La roccia è decisamente meno cattiva di quello che può sembrare da lontano. I primi due tiri sono poco protetti e poco evidenti (utili friend piccoli e cordini) e si svolgono su placche abbastanza facili, un poco disturbate dall'erba ma generalmente su roccia solida. Gli altri tre tiri sono molto chiodati e salgono per blocchi e diedri di marmo su roccia da controllare ma nel complesso discreta o buona, a volte un po' sporca e vegetale, immagino anche a causa della scarsa frequentazione. Il tiro migliore è l'ultimo, per continuità e qualità della roccia.
Prevedere corde da 60 m e almeno 12-13 rinvii.
Superare il rifugio seguendo sempre la strada marmifera che conduce ai ripetitori in cima al Carchio, ben visibili. Sul primo tornante c'è un bivio a sinistra, ignorarlo e continuare sulla strada che sale a tornanti fino al successivo bivio dove stavolta si prende a sinistra.
In breve si aggira una dorsale, si passa vicino ad una vecchia cabina elettrica e si raggiunge un evidente cippo di marmo di commemorazione della Linea Gotica (Passo della Cardella, passaggio di uno dei vari "Sentieri della Libertà" nell'inverno 1944-45). Qui ci si affaccia sul versante opposto (valle del Serra in Versilia).
Scendere quindi dall'altra parte, con molta attenzione (terreno apuano ripido e delicato, senza tracce né ometti) tenendo la destra faccia a valle. Dopo ca. 50 m di dislivello il terreno si appoggia un pochino e diventa più agevole, continuare verso destra (Sud) reperendo anche vaghe tracce e 2 ometti. In corrispondenza di un grosso albero è situato l'attacco della "Cresta del Kara" (facile via di IV, fix visibili). Continuare a traversare verso la parete Est del Carchio, ora visibile, e traversando abbastanza facilmente una serie di placche appoggiate (I grado) raggiungerne il ghiaione basale.
L'attacco della via è segnalato da un ometto e si trova un poco a sinistra del vertice del ghiaione. Contare almeno 1h dal parcheggio.
L1: il primo fix è molto distante, poco visibile, poco a sinistra di un alberello sulla verticale dell’ometto di attacco. Proseguire circa in verticale, incontrando solo altri 2 fix ravvicinati in un tratto più tecnico, molto più avanti. La sosta è un poco sulla destra, difficile da vedere dal basso (2 fix ognuno con cordoncini). 5b, 55/60 m.
L2: circa in verticale sopra la sosta, fix rari e non sempre facili da avvistare, fino a un tratto più appoggiato oltre il quale si scorge la sosta con 2 fix e cordone. 5a, 50 m
L3: traversare BASSI in orizzontale a destra (non salire verso un fix con piastrina smartellata) e oltrepassare uno spigolo, al di là del quale si seguono i fix ora assai più ravvicinati. Sosta con 2 fix e cordone + maillon e moschettone. 6a, 30 m.
L4: seguire i fix innalzandosi per blocchi e diedrini, vegetazione a volte fastidiosa, fino alla sosta con 2 fix da collegare. 6a, 30/35 m
L5: in obliquo a sinistra e poi più in verticale per diedri, fix molto ravvicinati, si incontra un passaggio di almeno 6b (possibilità di A0 comodo), il resto è sul 5c/6a. Si esce nei resti di cave della sommità, sosta più avanti su 2 fix da collegare. 6b oppure 5c/A0, 35/40 m
Discesa: scendere verso sinistra, in direzione dei ripetitori, e riscendere al Pasquilio per strade di cava. 20-25 minuti.