
Nei tratti citati è consigliato l’uso di imbrago e longe ed eventualmente, per maggior prudenza, di uno spezzone di corda. Per compiere la traversata in una gita giornaliera, si raggiunge il Colle della Gragliasca da Rosazza con la storica mulattiera e per la discesa dal Monte Camino ad Oropa, nel periodo di apertura, si possono utilizzare gli impianti funiviari, riducendo così la lunghezza del percorso, che resta comunque impegnativo (dislivello m 1750 per uno sviluppo di poco più di 11 Km).
Nella traversata delle creste si segnalano due ambiguità di toponomastica della cartografica ufficiale, che possono essere fuorvianti per la corretta interpretazione del tracciato: Gran Gabe, la prima punta che si incontra provenendo dal colle in direzione sud, era storicamente conosciuta sul versante valligiano biellese come Punta della Gragliasca e così è ancora individuata nella cartografia IGM e CTR; la cartografia più recente, fra cui la carta dei sentieri della Provincia di Biella, colloca invece la Punta della Gragliasca dalla parte opposta del colle (a nord, punta IGM senza nome a m 2397).
Difficile sbagliare diametralmente direzione, ma non si sa mai, meglio saperlo! Più subdola la collocazione cartografica della Punta Lej Long, che seppure poco frequentata, è da sempre riconosciuta come l’importante vetta a nord-ovest della Barma di Oropa, della quale costituisce quasi il gemello, per dimensione, conformazione ed altezza (m 2389), da questa separata da un colletto a quota 2281 che ne evidenzia chiaramente la prominenza topografica del profilo di cresta. Nella cartografia ufficiale (IGM, CTR, Provincia di Biella) la denominazione Lej Long è invece assegnata ad una impercettibile ondulazione della cresta posta più ad est, a quota m 2326, quasi priva di prominenza topografica (appena 20 m).
L’ambiguità toponomastica è fonte di equivoci in tutta la bibliografia dell’Alta Via. L’apposizione da parte della Provincia di Biella (e per essa il C.A.S.B. Consociazione Amici dei Sentieri del Biellese, emanazione del CAI), di una targhetta topografica in corrispondenza del Lej Long cartografico (che in precedenza veniva attraversato inconsapevolmente), non ha fatto che alimentare l’equivoco, cartograficamente veniale ma decisamente ingannevole sotto il profilo escursionistico.
Dal parcheggio a monte dell’abitato di Rosazza, si imbocca la storica mulattiera (costruita alla fine dell’800 per iniziativa del Senatore Federico Rosazza), segnavia E30, che costeggia il Torrente Pragnetta, superando in breve gli abitati di Desate e Case Borioni.
Lungo il percorso si incontrano alcune incisioni su pietra (illustrazioni di leggende della valle), quindi al bivio (per San Giovannino) si sale verso destra, affrontando una serie di tornanti (con bei muri in pietrame a secco) che mantengono una pendenza costante e mai eccessiva.
Nel tratto superiore le uniche attenzioni vanno poste al superamento di una incisione rocciosa, attrezzata con gradini in ferro e corde fisse. Poche centinaia di metri prima del colle (a quota 2050 m) si incontra il bivio del sentiero della valle Irogna (segnavia E39 proveniente da Piedicavallo, alternativa decisamente meno agevole per la stessa Gragliasca). Si raggiunge quindi il Colle a m 2210, dopo poco meno di 7 Km di cammino, incrociando il tracciato dell’Alta Via, che di qui in avanti percorreremo in direzione sud verso il Monte Camino (secondo tronco della terza tappa), seguendo i consueti bollini blu di tutta l’Alta Via, sempre collocati dove servono, ma ormai quasi del tutto sbiaditi.
La cresta si presenta inizialmente larga e piana, ma dopo circa 300 metri si incontra il primo tratto roccioso, costituito da alcuni torrioni di un caratteristico e singolare affioramento calcareo, che si aggirano con alcuni passaggi di facile (1° grado) ma esposta arrampicata, con la protezione delle corde fisse (prudente l’uso di longe ed imbrago) e subito dopo si raggiunge la Punta Gran Gabe (m 2337). Scesi di qualche decina di metri in terreno misto erboso, si torna a salire la facile cresta ed in pochi minuti si raggiunge una modesta elevazione, sulla quale è apposta la targhetta identificativa della Punta Lej Long (m 2326), come si è detto cartograficamente corretta ma ingannevole.
Scesi nuovamente di circa 20 metri, soprattutto in caso di scarsa visibilità (quasi sempre in estate), si potrebbe ragionevolmente ritenere che l’imponente vetta ancora da risalire sia la Balma di Oropa. Si raggiunge invece la cima con gli alti ometti di vetta caratteristici della nota Punta Lej Long (che per chiarezza chiameremo Lej Long topografica o Punta 2389). Dalla vetta inizia la ripidissima ed esposta discesa (attrezzata con corde fisse) di oltre cento metri, che conduce al colletto 2281.
Le difficoltà sono quasi terminate (salvo singoli passaggi sempre ben protetti) e dopo alcune centinaia di metri di saliscendi ci si inerpica verso la Punta della Balma (o Barma) di Oropa a m 2384. Fra le due punte (Lej Long topografica e Barma), corrono 1,4 Km di terreno impervio (un terzo della traversata, che normalmente si percorre in circa un’ora e mezza, da cui l’importanza di non cadere nell’equivoco toponomastico delle vette precedenti).
Da qui si riprende a scendere lungo l’erbosa cresta sud in direzione del Colle della Barma, che non si raggiunge, intercettando invece sulla sinistra il segnavia D22a per il Colle del Camino (m 2312), da cui in pochi minuti si risale al Monte Camino (m 2390). Appena sotto la vetta si incontrano la stazione della cestovia e la Capanna Renata.
La traccia gps allegata evidenzia i dettagli planoaltimetrici dell’itinerario e delle creste attraversate.
- Cartografia:
- I.G.M. 1:25.000 - CTR Piemonte 1: 10.000- Carta dei Sentieri del Biellese della Provincia di Biella
- Bibliografia:
- Alpi Biellesi di Gianni Lanza, Passeggiate sulle Montagne del Biellese, Alta Via ecc. di Corrado Martiner Testa
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