Il sentiero (sterrata jeeppabile) procede tranquillo e comodo, inerpicandosi sulle pendici del Boletto, fino al Dosso Porcion. Da lì, il sentiero si fa più stretto, meno battuto, con alberi collassati sul sentiero qua e là e, in autunno/inverno, ricoperto da una spessa coltre di foglie che, ogni tanto rende di difficile individuazione il sentiero stesso. In qualsiasi caso, nessuna difficoltà, neanche vaga. Si costeggia il Boletto fino alla fine degli alberi e dei cespugli fino ad incontrare il sentiero che scende dal Boletto stesso. Di fronte, una piccola casa di caccia sopraelevata, verso cui ci si dirige e che si oltrepassa, tenendola sulla destra. A questo punto, si ha di fronte la Bocchetta di Molina.
Alla Bocchetta, si opta per il sentiero che si mantiene orizzontale e si evita il sentiero più in alto (che poi, in qualsiasi caso, si ricongiunge al sentiero più in basso – un inutile spreco di forze, insomma) in direzione del Dosmat. Ad un bivio a metà salita, si svolta a destra, immettendosi sul sentiero che passa sulla destra la cima, salendo sul fianco della suddetta (unico passaggio ripido della escursione, se fatto di primo mattino in inverno si incontra neve e/o ghiaccio – nelle circostanze, non sono state necessari i ramponcini). Una volta finita la rampa, il più è fatto. Più avanti si vede il Bolettone e da lì alla croce è un niente.
Percorso solitario, più interessante e esplorativo della via dal Vicerè, un paio di modesti sali-scendi, utile per allenamento.
A passo blando e poco allenato tempo circa 2.15h (con sosta 2.30h).