Si parcheggia in prossimità del Rifugio Cauriol (1600 m) e della Malga Sadole dove una sbarra impedisce ai veicoli di proseguire oltre. Proprio sulla parete del Rifugio Cauriol, una freccia indica la via da seguire per la Cima della Busa Alta; si attraversa il torrentello e, seguendo i paletti infissi nel terreno e l’esile traccia, poco visibile in questo primo tratto prativo, si comincia a risalire il fianco della montagna. Si attraversa quasi subito un ruscelletto e si entra nella boscaglia, dove il sentiero si impenna decisamente e la traccia, anche se spesso invasa dalla vegetazione, diviene più marcata; sbirciando tra i varchi concessi dalla vegetazione appare ben visibile tutta la vallata di Sadole. Giunti ad un bivio, si mantiene la destra (sulla roccia, a vernice, indicazione per Busa Alta) e si continua a salire uscendo in breve dal bosco; il panorama si apre verso il fondovalle fiemmazzo incorniciato dalle rocce del Latemar. Sempre per serpentine, ma ora con pendenza un poco meno marcata, si sale per prati, cespugli di rododendro e grossi blocchi di porfido sempre su traccia bene evidente e segnata. A quota 2200 m circa si giunge ad un bivio; a sinistra (senza indicazioni) si va verso la Cima Canzenagol, mentre sulla destra (BA a vernice su un sasso) si prosegue verso la Busa Alta. La traccia si avvicina alle roccette di una bancata rocciosa, entra in una piccola valletta per aggirare una elevazione secondaria e si cominciano ad incontrare le prime tracce di opere belliche; resti di baraccamenti e ricoveri, mentre il sentiero stesso a volte si trasforma in una vera e propria scalinata di pietra. Il panorama è sempre più ampio e, se sulla sinistra domina la Cima Canzenaol (ben visibile il sentierino che porta alla cima!), la destra è occupata dalla vicina cresta del Cardinal (2481 m); superati gli ultimi baraccamenti e resti di trincee, fa capolino una delle croci di vetta (2509 m, h 2 circa dal rifugio). Dalla cima il panorama è straordinario; Cardinal e Cauriol da un lato, imponente e vicinissima la Cima d’Asta e, dal lato opposto, le forme incredibili delle Dolomiti fassane. Dalla cima si percorre a ritroso il cammino fatto fino a ritrovare l’ultimo bivio, imboccando la mulattiera di guerra che sale a zigzag il pendio prativo della Cima Canzenagol fino a portarsi sotto le rocce della cresta. Il percorso (non segnato) non è sempre evidente, la mulattiera in più punti tende a scomparire, ma aiuta qualche raro ometto e, con un poco di attenzione, non si rischia di smarrire la traccia a volte molto esile. Avvicinandosi alle rocce della cresta e ignorata una evidente traccetta che porta alla forcella tra Busa Alta e Canzenaol, si giunge ad un punto in cui il sentierino sembra perdersi del tutto, proseguendo invece verso le rocce si rinvengono i resti gradinati di un comodo sentierino di guerra che permette di giungere in cresta. Qui, lasciatisi alle spalle un primo tratto pianeggiante, si ricomincia a salire la breve piramide erbosa della vetta fino alla rudimentale croce (2486 m, h 1,30 dalla Busa Alta). Anche qui il panorama è amplissimo e spazia dalla Valle di Fiemme alla vicina Cima Cece fino alla retrostante Cima d’Asta.
- Cartografia:
- Carta Tabacco Lagorai