Dal parcheggio, imboccata a DX (O-SO) la carrareccia sterrata in salita che sovrasta il parcheggio (tabelloni d’orientamento, breve tratto lastricato) ci si inoltra nel vallone del Bourcet raggiungendo in breve (15’ circa) le vie della palestra di roccia. Le si oltrepassi proseguendo sulla carrareccia fino a raggiungere (35′ da Roure) il tabellone e la palina d’orientamento che segnalano a DX l’attacco della via ferrata, che si raggiunge dopo pochi passi nel bosco.
SALITA
La ferrata inizia con una lunga ed impegnativa placca verticale che mostra immediatamente le caratteristiche salienti della via: gradini ridotti al minimo indispensabile, numerosi passaggi in cui è necessario porre i piedi in aderenza, necessità di una buona forza fisica e doti atletiche.
Segue un lungo e più facile traverso verso DX (E), che si svolge in parte su cenge naturali, il quale reca al ponte tibetano, molto esposto su di un ripidissimo colatoio e caratterizzato da cavi particolarmente laschi.
Senza soluzione di continuità, non appena valicato il ponte si affronta un’impegnativa placca verticale, superata la quale si oltrepassa nuovamente un traverso a DX (E) che si conclude con un pittoresco passaggio attraverso un anfratto naturale. Si giunge così al bel pilastro verticale conclusivo, estremamente esposto ed assai faticoso, salito il quale la via ferrata si chiude con un tratto terminale di misto, che include comunque alcuni sbalzi sempre fisicamente impegnativi (ometti in pietra, palina d’orientamento, 1H 20′ dall’inizio della ferrata se da soli, 2H se in gruppo).
DISCESA
Imboccando il sentiero a SX (O) è possibile scendere verso la carrareccia di fondovalle, poche decine di metri a monte della partenza della via ferrata (marcature rosse, frecce indicatrici). E’ anche possibile ricollegarsi alla vecchia ferrata dello Spigolo Grigio (bollini blu).
Alternativamente, si può proseguire verso gli abitati di Chezalet e Chasteiran per ristorarsi al rifugio Serafin (privato, apertura stagionale). Si imbocchi la traccia di sentiero a DX (E) la quale però dopo pochi passi effettua una brusca svolta a SX (O) in salita (palina indicatrice) per dirigersi verso Ovest, direzione che sarà mantenuta fino all’arrivo a Chezalet. L’itinerario, sempre su traccia, costeggia antichi terrazzamenti in stato d’abbandono e percorre aeree mulattiere di forte suggestione. La traccia, molto debole a tratti (difficoltà: EE), è però facilmente mantenuta in quanto la morfologia del costone roccioso rende molti passaggi pressoché obbligatori. Giunti a Chezalet (30′, fontanella) si risale facilmente a Chasteiran (45′) su ampia carrareccia ed infine su strada asfaltata (per ulteriori dettagli e per il percorso di rientro si consulti l’itinerario per Chaulieres).
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.5 Val Germanasca, Val Chisone. IGC N°1: valli di Susa, Chisone e Germanasca