Vagliare sempre la stabilità e sicurezza di appigli e appoggi, è possibile trovare roccia buona ma solo da metà del colatoio finale a salire.
Attrezzatura consigliata: corda da circa 30mt, imbrago, cordini e fettucce, qualche moschettone.
Vivamente consigliato il casco.
La strada si riconosce poichè nell'ultimo gruppo di case del paese bisogna affrontare un tornante molto stretto.
Da qui seguire la strada asfaltata che sale nel bosco, da subito con numerosi tornanti.
Si incontrano, nell'ordine, Gaggio, situato in ampi prati e costituito da numerose baite ben tenute, e successivamente Pian del Prete, dove si scorgono delle case bianche a destra.
Da qui la strada diventa a fondo cementato, a volte stretta e con numerosi avvallamenti per lo scolo delle acque.
Si giunge a prato Isio, situato su un ampio pianoro al limitare della quota delle latifoglie: superate tutte le baite si giunge ad un parcheggio (dove si incrocia il tracciato del sentiero Italia),
e successivamente ad un parcheggio.
Senza l'apposito permesso è vietato proseguire in macchina, ed il successivo alpeggio di Caldenno è raggiungibile in circa mezz'ora.
Con il permesso, si può proseguire fino a Caldenno in auto, su strada sterrata e molto stretta, non sempre è possibile scambiarsi se sopraggiunge un altro veicolo.
Nei pressi dell'alpeggio il fondo diventa molto dissestato.
Superate le varie baite, uno spiazzo permette di lasciare l'auto appena prima del guado di un torrente.
Guadato il torrente (non sempre agevole in periodi di piena), si segue la traccia prima carrabile e successivamente sentiero che rimonta sulla sx idrografica un dosso, giungendo alla conca
che ospita l’alpe palù.
Si sorpassa la baita, tenendosi sulla sx idrografica per non perdere il sentiero, che in crescente pendenza rimonta un secondo dosso, che porta ad un pianoro con grandi massi disseminati.
Da qui, seguire il sentiero bollato per il passo di Caldenno fino ad arrivare in vista dell’evidente colatoio sassoso che divide i corni bruciati dalla cima di Postalesio.
senza via obbligata, rimontare la ganda con pendenza crescente fino alla barriera rocciosa csituata all’inizio di un canale.
Con arrampicata su II grado risalire le rocce, senza via obbligata ma preferibilmente prima sulla sx per poi traverare a dx.
Si giunge alla conca glaciale che ospita quel che resta del ghiacciaio di Postalesio, quasi completamente ricoperto da sassi.
L’attraversamento dello stesso è agevole, e conduce ad un secondo colatoio sassoso, da risalire fino al raggiungimento di un canale (foto 1).
Dapprima senza via obbligata, poi ricercando il passaggio migliore, si risale il canale con passi di arrampicata di II, massimo III (foto 2), su roccia generalmente stabile, ma si consiglia comunque di verificare ogni appiglio.
Giunti su un terrazzino, il canale svolta verso Ovest (sx), dove si devono risalire alcune placche, sempre intorno al II o III grado max (foto3,4), non sempre facilmente proteggibili, ma di roccia via via sempre più sana (foto 3,4).
La placca in foto 4, da vincere con un passaggio tecnico e delicato, rappresenta il passo chiave della salita (III+).
I singoli passaggi di arrampicata non sono mai più lunghi di 10mt, nè verticali, interrotti da terrazzini più o meno comodi.
Prestare attenzione ai sassi mobili all’uscita dei vari passaggi.
Arrivati intorno a quota 3070mt, su un balcone con vista sul ghiacciaietto sottostante, si tiene a dx e si risale l’ultimo salto di sfasciumi che permette di arrivare alla cima, abbastanza spaziosa (foto 5).
In questo punto, come è successo a noi, è possibile confodere la cima con la punta a sx, raggiungibile con facile arrampicata: è una variante interessante e non difficile, che permette di “sbucare” su un’affilata cresta che dà sulla valle di predarossa,
in modo molto più “inaspettato” che dal tracciato (variante blu foto 5).
Da qui, con circa 15mt di cresta facile, si è comunque in cima.
Discesa:
Si scende lungo la via di salita, disarrampicando senza troppe difficoltà ove possibile: lungo la placca “chiave” abbiamo preferito effettuare una doppia da circa 10mt, lasciando il cordino in loco.
In generale è possibile calarsi ove si è arrampicato ma è poco conveniente, poichè gli spuntoni non sempre sono sicuri e la corda rischia molto di impigliarsi.
Itinerario poco frequentato per amanti del "ravanage" e dell'alpinismo classico fuori dalla pazza folla.
Interessante anche il piccolissimo ghiacciaio di Postalesio, che per via delle frequentissime scariche dai canali intorno in breve potrebbe diventare un rock glacier.