Occorre quindi buona visibilità e capacità di ricerca del sentiero. Solo dal Passo Pian del Gallo al Colle della Cima c'è il sentiero segnalato da tacche bianco-rosse.
Il periodo migliore è il tardo autunno per avere la vegetazione meno invadente, ma da evitare con innevamento abbondante.
Evidentemente è possibile scegliere uno dei due percorsi e percorrerli in andata e ritorno.
Lasciata l’auto nel parcheggio di Ponte Folle, risalito la strada delle miniere fino al ponte in legno di Codastretta; il sentiero continua a destra dalle baite, sale nel bosco parallelo al torrente. Giunti nei pressi di un piccolo rio, non attraversarlo, ma deviare a sinistra, un piccolo ometto in pietra semi-diroccato, e poi seguire il sentiero che sale con ampie giravolte il pendio boscoso giungendo sulla dorsale. La salita continua spostandosi leggermente sul fianco destro della dorsale, per poi risalire su di essa al termine del bosco.
Ora si sale su terreno aperto, con numerosi tornanti, fino a che si giunge ad una spalla della dorsale, dove poi il sentiero piega ul fianco sinistro in piano, fino ad una costruzione diroccata. Poco prima di essa, si riprende a salire verso destra, riguadagnando la dorsale al di sopra di alcuni affioramenti rocciosi. Si passa adesso sul versante opposto (est), traversando in piano verso la non lontana Alpe Pian del Gallo Inferiore. Poco prima si incontra l’ingresso di una miniera.
Dalla baita si prosegue ancora a mezza costa in salita, per tracce che spesso si perdono, fino alla base di uno sperone di roccia, che si aggira da sopra, raggiungendo l’Alpe Pian del Gallo Superiore. Oltre il sentiero torna più marcato, prosegue in direzione Est risalendo una zona di pietrame proprio sotto il Passo Pian del Gallo, che si raggiunge senza difficoltà.
Ora si prosegue a sinistra, abbassandosi leggermente alla depressione sotto la Cima Biolley, per poi seguire il sentiero che consente la risalita del ripido pendio erboso fino nei pressi di una anticima, dalla quale ci si deve spostare sul versante di Scalaro, per poi guadagnare con un ultimo strappo la cima (piccolo ometto).
Per la discesa si prosegue in direzione ovest, sempre sul filo del crestone ora ampio ed erboso, scendendo al Colle della Cima. Da qui in pochi minuti si raggiunge la tonda sommità della Cima Bracca.
Ritornando al Colle della Cima, ora bisogna scendere nel vallone sottostante, inizialmente le tracce di sentiero sono evidenti anche se molteplici, e conducono nei pressi di una baita isolata. Qui bisogna scendere seguendo le tracce di sinistra, che compiono lunghi traversi sul ripido versante erboso; nel caso si perda la traccia non ci sono passaggi obbligati, si scende liberamente per zolle erbose finchè si incrocia un bel sentiero orizzontale, che va seguito verso destra.
Questo attraversa un rio, e successivamente compie un lungo traverso fino a portarsi al di sopra del pendio erboso costellato di baite, sul versante idrografico destro del vallone. Si scende alle baite mantenendosi al di sopra del torrente, finchè una traccia scende per attraversarlo, quindi si prosegue sulla sponda opposta ritornando al ponte di Codastretta, e da qui all’auto.
- Cartografia:
- MU Edizioni - Carta della Valchiusella