
Lasciata la macchina, si continua lungo il ciglio destro della strada in direzione Campo Imperatore per qualche decina di metri, fino ad incontrare una traccia, percorsa in auto dai pastori, che attraversa il Piano di Pietranzoni in direzione del Monte Brancastello e delle Torri di Casanova. La traccia corrisponde al sentiero CAI n. 117 o 230 (a seconda dell’edizione della mappa che si possiede). Seguendo la traccia, che diviene via via più stretta fino a diventare sentiero vero e proprio, si prosegue ignorando vari bivi sempre puntando in direzione N-E, fino ad incontrare un ampio fiume di ghiaia, con il monte Faeto dalla parte opposta. Lo si percorre per tracce di sentiero o anche a vista fino ad incontrare una traccia segnata da ometti e vecchi segni rossi o giallo-rossi, con sulla sinistra un vecchio casotto dell’acquedotto, sulla quale si continua per 200 m circa tenendosi a fondo valle, fino ad arrivare in direzione nord fino alla base di un evidente canalino roccioso circondato da pendii erbosi (fin qui 4 km, 45 min circa).
Si nota alla base del canalino un masso con un bollo giallo-rosso e l’indicazione “Torri di Casanova”, che di fatto è l’inizio vero e proprio della via CAI di Penne (quota 1780 m circa, 1h circa dalla partenza). Si imbocca il canalino che si dovrà risalire fino in cresta, dapprima tenendosi più agevolmente sulla destra per pratone, poi percorrendolo alla sua base seguendo ometti e vecchi segni rossi o giallo-rossi, superando facili salti di roccia (I grado). Il canale si fa via via più ripido, finché a quota 2100m si incontra qualche passaggio di II grado. A quota 2200 m circa, dopo aver obliquato leggermente a sinistra, si incontra l’ultimo ostacolo costituito da una paretina alta 8-10 m circa (II grado). Da qui in poi, il percorso torna ad essere meno ripido e ben presto sbuca in cresta intercettando il sentiero del Centenario, a pochi metri dalla scaletta metallica che dà inizio alla breve via ferrata “Gianni Familiari” (quota 2280 m circa, 2 h).
Si percorre la scala e il primo tratto ferrato salendo per qualche decina di metri, finché il cavo si interrompe e si sbuca in corrispondenza di un breve tratto di cresta, che si traversa fino a una seconda scaletta. Superata la scaletta si continua in cresta fino ad incontrare un masso che occorre scavalcare (esposizione su entrambi i lati) e in breve si è sulla prima Torre di Casanova (2330 m).
A questo punto si prosegue in direzione est scendendo dalla parte opposta per 10-15 m circa quasi verticali, aiutandosi con una corda fissa e un cavo di acciaio, quest’ultimo avente inizio un metro circa al di sotto della cresta. Una volta scesi si prosegue per il sentiero del Centenario (ancora qualche facile passaggio di I grado) fino ad incontrare una targa CAI con scritto “Torri di Casanova – 2362 m”, che però è stata posta in corrispondenza della sella tra la seconda e terza Torre. Proseguendo lungo il sentiero per qualche decina di metri si giunge alla base della quarta Torre, la più alta, che si guadagna rapidamente risalendola sulla sinistra (2362 m).
Per la discesa, una volta scesi dalla quarta e ultima Torre, si prosegue brevemente per il sentiero del Centenario: dopo qualche decina di metri ed una curva a destra lo si abbandona per imboccare un ripido sentiero segnato da segni rossi o giallo-rossi e frecce rosse, che scende e ben presto traversa in direzione ovest sotto la quarta Torre. Lo si segue facendo attenzione ai segni, scendendo e traversando sempre in direzione ovest, fin quasi ad intercettare di nuovo la via CAI di Penne, una ventina di metri prima della quale la traccia scende verso i pratoni erbosi dai quali si scende tranquillamente a vista fino alla base del vallone e quindi alla via dell’andata.
In alternativa, si può optare per: (i) seguire la via dell’andata; (ii) raggiungere la Forchetta di Santa Colomba, proseguendo per il sentiero del Centenario fino alla forchetta contrassegnata da un cartello metallico, dalla quale imboccare sulla destra un ripido canale ghiaioso con segni rossi e qualche tratto protetto con cavo metallico, per poi proseguire alla base fino ad intercettare la via dell’andata.
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