Si trova acqua sul percorso, fontana al villaggio Enel e poi oltre ruscelli vari
Sosta a pagamento 5 euro al giorno, utilizzabili solo monete per il pagamento
Dalla località Bortolotti si sale una ripida strada asfaltata seguendo le varie indicazioni per i Laghi di Aviasco (sentiero 268)e altre mete della zona, si segue il corso della condotta forzata delle centrali idroelettriche fino a raggiungere una baita.
Qui si entra nel bosco percorrendo il bel sentiero a tratti ripido, che dopo alcune svolte affianca nuovamente la condotta, prima di raggiungere una strada sterrata ancora nella fitta pineta.
La si percorre finchè questa non prosegue sulla destra verso un alpeggio (scenderemo poi da qui) continuando invece sul fondo del vallone finchè si arriva di fronte ad una parete che si risale tramite un ripido sentiero prima e poi una sorta di scalinata poi.
Si arriva così alle case della centrale Enel sotto lo sbarramento della Diga del Lago Sucotto. Continuiamo invece dritti, lasciando a sinistra in basso il Lago Resentino, e percorrendo un secondo ripido tratto di sentiero ricavato su una barra rocciosa, anche qui ben gradinato
Superato il tratto ripido si arriva nel pianoro dove è collocata la Capanna Lago Nero 2011 m, proprio sotto lo sbarramento dello stesso. Si prosegue sulla sinistra, alzandosi sopra la Diga del Lago Nero e contornandola fino al termine, quindi si attraversa il successivo sbarramento che chiude il Lago di Aviasco 2070 m.
Attraversatolo si segue il sentiero per il Passo di Aviasco; dopo alcune decine di metri sulla destra su un masso si incontra una scritta di vernice indicante il Monte Cabianca: questo è il percorso diretto, segnalato con bolli di vernice bianca, che conduce in cima per chi non volesse effettuare il giro più lungo dal Passo di Aviasco.
Si continua invece a mezza costa costeggiando il Lago di Aviasco fino a raggiungere il Passo Orientale di Aviasco 2289 m.
Ora si inizia a salire la dorsale di destra, restandone sul filo fino al Monte dei Frati 2500 m.
Seguendo sempre il sentierino e i segnavia bianchi, inizia ora la cresta che con alcuni saliscendi ma sempre ben camminabile e prevalentemente erbosa, porta sotto il Monte Val Rossa 2577 m, rapidissima deviazione.
Si scende ora di qualche metro per sfasciumi aggirando una zona rocciosa della cresta, sempre sul versante sud (lato Valgoglio) giungendo ad una sella posta tra il Monte Val Rossa e l’ormai vicino Cabianca.
Presto si riprende a salire per alcune roccette elementari che portano all’anticima del Cabianca, quindi si apre di fronte il pendio di pietrame solcato da un sentierino che conduce alla cima 2601 m.
Si scende ora alla selletta precedente, per poi seguire in discesa la via normale del Cabianca che prima attraversa una zona di sfasciumi, poi alcuni dossi erbosi coi due piccoli Laghi Valrossa, finchè si incontra il sentiero dell’andata nei pressi del Lago di Aviasco.
Giunti allo sbarramento, anziché attraversarlo come fatto all’andata, si continua sulla sinistra per il sentiero 229 che percorre una cengia rocciosa con vista Lago Nero, e poi via via si sposta a sinistra per entrare nel vallone parallelo dei Laghi Campelli (anche questi sono delle dighe). Si superano alcuni facili tratti attrezzati catene, quindi alcuni saliscendi (più sali che scendi) portano al Lago Campelli Basso, da dove poco oltre ci si affaccia sui sottostanti laghi Cernello e Sucotto. Si scende per un sentiero inizialmente aereo e attrezzato con scalini di cemento e funi corrimano, giungendo velocemente al Lago Cernello 1922 m nei pressi del quale si trova la Baita Cernelli. Continuando con semicerchio in leggera discesa da destra verso sinistra, si aggira dall’alto il Lago Sucotto fino a giungere allo stesso tramite il sentiero 228 che è anche quello che conduce in cima al Monte Madonnino.
Qui si hanno due possibilità: a destra si scende rapidamente alle case dell’Enel ritrovano il sentiero dell’andata, altrimenti si continua dal colletto di sinistra lungo il sentiero 268 che scende nel vallone prativo della Baita di Monte Agnone, senza raggiungerla, intercettando la strada sterrata ignorata all’andata alla quale ci si collega nella parte già percorsa a circa 1500 m. Ora non resta che rientrare dal percorso già noto fino a Bortolotti.