La parte finale della salita è stata attrezzata con delle catene per affrontare le roccette ed un canalino, eventualmente può tornare utile imbrago con una longe per assicurarsi.
Casco consigliabile considerato che la zona è frequentata da stambecchi,
Il percorso è abbreviabile utilizzando gli impianti delle Cime Bianche, per poi svolgere l'anello al contrario della descrizione.
Se si vuol partire dalla località Cielo Alto, poco prima di Cervinia si segue una strada asfaltata, due ampi posteggi.
Si può iniziare la gita direttamente da Cervinia paese (posteggio negli ampi piazzali) oppure dalla località Cielo Alto, parcheggio a 2149 m. Si segue il sentiero n.17 per il Bec del Pio Merlo, inizialmente lungo una strada sterrata fino ad incontrare l’antica decauville usata per la costruzione della diga del Lago di Goillet.
Si continua sul sentiero ora via via più ripido che risale un costone erboso, prima di affrontare una sorta di canalone di pietrame, ripido ma facile, fino alla sella sotto il torrione del Pio Merlo 2620 m (per giungere in vetta è consigliabile una corda vista l’esposizione). Presente una croce alla selletta sotto il torrione.
Il sentiero ora prosegue in salita sullo spallone erboso, che oltre diventa una valletta sospesa sotto le due Motte di Pletè occidentale e orientale.
Con alcuni leggeri saliscendi si attraversa l’altopiano, per portarsi a ridosso della pietraia di grossi blocchi, che il sentiero consente di superare agevolmente raggiungendo un intaglio a sinistra della cima della Motte di Pletè Occidentale 2840 m. Si giunge rapidamente sull’ampia spianata erbosa sommitale dove è stata collocata una panchina gigante.
Si prosegue ora in discesa lungo il sentiero n.21, che collega la Motte di Pletè al percorso di salita al Colle Inferiore delle Cime Bianche, raggiungendo il sentiero n.20 a circa 2600 m nel vallone. Continuando senza possibilità di errore verso est si giunge all’intaglio del colle, con a sinistra la Gran Sometta e a destra il roccioso Bec Carrè.
Si scende ora di qualche metro sul versante della Val d’Ayas, lungo la stradina, fino ad incontrare un ometto sulla destra che indica il punto in cui attaccare il pendio del Bec Carrè.
La prima parte si svolge su un pendio di pietrame, che conviene aggirare stando a sinistra dove affiorano terra e sfasciumi, per poi risalire una pietraia biancastra fino a giungere contro la parete rocciosa: qui sulla destra si individuano le prime catene, che consentono di superare una paretina rocciosa comunque ben appigliata anche se un po’ esposta.
Si perviene ad un ripiano detritico, dove si continua a sinistra mirando alla seconda fascia attrezzata: si tratta di un canale di roccia non solida, dove le catene sono poste sulle rocce di destra piuttosto verticali. Richiede comunque attenzione perchè gli appoggi per i piedi sono spesso ricoperti di detrito, evitare sempre di poggiare il piede nel fondo del canale perchè frana tutto.
Terminate le catene un terrazzino in diagonale verso sinistra conduce alla facile cresta ed in pochi istanti si giunge in cima.
Per la discesa, affrontata con cautela nelle catene, è consigliabile proseguire con un giro ad anello: si risale circa 100 m verso il Colle Superiore delle Cime Bianche a circa 3000 m (zona deturpata dagli impianti) e poi tramite il sentiero n.16 che intercetta più volte le piste si arriva alla diga del Lago di Goillet 2516 m.
Da qui rapidamente si fa rientro a Cervinia o a Cielo Alto.