Vedi It.802 Ardito :A piedi sulle Dolomiti Vol.3 Val di Fassa
Vedi It.35 Husler: Guida alle Ferrate Dolomiti e Brenta
L’Alta via “Bepi Zac” costituisce, assieme all’adiacente alta via Bruno Federspiel, una fantastica opportunità per visitare alcuni dei luoghi dove si svolsero i combattimenti della Prima Guerra Mondiale.
Esiste una certa confusione sullo sviluppo e sulle diffcoltà dell’itinerario, che in effetti è composto da 2 parti ben distinte.
La prima, segnavia 637, parte dal passo le Selle (ove è posto l’omonimo rifugio), raggiungibile da poco sopra il Passo San Pellegrino (parcheggio prima dell’ex albergo dell’Uomo) in circa 1h 30′ (dimezzabile se si utilizza la seggiovia Costabella). Si segue la facile cresta di Costabella, scavalcando alcune cime minori e avendo modo di transitare lungo numerosi manufatti risalenti alla Grande Guerra; i tratti attrezzati sono pochi e piuttosto elementari (F). Subito prima di Forcella Ciadin, termine di questa prima parte, è presente un piccolo museo fotografico (attezione: immagini piuttosto crude) sugli orrori della guerra, ospitato in uno spettacolare foro di un torrione.
Da Forcella del Ciadin è possibile scendere facilmente al Passo di San Pellegrino (esiste anche una discesa intermedia posta tra la Cima di Campagnaccia e quella di Costabella); fin qui 2h 30′ circa.
Dalla Forcella parte il secondo tratto della Bepi Zac, segnavia PO2, che oppone difficoltà maggiori. Dopo una traversata su cengie, affronta una ripida risalita di un canalone (2 tratti attrezzati) per poi sbucare su una larga cresta. Il percorso successivamente attraversa il versante sud della nostra cresta di montagne mediante alcune cengie non assicurate. Memorabile il passaggio sotto la spettacolare Torre California. Nonostante la bellezza del paesaggio, è necessario in questo tratto mantenere alta la concentrazione, in quanto ci si muove su terreno esposto e ricoperto di finissimi detriti; un solo tratto roccioso è assicurato. Si raggiunge così la larga Forcella dell’Uomo ove è presente una baracca in legno residuato della Prima Guerra Mondiale e dove si inizia a scendere un infido canalone detritico, lasciando a sinistra i segnali indicanti la salita normale alla Cima dell’Uomo. A questo punto la quasi totalità degli escursionisti raggiunge il Passo proseguendo la discesa segnalata del canale che dopo un po’ sfocia in un più comodo ghiaione; in realtà l’Alta Via Bepi Zac prosegue a sinistra (quota circa 2780) superando su una passerella uno spigolo (cavi), affrontando alcuni saliscendi non assicurati e sbucando infine su un facile ghiaione che si percorre in orizzontale fino a quando i segnavia non portano a risalire un ripido canale (cavi) che in alto mostra uno spettacolare masso incastrato. A questo punto, a causa di un interruzione del canale, vi è il passaggio chiave di tutta la via, costituito da una paretina di una decina di metri, verticale e molto spesso bagnata; il passaggio si risolve di forza utilizzando il cavo e 3 pioli e comunque non è affatto semplice. Superato questo punto, si passa una spaccatura traversando su pioli e poi si termina la risalita del canale sbucando ad una forcelletta; brevissima discesa per lo più attrezzata e si raggiunge la forcella del Laghet (circa 3 h dalla Forcella del Ciadin, 50′ dalla Forcella dell’Uomo). Da qui su sentiero segnato in 1h 15′ al rifugio Fuchiade e da qui in circa 15′ al parcheggio sottostante, se la mattina, si è lasciata una seconda auto, altrimenti in 45′ nei pressi del Passo San Pellegrino.
- Cartografia:
- Carta Tabacco Val di Fassa
- Bibliografia:
- Ardito:a piedi sulle Dolomiti.Val di Fassa/Husler:Guida alle Ferrate