Si attraversi il soleggiato abitato di Tiglietto (1247 mt, chiesa, due fontane, pilone votivo) e si prosegua lungo la mulattiera che, superati due piloni votivi e una linea elettrica ad alta tensione, si inoltra in un cupo bosco di faggi dapprima in direzione NE, poi SSE, con numerosi saliscendi. Il bel sentiero, un tempo certamente importante e frequentata via di comunicazione con gli alpeggi, è oggi ricoperto in quasi tutte le stagioni da uno spesso strato di fogliame, il quale tuttavia non impedisce di rintracciare il percorso grazie anche all’occasionale aiuto di ometti segnavia e qualche tacca rossa. In questo primo tratto si presti attenzione, sulla DX, alla diramazione che ridiscende in direzione SO verso Peagni, e che al ritorno porterebbe fuori via.
Svoltato oltre un ciglio (45’) il sentiero inizia a guadagnare rapidamente quota con una serie di tornanti. Attraversato il Rio Canaussa (1470 mt) e portatosi sul lato DX (SX orografico) del corso d’acqua, il fondo si fa progressivamente più pietroso, mentre i faggi cedono il posto dapprima a larici, quindi ad arbusti e piante erbacee. Nella stagione calda la folta vegetazione può rendere difficoltoso il transito e l’individuazione del percorso, segnato comunque da frequenti ometti segnavia. Si superano l’Alpe Revedone (1498 mt) e i Cucuei (1587 mt), di cui non restano che modesti ruderi individuabili a fatica sul lato opposto (DX orografico) del vallone.
Dopo aver oltrepassato gli interessanti ricoveri a balma che fiancheggiano il sentiero a 1723 metri di quota (freccia rossa), il percorso compie una lunga svolta a SX (N) e, guadato nuovamente il Rio Canaussa, raggiunge l’Alpe Canaveia (1874 mt, 2H 15’ da Tiglietto), parzialmente crollata ma ancora impiegata come alpeggio per bovini pascolanti “all’abbandono”.
Alle spalle dell’Alpe Canaveia la gradonata rimane abbastanza visibile, sempre marcata da ometti segnavia che è importante individuare sul terreno. Con percorso logico la traccia risale in direzione NE finché la vista di Tiglietto è nascosta dalla rocciosa Costa Cucuei, poi piega in direzione E verso l’intaglio sopra il quale si intuisce facilmente la posizione del Primo Lago di Canaussa (2111 mt, 2H 45’ da Tiglietto). Termina qui il tratto adatto a tutti gli escursionisti ed inizia il percorso riservato ad escursionisti esperti.
Si costeggi su magra traccia la riva SX (DX orografica) del lago cercando di guadagnare quota in modo da entrare nel valloncello che volge a SX (NO) su comoda mulattiera retta da muraglioni di sostegno (se non si individua il passaggio, si risalga il fondo del valloncello ingombro di numerosi ruderi in pietra a secco). In alto a SX, al fondo del valloncello, s’individua l’Alpe Canaussa (1874 mt), che però non si raggiunge: dopo aver attraversato il fondo del valloncello aggirando a debita distanza gli acquitrini, ci si porta all’attacco del ripido canaloncino che risale il versante opposto (NE) con svolte contrassegnate da qualche ometto. Sormontato questo faticoso tratto, in breve, superando un dosso su terreno più facile, si giunge in vista del Secondo Lago di Canaussa (2155 mt, 3H 20’ da Tiglietto).
Per raggiungere il terzo lago, si costeggia nuovamente lo specchio d’acqua sul lato SX (DX orografico) e si affronta il risalto a NE sul quale s’intuisce trovarsi il terzo lago. Nonostante la mappa MU suggerisca di guadare l’emissario e portarsi alla sua DX (SX orografica), in realtà alla sua SX (DX orografica) si trova una discreta traccia contrassegnata da ometti segnavia. In caso di smarrimento della traccia, è anche possibile puntare direttamente ai ruderi di un piccolo edificio (non segnato sulla mappa) che da un certo tratto in avanti si profila all’orizzonte: raggiungendolo per facili prati e rocce piatte si giunge in vista del Terzo Lago di Canaussa (30’, 2213 mt, 4H da Tiglietto).
