Da non confondere con l’altra Punta dei Camosci posizionata più a sud, tra la P.ta del Ghiacciaio di Ban e il P.so di Nefelgiù, quotata 2928 m ma non nominata sulle carte.
Si consiglia di effettuare l’escursione in estate avanzata per evitare di trovare ancora valanghe sul percorso.
Sviluppo planimetrico 13,5 Km.
Naturalmente se si vuol compiere l'anello è possibile percorrerlo in senso inverso, anche se nel senso proposto si ha un percorso di salita molto vario e panoramico ed una discesa un po' più monotona ma sbrigativa..
Dal parcheggio ai piedi della diga, si segue o la stradina asfaltata di destra o i sentieri scorciatoia sino a portarsi sul bordo della Diga di Morasco, per poi costeggiarla interamente sul bordo destro (sponda nord), fino alla fine della strada sterrata nei pressi di un alpeggio e della partenza della funivia privata dell’Enel.
Imboccare il sentiero in direzione nord/ovest che risale il costone di rada vegetazione, sino ad un bivio: qui si continua a destra in direzione dell’alpe Battelmatt (il sentiero di sinistra porta ai vari rifugi attorno alla Diga del Sabbion). Colminato il costone si entra nel vasto pianoro di Battelmatt, lo si attraversa seguendo il sentiero per il Passo del Gries (in alto a destra è visibile la cappelletta-bivacco al passo).
Si attraversa il pianoro per poi riprendere a salire molto ripidamente su buon sentiero, che si sposta progressivamente sui pendii erbosi di destra, per poi guadagnare il Passo del Gries 2467 m. Dalla stessa iniziare la dolce salita a sinistra costeggiando la morena del ghiacciaio del Gries (segnavia bianco/rossi) guadagnando poi quota sul fianco nord/est che scende dal Battelmatthorn.
Arrivati ad uno spallone erboso quotato 2672 m, proprio alla base del crestone est della cima, si abbandona il sentiero che prosegue in discesa verso il Rifugio Città di Busto (che verrà percorso in discesa), iniziando a salire per evidenti tracce sul crestone est, ripido ma inizialmente molto semplice. Quando si raggiunge una fascia rocciosa, occorre traversare verso sinistra portandosi al centro del pendio detritico; qui la traccia pur marcata può risultare un po’ aerea e su terreno scosceso, ma in presenza di terreno asciutto non ci sono particolari difficoltà se non il sapersi muovere su terreni friabili, ma non c’è reale esposizione. Dopo un traverso, si riprende a salire più facilmente a serpentine tra sabbia e placche di roccia sporche di detrito, fino a raggiungere la cresta a pochi metri dalla cima (molto esposta sul versante svizzero). Qui seguendone il filo privo di difficoltà o percorrendo le tracce pochi metri sotto sul versante italiano, si raggiunge la panoramica cima.
Discesa: tornare allo spallone erboso segnalato in precedenza, e abbassarsi in direzione sud al Piano dei Camosci utilizzando il sentiero Ernesto Castiglioni (che collegava il rif. Maria Luisa con il rif. Città di Busto), che taglia tutto il versante della montagna. Qui si trovano alcuni tratti attrezzati con robuste catene metalliche, utili più che altro con neve o terreno viscido, altrimenti si scende tranquillamente e non c’è particolare esposizione.
Dalla piana dei Camosci si lascia in alto il Rifugio Città di Busto (volendo in pochi istanti lo si raggiunge) e si segue il sentiero a sinistra in discesa che con varie serpentine conduce all’alpe Battelmatt, ritrovando il sentiero già percorso all’andata. Da qui si rientra alla Diga di Morasco.
- Cartografia:
- C.N.S. Binntal n°1270 Basodino n°1271 (1:25.000)
- Bibliografia:
- Alpi Lepontine Renato Armelloni