Per l'avvicinamento al Rifugio Aosta, è consigliabile l'utilizzo della mountain bike, per percorrere i 6-7 km di strada lungo la diga di Place Moulin, ed è possibile arrivare 1 km oltre il Rifugio Prarayer.
Tenere presente che il sentiero 10 per il Rifugio Aosta, passa sempre sul versante idrografico destro del vallone (sinistra in salita), non farsi ingannare da indicazioni errate, pena l'impossibilità di attraversare i torrenti.
Salita facilmente abbinabile alla più nota Tete de Valpelline, con circa un'ora di percorso in più.
Dal parcheggio della Diga di Place Moulin, si percorre la strada sterrata sulla destra idrografica del lago omonimo, che con qualche dolce saliscendi porta fino al rifugio Prarayer 2006 m. Si prosegue oltre gli edifici, prima per prati e poi nel rado bosco, fino ad un bivio con tanto di ponte. Seguire sulla sinistra senza attraversarlo, percorrendo il sentiero con il cartello “Pianta Monumentale” (non è presente un cartello per il rifugio Aosta). In breve si raggiunge questo grosso albero, che si supera proseguendo nel lungo e selvaggio vallone, con sentiero a mezzacosta prima e poi sul fondo del vallone stesso, lasciando a destra l’ormai ben ridotta sreccata del ghiacciaio delle Grandes Murailles.
Al termine della prima conca una breve risalita più ripida dà accesso al pianoro morenico superiore, dove si attraversa un ponte portandosi ora sul versante opposto, in direzione del Rifugio visibile in una fascia erbosa sorretta da balze rocciose.
Tra detriti e pietraia si raggiunge la base di questa fascia rocciosa di serpentino. La salita è piacevole su ottima roccia, attrezzata con catene e scalini metallici nei punti più ostici (attenzione in caso di roccia umida o neve) e passando accanto all’impetuoso torrente che scende dalle seraccate sovrastanti, si raggiunge il Rifugio Aosta 2781 m, posto come un nido d’aquila a picco sulla valle.
Il 2° giorno si segue il sentiero che sale dietro il rifugio, inizialmente su terriccio ed erba, poi su terreno più ripido e faticoso, tra roccette e placconate sporche di detrito, ripido ma non esposto. Si lascia sulla destra su un cucuzzolo un pluviometro, entrando in una conca morenica superiore, dove il terreno migliora e le varie tracce di sentiero sono più comode.
Si seguono i numerosi ometti mantenendosi al centro della pietraia di medie dimensioni (nevai a inizio stagione), fino a raggiungere la base del canale roccioso che scende dal Col de la Division. Qui conviene indossare il casco, sopratutto in presenza di altre persone sopra, e con l’aiuto di catene si risalgono le roccette, comunque ben appigliate e non esposte ma sporche di detrito, sbucando al Col de la Division 3314 m.
Si mette piede sul ghiacciaio di Tza de Tzan, dove in base alle condizioni il percorso può variare. Si può risalire più o meno direttamente il ripido pendio (35-40°) non lontano dal filo di cresta, oppure puntando prima a nord, e poi volgendo a destra, per superare un dedalo di seracchi, per portarsi quasi sotto la ripida parete rocciosa della Tète Blanche, conviene non transitare troppo vicino a causa di possibili cadute di pietre.
Si raggiunge l’ampio colle di Valpelline, e anzichè seguire a destra la dorsale glaciale che porta alla Tète de Valpelline, si prosegue a sinistra con un facile traverso per andare a raggiungere in salita la dorsale est della Tète Blanche. Attenzione al superamento dell’unico crepaccio, e quindi si piega decisamente a sinistra percorrendo con percorso a piacimento il facile dosso nevoso, che adduce all’ampia cima contrassegnata da una croce e da un grosso ometto di pietre.
- Cartografia:
- IGC Valpelline (1/30000)
- Bibliografia:
- Guida CAI/TCI Alpi Pennine vol. 2