Materiale utile: i chiodi citati nella relazione sono in posto; servono nut e friend piccoli e medi e alcune fettucce lunghe.
La via descritta è stata percorsa il 26 novembre 2007 da Andrea Parodi, Giorgio Massone, Mauro Giusto, Ugo Pretelli, Patrizia Malagamba e Franco Di Luca.
dal casello di Arenzano dell’autostrada Genova-Ventimiglia si gira a destra per Cogoleto, si supera il valico della Colletta e si scende verso il mare. Attraversato il Torrente Lerone, si prende a destra la diramazione che sale a Lerca. Da qui si prosegue ancora a destra, sulla stretta rotabile che passa accanto alla Cappella di Sant’Anna. Si continua sulla strada asfaltata per quasi un chilometro, poi si lascia l’auto nei pressi di un serbatoio dell’acquedotto (quota 190 circa).
Avvicinamento:
s’imbocca un sentiero che sale ripido verso nord-ovest (segnavia “due linee rosse”) fino ad incontrare una mulattiera che si segue verso destra. A quota 295 si lascia a sinistra il sentiero della “via diretta” al Monte Rama, segnalato con un cerchio rosso pieno, per continuare a destra lungo la mulattiera che s’inoltra nel Vallone del Rio di Lerca. Tagliando a mezza costa si arriva sotto ai crestoni orientali del Bric Camulà. Si prosegue sulla mulattiera principale fino ad una biforcazione (quota 410 circa; in basso a destra si vede una piccola costruzione di cemento). Qui si abbandona il sentiero segnalato con le due strisce rosse, per salire a sinistra lungo il piccolo rio ingombro di massi (frecce bianche e ometti). Dopo una cinquantina di metri si piega a sinistra e si prosegue per un ripido costone coperto di alberi e cespugli. Si giunge così all’inizio di una vasta pietraia. Si rimonta abbastanza agevolmente la pietraia di grossi blocchi, lasciando a sinistra gli imponenti torrioni del secondo crestone (o “crestone centrale”), puntando dritti (ometti) verso un piccolo spuntone a forma di fungo (fino qui l’avvicinamento è in comune con quello della via dei Geki). Subito prima del “fungo” si gira a destra e in breve si raggiunge l’attacco del quarto crestone (quota 230 circa).
Arrampicata:
1) Si sale un muretto a sinistra dello spigolo (vecchio chiodo in partenza, III+), poi una bella paretina fessurata (IV-, un chiodo) e si continua su cresta facile fino ad un terrazzino (25 m).
2) Si procede su cresta articolata superando due brevi risalti (II e III) e si arriva ai piedi di un torrione verticale (30 m).
3) Il torrione è solcato sulla sinistra da una larga fessura, che si rimonta vincendo un tratto verticale (IV+, un chiodo). Usciti su un terrazzo, si continua per una fessura-diedro articolata (II+) e si guadagna una cengia sul lato sud del torrione (20 m, sosta con chiodo).
4) Si sale prima su placca inclinata (IV, un chiodo), poi per una fessura lievemente strapiombante ma con buone maniglie (passo di IV+, un chiodo) fino a ritornare in cresta (15 m, alberello per la sosta).
5) Si prosegue sulla cresta inclinata (II, III-) fino ad una terrazza con arbusti (30 m).
6) Ancora per cresta facile ma divertente (I e II), fino ad un gruppetto di alberi (40 m).
7) Qui la cresta si divide in due rami: si sale per una decina di metri fra erba e alberi, poi si attacca il ramo di sinistra per un muro rivolto a nord, verticale ma con ottimi appigli (IV). Piegando a destra lungo una fessura obliqua (III) si esce su cresta più facile che porta ad una cengia sempre sul lato nord (30 m, spuntone per la sosta).
8) Si sale un bel muretto articolato (II+) e per una facile crestina si arriva alla base del torrione successivo, solcato da una fessura-diedro (15 m).
9) Si rimonta la fessura-diedro (IV) e, giunti ad un chiodo, si fa un passo a sinistra per portarsi in cresta. Si vince un gradino verticale (passo di IV+), poi per cresta facile si arriva alla base di un torrione (15 m, spuntone).
10) Qui s’incontra la via dei Geki e, seguendola, si sale facilmente ad un chiodo vicino allo spigolo del torrione. All’altezza del chiodo si fa un passo a sinistra (V- esposto) e per rocce articolate si arriva in cima al torrione (10 m, spuntone).
11) Si continua in comune con la via dei Geki. Giunti alla base del torrione successivo, si attacca un poco a destra e si va a prendere una bella lama orizzontale (IV, un chiodo), si fa un passo a sinistra poi si sale dritti su placca compatta (un passo di IV+); si prosegue per rocce più facili (III) e, superando un breve strapiombo (passo di V-, un chiodo), si guadagna la sommità del torrione (30 m).
12) Si percorre una cresta quasi orizzontale, si aggira a sinistra un piccolo spuntone strapiombante e si arriva su un terrazzo (I e II, 30 m). Qui la cresta si esaurisce sul fianco settentrionale del secondo crestone.
Seguendo le frecce bianche si sale facilmente per trenta metri circa fra erba, massi e gradini, poi si piega a sinistra per scalare un muro alto una decina di metri, munito di buoni appigli (III). Si esce così sul secondo crestone che qui diventa discontinuo. Seguendo le frecce bianche si prosegue lungo il crestone con tratti elementari alternati a brevi balze divertenti (II) fino ai piedi di un lastrone fessurato. Qui si presentano due possibilità: si può superare direttamente il lastrone (passo di III+) oppure, scendendo a destra per una cengia, si arriva ai piedi di un diedro squadrato posto sul lato nord, che offre una bella arrampicata atletica (V e IV+) da proteggere con friend piccoli. Continuando per rocce facili si sbuca sul contrafforte sud-est del Bric Camulà a quota 770 circa.
Discesa:
si può scendere direttamente lungo il contrafforte sud-est per tracce, fino ad incontrare il sentiero della “via diretta al Monte Rama”, oppure si può salire a destra per divertenti saltini rocciosi fino in cima al Bric Camulà: dalla vetta un sentierino segnalato con ometti scende verso ovest fino al sentiero della “diretta”.