La via è breve, ma si presta ad essere percorsa in combinazione con il soprastante spigolo della Strapatente, raggiungibile all’uscita con pochi minuti di traversata nel bosco verso sx.
Si ottiene così una combinazione molto omogenea per stile e difficoltà, con una prima parte un po’ affogata nella vegetazione (pilastrino di Ambra) ampiamente compensata, però, dall’ambiente più aereo e panoramico della seconda (spigolo di Strapatente).
Raggiunta la base della parete per mezzo di una traccia nel bosco (tagliato di recente) si sale verso il margine sx della struttura, superando un paio di terrazzamenti. Imboccato un canalino subito prima di un muretto con un vecchio chiodo (scritta “Tiraboschi”) si raggiunge la soprastante cengetta staccata, alla base di un pilastrino (scritta “Robinson” e “Ambra”). la via attacca all’estremità sx della cengetta, alla radice di una lama verticale, dove il pilastrino è inciso da una profonda fessura (1 ch. di sosta da rinforzare con protezioni veloci).
L1 (20m.)
Si sale con movimenti in opposizione all’interno del camino formato dalla lama verticale, fino alla sua sommità (IV; possibilità di friend o eccentrico di generose dimensioni nella fessura che incide il piastrino). Dalla sommità della lama, ci si ristabilisce sul pilastrino, prima a sx della fessura (dove la roccia è più scolpita) e poi a dx della stessa, su esile cornice a sbalzo sulla sosta di partenza (IV; 2 ch. quasi accoppiati, subito a dx della fessura).
Ora è possibile seguire la fessura con arrampicata più atletica (V; eventuali friends o nuts sempre abbastanza grandi, da piazzare eventualmente più in alto, stando in equilibrio su una staffa) oppure aggirare il passaggio un po’ aggettante verso dx, con arrampicata più delicata ma sempre abbastanza sostenuta. In ogni caso, si punta poi a un tettino chiodato, che si mantiene poco a dx della fessura stessa (V; 2 ch.).
Il tettino si supera forzando il passaggio verso sx, sfruttando la fessura che lo incide, e che oltre prosegue verso la sommità del pilastrino (V+; 2 ch., di cui il primo da rinviare prima di forzare il passaggio).
con arrampicata molto esposta, si segue la fessura che poggia verso dx e, con un ultimo breve movimento alla dulfer, si esce alla piatta e alberata sommità del pilastrino (V; 1 vecchia piastrina e 1 cl.; sosta da attrezzare su alberi).
L2 (30m.)
Sopra il pilastrino la parete si frantuma in vari risalti misti a vegetazione, costituiti da blocchi separati da canalini. Il blocco più vicino, però, offre un aereo spigoletto, che si appoggia su una lama staccata a dx del suo filo. Sfruttando il margine della lama con arrampicata elegante ed esterna, si raggiunge un terrazzino alla sua sommità (IV+; eventuale friend o eccentrico di generose dimensioni da piazzare in partenza). Di qui, invece di seguire un invitante diedrino con alberello al fondo del terrazzino (eventuale singolo passaggio di IV da proteggere con nut) si afferra il filo dello spigolo, uscendo verso sx in massima esposizione, con passaggio un po’ atletico ma ben più elegante, che conduce ad un successivo terrazzino sulla sommità del blocco (V; 1 ch. da rinviare subito oltre il filo dello spigolo).
Da qui, se ci si mantiene sempre a sx del filo di un più vago e coricato spigoletto, si superano ancora un paio di risalti di roccia compatta (IV; 2 ch.) dopo i quali s’imbocca una rampa di terra che conduce all’uscita della via, nella fascia di bosco sottostante al settore destro della Strapatente (sosta da attrezzare su alberi).