Partenza da Pontedecimo – Piazzale Ghiglione; la traccia parte da Cesino, direzione Via Campomorone, prima salta a dx (indicato Cesino). Da qui si continua in salita asfaltata sino alla Madonna delle Vigne, qui si sale a sx subito dopo scollinamento (pizzeria) e si prende lo sterrato che porta verso Langasco.
Dopo circa 1500 metri ed una salita sterrata ripida e stretta, si arriva ad uno slargo (villetta a sx) in cui ci sono 3 opzioni: a dx discesa verso Mignanego, dritti asfalto verso Langasco.
Tra le due opzioni scegliere il sentiero con tre pallini rossi che porta a Pietralavezzara verso SP5 per il Passo della Bocchetta. Questo sterrato è molto insidioso, bisogno scendere in sicurezza per diversi tratti esposti. Arrivati a Pietralavezzara (SP5) invece di prendere l’asfalto e salire al passo, abbiamo provato la variante Monte Carlo – Cravasco (sentiero 2 / 3 ) dall’altra parte della strada in direzione Ovest. Sentieri abbastanza pedalabile e in alcuni tratti divertente. Si arriva sotto il Monte Carlo (cappelletta) e qui si scende a dx arrivando in zona Martiri eccidio di Cravasco (con la traccia GPX ci siamo spinti – è il caso di dirlo – in cima al Monte Carlo con croce).
A Cravasco si prende a dx la SP6 che, salendo abbastanza dolcemente, porta all’innesto con SP5 per passo della Bocchetta, a cui si arriva in salita abbastanza dolce dopo circa 2 Km. Al passo (mt 772 slm) si prende l’AV a dx e la si percorre per un bel pezzo sino ad arrivare (in discesa) alla deviazione per il B&B della Costa che sempre con bello sterrato porta a Costagiutta.
Qui ci siamo immessi sulla strada asfaltata ma abbiamo deviato subito a dx per Paveto per prendere sterrato che riporta a Pietralavezzara, si ri-imette nella SP5 da cui, questa volta in discesa, siamo arrivati a Langasco, ripreso la costa a sx per tornare con percorso inverso a Madonna dele Vigne – Cesino e quindi Pontedecimo.
La storia (wikipedia) è questa; il 22 marzo 1945 una decina di partigiani della brigata Balilla di Angelo Scala, uccise in un'imboscata nove tedeschi. In risposta a questo, fu ordinata una rappresaglia. Furono prelevati dal carcere di Marassi venti prigionieri politici, cinque dei quali erano ricoverati in infermeria. I prigionieri furono portati a Isoverde: nel tragitto due riuscirono a fuggire. I rimanenti furono condotti a piedi fino a Cravasco, dove vennero fucilati nei pressi del cimitero. Uno di loro, Arrigo Diodati, pur se colpito, si salvò.
Il 5 novembre 1999, venne condannato all'ergastolo dal tribunale militare di Torino il tenente colonnello (Obersturmbannführer) delle SS Siegfried Engel, all'epoca dei fatti Comandante della Polizia di Sicurezza, che diede l'ordine di fucilazione.