ACCESSO IN AUTO:
più lungo, ma più panoramico:
A) da Torino, Saluzzo, Colle dell’Agnello, Molines-enQueyras, Ville-Vieille, Aiguilles, Abriés, Le Roux, Valpréveyre.
relativamente più corto e scorrevole, ma meno panoramico.
B) Torino, Oulx, Monginevro, Briancon, Cervierés, Col d’Izoard, Arvieux, Chateau Queyras, Ville-Vieille, Aiguilles, Abriés, Le Roux, Valpréveyre.
Casco obbligatorio, molto utile imbrago, longe, qualche moschettone e uno spezzone di corda per eventuale sicurezza. In caso di pioggia fortemente sconsigliata, causa roccia (serpentino) e colatio- terroso-pietroso. Le catene nei tratti più ostici non devono far sottovalutare e banalizzare la salita.
Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio, camping di Valpréveyre (1859 mt.), si attraversa il torrente e si svolta subito a sx (palina indicante col de Bouchet) e si percorre la sx idrografica del torrente citato, prima costeggiandolo, e poi, per un bel sentiero marcato (sempre segni bolli gialli), che con continui saliscendi attraversa un bel bosco di conifere. Si esce su una radura (resti di valanga, alberi abbattuti) la si attraversa, si guada il torrente e si risale su sentiero più ripido un costolone erboso-boschivo, al termine del quale, cessata la pendenza, si perviene al bivio con il Col Malaura (a dx) (indicazione su pietra piatta). Si svolta invece a sx (sempre salendo) per il Col Bouchet, attraversando gli ampi pascoli superiori. Arrivati in linea dell’evidente intaglio del colle, si trova un bivio non segnato: qua non bisogna proseguire sulla traccia (che porta al P.sso Bucie), ma prendere quella di dx, all’inzio parallella, ma che poi sale, decisamente, verso il colle (2630 mt.). Dal colle si scende lato Val Pellice, per una decina di metri e si reperiscono immediatamente sulla sx, scendendo, dei nuovi bolli rossi, da qua inizia la normale italiana.
Per sfasciumi e sabbietta si guadagnao le prime catene (attenzione placche di serpentino) si piega sulla dx e poi con traverso (catena) sulla sx si imbocca il canalone-colatoio di sfasciumi che si sale sulla placche (II+/III-) di dx (salendo) abbondantemente attrezzate da catene. In alternativa si può percorrere il canalone-colatoio (vaghe tracce) solo nel caso non abbiate persone sopra e soprattutto sotto, prestando la massima attenzione a non smuovere pietre, e recuperendo al suo culmine per rocce arrotondate le placche-catene descritte prima. Dalle placche con catene si guadagna un terrazzo erboso e subito dopo un altro canalone per macereto, pietrisco e zolle erbose (sempre bolli rossi) e si perviene al piccolo diedro placca di II+ (catena in loco). Superatolo ci si ritrova sulle belle placconate, non particolarmente ripide, che anticipano la vetta: si attraversano per un bel piccolo intaglio-cengia molto facile, ma esposto, e poi sfruttando le debolezze del sistema delle placche si guadagna in breve l’ampia e aerea vetta.
Discesa dall’itinerario di salita , prestanto massima attenzione a non scaricare pietre e alle numerose placche lisce e un po’ infide.
- Cartografia:
- ICG n.6 1:50000 Monviso Val Pellice Val Varaita