Il tratto per raggiungere il quarto lago è il più difficile. La cartina MU suggerisce due possibili itinerari, che sono in realtà solo due percorsi transitabili di massima; entrambi presentano tratti del tutto privi di traccia e segnavia; sono pertanto consigliabili solo ad escursionisti molto esperti ed in grado di orientarsi bene sul terreno. Il primo itinerario (A) affronta in progressione i due risalti che separano il terzo dal quarto lago; il secondo itinerario (B) raggiunge invece il Colle della Canaussa (o della Bora Freida) portando subito alla quota del quarto lago, che è poi raggiunto percorrendo un ingegnoso tratto quasi orizzontale.
ITINERARIO A: è alpinisticamente meno suggestivo, ma è relativamente facile e poco pericoloso. Si contorni il lago sul lato DX (SX orografico) scavalcando il facile masso che sembra ostruire il passaggio, e ci si porti alla base del canalone più a DX (SE). Si risalga il canalone improvvisando il percorso, poi si svolti a SX (NE) per percorrere a mezzacosta la cengia che porta poco sotto l’imboccatura del corso d’acqua, che si risale nell’ultimo tratto, guadando infine verso SX (NE) dopo esser giunti in vista di in una torbiera, forse un tempo a sua volta sede di un lago ormai interrato. Si raggiunga il vicino alpeggio visibile in direzione NE, alle cui spalle si ritrova una traccia che conduce alla base delle pendici S della conca (lato opposto alle pendici sopra alle quali s’intuisce trovarsi il quarto lago). La traccia risale la pendice S, mostrando a tratti forte erosione dovuta al passaggio di animali selvatici e da pascolo. Guadagnato il dosso sommitale, lo si risale sempre su traccia discretamente visibile in direzione NO, che poi piega verso NE e dopo breve tratto su prateria in lieve discesa porta alle sponde del Quarto Lago di Canaussa (1H, 2424 mt, 5H da Tiglietto). Dirigendosi a ESE su facile terreno, è anche possibile raggiungere un ulteriore piccolo specchio d’acqua (Quinto Lago di Canaussa).
ITINERARIO B: è alpinisticamente più avvincente, ma si svolge quasi completamente in assenza di traccia e segnavia, su terreni in forte pendenza ed esposti a un dislivello notevole, con qualche passaggio al limite tra l’escursionismo estremo e l’alpinismo di base. Si contorni il Terzo Lago di Canaussa sul lato SX (DX orografico; la cartina MU riporta una croce votiva che in realtà si stenta ad individuare sul terreno) e si attacchi in totale assenza di traccia la salita verso N al Colle della Canaussa (o della Bora Freida), insellatura compresa tra il Monte Canaussa ed i rilievi (privi di nome) a N, chiaramente visibile già dalle sponde del lago. La salita è effettuabile in lunga linea diagonale dapprima su stabile pietraia, poi su pendio erboso in forte pendenza (assolutamente sconsigliato in caso di terreno bagnato o ghiacciato). Giunti al Colle della Bora Freida (2371 mt, 45’), ormai quasi guadagnata la quota del quarto lago, si raggiunge lo specchio d’acqua con un sorprendente e ingegnoso passaggio tra le alture a NE: si imbocchi verso DX (NE) la debole ma visibile traccia di cresta, che porta per pendii misti difficoltosi e un po’ vertiginosi verso il versante Bora Freida, fino ad incontrare alcune facili faglie verticali di roccette. Questo brevissimo passaggio, stabile e con appigli molto sicuri (grado I°), non è però da sottovalutare considerata l’altezza a cui ci si trova rispetto al fondovalle. Subito dopo le difficoltà cessano del tutto: su dosso erboso facilmente praticabile, ci si riporta a DX (SE) sul versante Canaussa, ed in falsopiano in discesa si va ad intercettare la traccia che conclude l’itinerario A. Dopo breve percorso, le sponde del profondo Quarto Lago di Canaussa appaiono all’improvviso suscitando meraviglia (2424 mt, 5H da Tiglietto).
- Cartografia:
- MU edizioni N° 03 (Valchiusella)