
L’attacco è a centro parete, un po’ a dx. della fessura camino dove passa la via (chiodo vecchio alla base). I primi 3 tiri sono quelli della Simon-Wiessner, dopodichè con un tiro di III obliquo a sx. arrivate ad una sosta dove parte la Buhl vera e propria.
Soste con chiodi e clessidre.
Possibile discesa in doppia dalla fine del pilastro.
Dal rifugio si scende nella valletta sottostante passando vicino al lago e si risale, per chiare tracce per ghiaie e roccette il versante opposto aggirando lo zoccolo della Cima Canali sul suo lato sinistro. Si traversa verso destra sulla cengia fino al punto più debole della parete, in fondo alla cengia, caratterizzato da rocce arrampicabili e facili in mezzo a due tetti gialli strapiombanti. Un chiodo una decina di metri sopra la cengia indica l'attacco della via. (0h30 circa dal rifugio)
- L1, III-IV: salire le prime facili rocce fino ad un tratto più verticale, quindi in diagonale verso destra alla sosta su cordone ben visibile alla base di un camino verticale.
- L2, V: dritti per la fessura, superare un passaggio strapiombante e continuare fino alla sosta.
- L3, IV+: salire sopra la sosta a destra per rocce ben ammanigliate, poi rientrare nel camino e seguirlo fino a giungere alla sosta.
- L4, IV: salire facilmente a sx della sosta fino a giungere su una cengetta; qui si notano due diedri: prendere quello di destra fino ad una sosta su terrazzino, sotto ad una parete giallastra.
Fino a questo punto si tratta della via Simon-Wiesser che poi prosegue a sinistra.
Buhl da questo punto salì dritto per la fessura-camino che incide tutto il pilastro che ora ha preso il suo nome. - L5, V+/VI: affrontare la parete giallastra, inizialmente verticalmente sopra la sosta per poi piegare a destra superando uno strapiombo. Continuare per la fessura camino fino alla sosta seguente (3 chiodi visibili dalla sosta).
- L6, VI-/V: a sinistra della sosta superare uno strapiombo (chiodo visibile subito sopra), continuare poi fin sotto un altro strapiombo che viene aggirato a destra; proseguire nel camino fino alla sosta.
- L7, V: continuare nel camino fessura fino alla sosta successiva.
- L8, IV+/V-: dritti per il camino che si sale in spaccata e opposizione con scarse possibilità di protezione, tiro decisamente non banale.
- L9, IV+: seguire il camino che diventa visibilmente più difficile, consigliato uscire dal camino a destra su rocce più facili ma in ampia esposizione raggiungendo poi verso sinistra una grande nicchia all’interno del camino stesso.
- L10, IV/V+: proseguire per il camino, salendo prima la parte destra, quindi, prima di arrivare a una parte strapiombante traversare a sinistra grazie a una provvidenziale cengetta per i piedi fino all’altro lato del camino (visibili chiodi più a destra sotto lo strapiombo che non abbiamo usato), uscire in esposizione e risalire facilmente fino ad un ripiano con sosta giungendo alla cima del pilastro Buhl.
Discesa
la via termina in cima al pilastro Buhl. E’ possibile calarsi in doppia lungo la via (l’opzione non è stata verificata ma è sicuramente la scelta migliore in caso di nebbia o maltempo). In alternativa si utilizza la via normale di salita alla Cima Canali: dall’ultima sosta si nota in alto a destra presso la cresta una scritta rossa “Discesa”.
Si attrezza una sosta su spuntone e si scollina oltre la cresta sul versante opposto: con tre tiri di circa 40-50m, di cui il primo caratterizzato da una piccola discesa e un traverso esposto, si rimane in quota fino a raggiungere una forcella che consente di tornare sul lato opposto: il percorso è indicato da dei bolli rossi, e si svolge su roccia non sempre buona (passaggi di II e III). Al termine di ognuno dei tre tiri è attrezzata una sosta con cordone.
A questo punto ci si può slegare e, sempre seguendo i bolli, si risale per circa 200 m un ampio canalone che conduce ad una selletta vicina alla cima della Canali (attenzione ai sassi mobili). Da qui scendere sul versante opposto per roccette, verso una cresta. Giunti sulla cresta la si segue con saliscendi e tratti in arrampicata, a tratti esposta ma semplice, in direzione sud fino ad un terrazzo con molti ometti. Continuare in discesa, contrassegnata sempre dai bolli rossi fino ad arrivare ad un breve salto in cui si può allestire una breve doppia su cordone in clessidra (posizione esposta).
Si perde quota molto lentamente, in arrampicata e con altre tre doppie (due da 30-40m + l’ultima da 60m) che permettono di affrontare i pezzi più verticali, compiendo ampi giri per cenge e canali, fino al canale terminale formato dalla Figlia della Canali: fondamentale è seguire gli ometti e i bolli ignorando alcune calate su cordini che in realtà portano fuori dal sentiero di discesa.
Faccia a valle si rimane sul lato sinistro del canalone e lo si percorre con tratti di arrampicata + 2 punti da scendere in doppia su soste attrezzate (calate di ~20m , prima della seconda doppia disponibile anche cordone su clessidra per ulteriore doppia, ma evitabile). Si arriva infine ad un ometto tra due canali: prendere quello di destra (faccia a valle) e continuare a scendere (possibile presenza di neve) fino a giungere sul ghiaione basale. Dal ghiaione verso il rifugio per tracce e poi per sentiero in circa 15 minuti.
La discesa richiede circa 3 ore (se non si è abituati a questi terreni può richiedere anche più tempo), ma è complessa e può risultare impegnativa: ricordatevi che siete stanchi e slegati: sconsigliabile in caso di nebbia.
- Bibliografia:
- Guida CAI-TCI
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