Lungo il comodo sentiero 19 si raggiunge il Rifugio Tita Secchi (2367 m), dal quale si procede per terreno morenico verso la base della parete, prendendo come riferimento un grande ghiaione a sinistra del canale Maffei. Lo si risale interamente fino al punto più alto, alla base della parete rossastra incisa da un evidente diedro, ometto (0.25 h dal rifugio, 2 h da Malga Cadino).
- L1: salire la facile rampetta verso sinistra (II) fino alla base del diedro. Attaccarlo direttamente (1 chiodo e 1 friend incastrato) e superarlo con bella arrampicata (IV+) fino ad un riposo. Salire la fessura strapiombante a sinistra piuttosto atletica (V+, 2 chiodi) ed uscire sul ripiano. Proseguire per facili gradoni (II/III) leggermente verso sinistra fino alla sosta alla base di un diedro-camino su due chiodi e cordini con maglia rapida (50 m, IV+/V+ e II/III – 3 chiodi e 1 friend incastrato). Attenzione all’attrito, il tratto di V+ è probabilmente evitabile salendo a destra.
- L2: salire il diedro (2 chiodi) che poi diventa un camino vero e proprio. Scalarlo prima esternamente, poi sulla parete interna quindi uscirne verso sinistra (IV+). Salire un metro e sostare su comodo ripiano. Sosta da attrezzare su spuntone e friend (45 m, IV/IV+ – 4 chiodi).
- L3: salire il breve diedro sopra la sosta (V-) ed uscire sulla cengia detritica. Sosta su spuntone e 1 chiodo uniti da cordini con maglia rapida (10 m, V- – 2 chiodi).
Slegarsi e proseguire per la cengia detritica mediana. Salire fino a una selletta, quindi seguire la cengia a destra fino a un primo canale. Proseguire e doppiare una crestina, quindi salire su percorso non obbligato (I) puntando alla base di un evidente diedro a sinistra del secondo pilastro (dove sale la seconda parte della Via dei diedri). La nostra via attacca circa 5/10 metri più a destra, in corrispondenza di una ‘rampa’ a scaglie (chiodo alla base). Al medesimo punto si può arrivare anche dalla selletta sopracitata proseguendo per la cresta, quindi traversando più in alto.
- L4: salire per lame leggermente verso destra facendo un po’ attenzione alla roccia (IV), quindi doppiare lo spigolo con passo delicato (V) ed uscire su placche. Salirle per bella roccia (IV/IV+, 2 chiodi) fino a raggiungere la base di un bel diedro dove si sosta su un fix con anello e un chiodo (35 m, IV/V – 3 chiodi).
- L5: salire il diedro con bella arrampicata continua (1 chiodo alla base, poi da proteggere). Raggiunto un ripiano sostare su due chiodi bassi con cordino 2 metri a sinistra (20 m, 1 chiodo).
- L6: altro bel tiro. Rientrare nel diedro e salirlo sempre con bell’arrampicata, superando poi uno strapiombetto tenendosi a destra (V+, 2 chiodi). Proseguire per placchette fino a una sosta evitabile (fix con anello e chiodi), quindi rientrare nel diedro e salirlo con piacevole arrampicata (IV/IV+, chiodo). Continuare, quindi superare uno strapiombetto bene presato verso sinistra (IV+) ed uscire su comodo terrazzo dove si sosta su grande spuntone o 2 chiodi bassi (50 m, 3 chiodi e 1 sosta intermedia).
Da qui procedere lungo la panoramica cresta a tratti esposta che conduce con qualche passaggio divertente (I/II) sull’antecima Nord (4/5 h dall’attacco).
DISCESA
Dalla vetta seguendo gli ometti verso Nord su un ampio crestone si va ad intercettare il sentiero per la vetta (bolli rossi). Lo si segue scendendo nel vallone verso il lago della Vacca, senza raggiungere il Passo del Termine, e in un’ora dalla cima si raggiunge il rifugio Tita Secchi, da dove per medesimo percorso dell’avvicinamento si rientra a Malga Cadino (1.30 h dal rifugio).
Prima salita: Fabio Ercolani, G. P. Messa e Marco Preti il 4 luglio 1976