Ideale in inverno (esposizione sud), le numerose varianti e le cenge intermedie consentono di costruirsi un itinerario personalizzato, ed eventualmente di smettere prima della fine se si è stufi. La roccia è discreta, in alcuni tratti un po' unta. Sulla struttura sono presenti molte altre vie classiche o a spit, con attrezzatura varia e comunque da controllare, che consentono di completare eventualmente la giornata. Conviene portare il casco, perchè la struttura non è affollatissima ma comunque abbastanza frequentata, ed inoltre le cenge intermendie sono piene di sassi mobili.
Sono possibili come detto numerose varianti, qui si descrive la variante più classica.
La strada va seguita fino ad una curva accentuata nei pressi di uno scolo dell'acqua, da cui parte una traccia tra i rovi (fino qui si uò giungere anche dal cimitero di Laorca, o addirittura da Rancio, sempre percorrendo la stada cementata in direzione E).
La traccia serpeggia tra bosco e ghiaie, e conduce, in breve, alla base del primo risalto della struttura. La via attacca nella parte sx della struttura (targa indicativa e chiodi visibili).
L1: rocce articolate e bel diedro (III e IV) , oppure superare direttamente lo strapiombino sulla dx (chiodi, IV+/-V).
L2: salire in conserva fino al boschetto sopra il primo risalto e traversare a sx.
L3: placca con lame e diedro molto unto, (IV e IV+) evitabile a sx per placca a buchi (III).
L4: facile e breve muretto (III) e poi in conserva su sfasciumi traversando a dx.
L5 ed L6: su belle placche fessurate e ben chiodate (IV+).
L7: giunti alla base della placca bianca occorre portarsi verso sinistra e seguire l’ultimo tiro della via, ben chiodata (V). Da qui in poi per breve cresta fino al canale attrezzato dal quale si scende a valle.
DISCESA
A piedi, guadagnando il canale a sx della struttura (viso a monte) e seguendo la traccia dello stesso fino alla base della parete.