Dal parcheggio dell’abitato di Eaux Rousses si segue la stradina asfalata che termina nei pressi di un hotel; al tornante precedente si stacca sulla destra il sentiero AV2 – e 8C, che si inoltra subito nel fitto bosco, e con dolci tornanti prende quota; senza possibilità di errore si esce momentaneamente dal bosco in una radura erbosa, con in alto visibile l’Alpe Djouan. Si prosegue sempre sul sentiero che rientra in una seconda fascia boscosa, intercettando il sentiero proveniente da Creton. Poco dopo il bosco termina e si giunge nella stupenda conca con il casotto del PNGP di Orvieille 2168 m (ultima fonte d’acqua sicura).
Da qui si scorge a destra il lungo traverso che il sentiero compie sul pendio erboso sotto le propaggini del Truc Blanc. Seguendo i segnavia del sentiero 8A, inizialmente poco marcato nell’attraversamento di alcuni colatoi detritici, poi più evidente, si raggiunge in lieve salita un colletto a 2350 m, che permette di aggirare il costone entrando nel Vallone di Bioula.
Qui si prosegue lungo l’antica strada di caccia, a tratti in buone condizioni, che traversa ancora fino a portarsi sotto la verticale di un pendio erboso intervallato da due canali di scolo. Il sentiero, anche se inerbito, è abbastanza evidente (ci sono vecchi segni gialli); questo prende a salire con infinite serpentine dalla dolce pendenza, solo in alcuni tratti limitrofi ai canali è di difficile individuazione, ma ritrovarlo è semplice.
A quota 2700 m circa, il sentiero attraversa verso destra il canale al suo inizio, e si affaccia nel grande anfiteatro tra il Truc Blanc e la Punta Bioula a destra. Si seguono ancora i segnavia gialli, che poco dopo terminano a metà di una enorme pietraia. Da qui in avanti ci si deve far aiutare dagli ometti, la pietraia è di grosse dimensioni e generalmente stabile. Si deve attraversare la conca più o meno al centro (a inizio stagione nevai) fino ad una zona in cui i grossi massi lasciano spazio a detriti più fini, da qui è ben visibile il sentiero di fronte che taglia il pendio erboso sotto la Tour di Notre Dame.
Per raggiungerlo occorre risalire un costone di erba e detriti, poi sopra si cammina più comodamente sui resti della strada di caccia, che porta al colletto di quota 2905 sotto la Pointe Forquin. Conviene però, paradossalmente, non di raggiungere il colletto per evitare una seconda fascia di pietraia, ma 200 m prima di questo, guardando in direzione della Bioula, si scorgono degli ometti contro il cielo, che indicano il punto di accesso al vallone seguente.
Li si raggiunge abbastanza comodamente seguendo una traccia tra roccette ed erba. Da qui si prosegue con un traverso abbastanza agevole (salvo brevi canalini da attraversare). Raggiunta la base del canalone di pietrame, non ci si faccia tentare di mantenersi al centro su una vaga traccia, ma reperire il sentiero che prosegue alto su terreno erboso molto più comodo (in questo tratto il sentiero è difficilmente visibile da sotto), e che poi traversa verso destra su una bella traccia tra le pietraia, raggiungendo una balconata rocciosa molto panoramica, a circa 3200 m.
Qui ha inizio il pendio che si origina direttamente dalla cima; inizialmente si continua su un bel sentiero (altri resti della strada di caccia) che compie parecchi zig-zag (non conviene seguire scorciatoie che attraversano faticosamente la pietraia).
A circa 100 m dalla vetta, il sentiero diventa meno marcato e più invaso dalle pietre instabili, comunque per tracce e rari ometti, si arriva sulla cresta sud a sinistra della cima, che da questa angolazione è davvero ardita, un torrione sospeso nel vuoto. Si prosegue lungo la cresta pianeggiante fino ad un salto roccioso, aggirabile facilmente a destra, e poi si passa sul versante est contornando la cima; poco dopo si volge a sinistra, e risalendo alcuni gradoni si giunge in cima (attenzione all’esposizione sul versante Val di Rhemes), con un grosso ometto, una statua della Madonna e un piccolo crocifisso (4-5 ore da Eaux Rousses).
In discesa lungo lo stesso percorso di andata, sicuramente sarà più facile seguire la traccia migliore, e il tratto privo di sentiero sarà limitato alla grossa pietraia di quota 2800 m.
- Cartografia:
- L'Escursionista 1:25000 n.9 Valsavarenche - Gran Paradiso