La vetta presenta due cime: la Nord, nodo orografico, e la Sud. Le carte IGC riportano per la cima N la quota 2883 per quella S la quota 2891. La CTR indica invece, rispettivamente, le quote 2883 e 2882. Sulla cima N è posto il triangolino di vetta del CAI di Rivarolo.
Da Rivotti, si raggiungono le case Giordano, ovvero le ultime case verso ovest (non seguire la strada asfaltata che prosegue sulla destra prima del paesino), dove la strada finisce e inizia una bella mulattiera (segnavia bianco/rosso) che si inoltra nel bosco con andamento in lieve salita. Si raggiunge un ripetitore e si prosegue a mezza costa, finchè si riprende a salire raggiungendo la strada sterrata che conduce al Gias Fontane Nuovo (sentiero balcone).
Ci sono due possibilità per arrivare in cima:
1. Vallone di Sagnasse (più lungo ma più segnalato):
Si prosegue lungo la strada ignorando una prima deviazione per l’Alpetta (di qui si passerà in discesa per la Costa Pra Longis oppure se si vuol salire dalla Costa Pra Longis, ma bisogna conoscere il posto).
Con paio di tornanti e un traverso si entra nel bel Vallone Sagnasse, dove nei pressi del Gias dei Signori si trova il cartello indicante Laghi Sagnasse, e il bel sentiero 319 segnalato ottimamente in breve concude ai Gias dei Laghi, appunto in prossimità dei due laghetti. Non si devono raggiungere i laghi, ma dalle baite si prosegue ad ovest (direzione del Barrouard) in lieve salita seguendo i vari ometti di pietre raggiungendo il Gias Giom, bel gruppo di baite ma di difficile individuazione a causa della loro posizione in una conca nascosta, conviene tenersi in alto per dossi per trovarli più facilmente.
A monte del Gias Giom, a fianco del ruscello che precede le baite, si può iniziare a salire sulla destra per il ripido pascolo, toccando successivi ripiani erbosi intervallati da paretine di roccia facilmente aggirabili. In questa zona gli ometti ci sono anche se sparsi e confusionari. Conviene sempre mantenersi sulla sinistra dei pendii salendo parallelamente alla crestona del Barrouard.
A quota 2400 m circa si scorge una traccia che obliqua da sinistra a destra, probabilmente è un punto di accesso alla conca sotto la punta, ma la traccia più evidente continua a sinistra, superando altre bastionate (si passa accanto ad una enorme placca liscia) raggiungendo così l’altopiano sotto la lunga cresta che collega il Barrouard al Piccolo Morion. Il Corno Bianco da qui non si vede. Occorre risalire portandosi in cresta, oppure individuare poco sotto sul pendio erboso una delle vaghe tracce, e iniziare un lunghissimo mezza costa che aggira dal basso tutte le asperità, fino ad svalicare nella valletta dalla quale finalmente si vede la cima Est del Corno Bianco, allungata e spostata verso la Valle Orco. Si risale facilmente al colletto che separa le due punte, di simile altezza; per la Ovest si risale la cresta di rocce ed erba fino in punta, per la Est con percorso a piacere ci si districa sui grossi blocchi accatastati (attenzione perché si muovono anche massi enormi) fino all’ometto di pietre della cima.
2. Costa Pra Longis (più diretto ma praticamente senza traccia, consigliabile a chi conosce la zona).
Al bivio indicante l’Alpetta, si lascia la strada sterrata e si sale sulla destra seguendo il sentiero, che interseca un’altra stradina e poco dopo raggiunge le belle baite. Qui termina il sentiero evidente, occorre andare a intuito seguendo le labili tracce presenti. Si continua a monte degli alpeggi per spazi aperti in direzione del Monte Morion, per poi piegare a sinistra inziando la risalita alla Costa Pra Longis, superando una fascia di rododendri e ontani che rendono faticosa la salita. Raggiunta la dorsale a monte delle asperità rocciose, la si segue più comodamente fino ad una quota di circa 2500 m, poi si intercetta una traccia di sentiero che procede a sinistra a mezza costa (ben sopra le bastionate rocciose), in direzione della cima del Corno Bianco da qui ben visibile. Si tagliano le pendici del Piccolo Morion e si entra nella valletta che proviene dal colletto. Si attraversa una conca pietrosa e si sale al colle per tracce di ripido sentiero nell’erba. Da qui a sinistra per cresta alla cima Ovest, per la Est con percorso a piacere ci si districa sui grossi blocchi accatastati (attenzione perché si muovono anche massi enormi) fino all’ometto di pietre della cima.
Discesa per uno dei due percorsi descritti.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo
- Bibliografia:
- Fra le uje di Lanzo S.Marchisio ed. L'arciere