a Fabrizio Ferrari che mi ha suggerito l’idea e in particolare a Franco Salino che con gli anni non perde la classe e la passione per l’arrampicata e per il Cateissard. Il suo incoraggiamento e sostegno sono stai preziosi nei momenti più difficili.
Grazie per corde e vecchi rinvii da lavoro regalati da amici che hanno creduto in questo progetto : S.Cerutti, M.Filippa, G.Costanzo, F.Ferrari,L.Frola, R.Megna, M.Raymondi, F.Salino
A.G. gennaio 2016
Una via marginale già esisteva sulla parete, ma è solo nel 1974 che Danilo Galante e Giancarlo Grassi riscoprono questo posto magico e tracciano la Via del Risveglio. Il nome e lo stile richiamano i valori del Nuovo Mattino, movimento teorizzato da Giampiero Motti proprio in quegli anni.
Esiste un legame stretto tra la Val di Susa e la Valle dell’Orco. Grassi valsusino scoprì il Sergent e Danilo Galante era un giovane di Bussoleno. Danilo era visionario e dissacratore, rivoluzionò l’arrampicata in Piemonte con vie come La Fessura della Disperazione al Sergent. Da un falegname di queste parti si era fatto scolpire speciali cunei in legno da incastrare nei tratti off width. Che dire poi di G. Beuchod autore di grandi vie in Valle dell’Orco, che qui tentò una via nuova e realizzò la prima libera del Risveglio.
Dopo un periodo di oblio, un immenso lavoro di grande pregio fecero poi negli anni 90 Gabriele Bar e Claudio Bernardi, tracciando sul Cateissard vie difficili e di notevole intuizione . Fabrizio Droetto liberò in seguito il primo 8a della parete su Nic Davi Luc.
Nel 2014 Marco Croce, Andrea Giorda e Fabrizio Pennicino (Penna) chiodano il primo monotiro Roka e Moka.
Nel 2015 A.Giorda libera Roka e Moka e in parte da solo e in parte aiutato da numerosi amici riprende il progetto di falesia, denominandolo Neverending Wall terminato a gennaio 2016 con Perseverare è umano.
Il progetto Neverending Wall promuove l’arrampicata in Val di Susa privilegiando l’arrampicata naturale, solo in rari casi si è usato del fissante per consolidare prese già esistenti.
Con questo progetto si è data la possibilità a giovani come Fabio Ventre, di 19 anni, di fare esperienza chiodando e liberando Giovani Talenti e a giovani locali affermati di lasciare il segno ; in particolare Carlo Giuliberti ,che ha tracciato e liberato Cateiss Hard 8a+ e Federica Mingolla che ha liberato Perseverare è umano 8a,tracciata da A. Giorda. Entrambi i tiri dai 35 ai 40 metri, sono totalmente naturali!
Un grande grazie a Maurizio Oviglia per i preziosi consigli e per la linea Autobiographie, e al più vecchio l’indomito Ugo Manera, che a 76 anni è stato di grande supporto su Troppo vecchio per morire.
Aldo Tirabeni, uno dei chiodatori della falesia di Bosco in valle dell’Orco è stato di aiuto determinante nell’immenso lavoro di sistemazione e pulizia, pratica non meno preziosa della chiodatura. Mario Ogliengo vecchio amico che vanta molte vie in bassa Val di Susa è tornato da Chamonix contribuendo alla scoperta di un nuovo settore in preparazione. Marco Croce scalatore e abilissimo artigiano ha realizzato con passione la bacheca monumentale e le targhette in legno . Grazie ancora a Giorgio Barilani, Andrea Barone e a Fabrizio Ferrari che mi ha suggerito l’idea e in particolare a Franco Salino che con gli anni non perde la classe e la passione per l’arrampicata e per il Cateissard. Il suo incoraggiamento e sostegno sono stai preziosi nei momenti più difficili.
Grazie per corde e vecchi rinvii da lavoro regalati da amici che hanno creduto in questo progetto : S.Cerutti, M.Filippa, G.Costanzo, F.Ferrari,L.Frola, R.Megna, M.Raymondi, F.Salino
A.G. gennaio 2016
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.3 Val Susa, Val Cenischia, Rocciamelone, Val Chisone
- Bibliografia:
- Passaggio a Nod Ovest Versante sud - Un passo verso il cielo Fraternali
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