Note
Storico
700m
1.9Km
1.9Km
2.1Km
2.7Km
3.8Km
7Km
7.4Km
7.6Km
7.6Km
La Bertà rappresenta una vera e propria salita di montagna che oppone tratti di ghiaccio, a volte difficili, e tratti di neve in canale. Il luogo è molto suggestivo e selvaggio, la forra dove scorre la cascata è incassata ma esce nella bellissima conca Uche accoglie il Lago della Bertà, da cui si origina. Il tratto chiave della salita è il secondo salto che, a seconda delle condizioni, può presentare l’uscita ben più difficile del 3+ che viene proposto sul libro “Flussi Ghiacciati”, tant’è che G.C. Grassi valutava la prima parte dell’ascensione TD. In effetti le difficoltà possono raggiungere un grado di difficoltà di 4 o 4+. Si consiglia, considerato il lungo approccio e il notevole sviluppo della salita, di pernottare al Cibrario, dotato di 8 posti aumentabili a una dozzina, provvisto di coperte ma non di stufa, elettricità o gas per cucinare. Si può lasciare la roba superflua al rifugio o alla base del conoide della cascata. La salita deve essere effettuata con scarso innevamento e neve stabile ed è possibile fino almeno agli inizi / metà aprile.
Materiale in posto: nulla
Materiale occorrente: viti da ghiaccio, utili friend dal n°0.3 al n°1 BD e qualche chiodo da roccia
Avvicinamento
Materiale in posto: nulla
Materiale occorrente: viti da ghiaccio, utili friend dal n°0.3 al n°1 BD e qualche chiodo da roccia
L’avvicinamento più agevole è quello tramite il Vallone di Arnas che si raggiunge svoltando a destra in prossimità della centrale idroelettrica subito dopo Usseglio, giungendo alla frazione Castello. Qui, se la sbarra è aperta e la strada (asfaltata) priva di ghiaccio, si può proseguire in auto fino al tornante dove è ubicata l’Alpe Barnas (1500m circa) e dove inizia il sentiero N°120 per il Cibrario oppure andare ancora oltre fino al Pian Sulè, dove poi la strada prosegue a destra diventando sterrata (altra sbarra), e salire i canaloni nevosi a sinistra della cascata di Peraciaval e sotto la direttrice dell’imponente parete delle Prigioni della Lera. Così facendo in 2 ore circa e di buon passo si riesce a raggiungere la base della cascata. Se non si conosce il luogo è però consigliato il sentiero anche se meno diretto. Purtroppo però, nel periodo invernale, spesso la sbarra è chiusa a Castello e quindi bisogna aggiungere 1 ora di marcia. In questo caso conviene allora usufruire del confortevole locale invernale del rifugio che si trova a monte della cascata. Contare 3h30’ / 4h. L’altra alternativa di salita consiste nel partire da Margone seguendo il sentiero N°118 che con un lunghissimo traverso a quota 1950m circa si ricongiunge al N°120 in prossimità della località detta Fontana della Lera. Per il lungo traverso bisogna contare almeno mezzora/40’ e in presenza di neve risulta faticoso. Anche con questa soluzione fino al rifugio bisogna prevedere 3h30’ / 4h di cammino e 1200m di dislivello. Se si è deciso di spezzare la gita pernottando al Cibrario la mattina seguente si scende direttamente nel canalone nevoso dove in estate passa il torrente giungendo in breve alla base della cascata a quota 2500m. 20’ circa.
Descrizione
- L1: si supera il primo salto più o meno in centro spostandosi verso sinistra all’interno del camino di roccia che forma la forra della cascata. Tiro non difficile ma nemmeno banale, 70°. Sosta su ghiaccio oppure con friend e/o chiodi da roccia.
- L2: la lunghezza chiave. Superare il primo muro e portarsi a destra al centro del salto. Un passo aggettante permette di salire su una ripida rampa obliqua a sinistra che porta sotto a un cuneo di roccia scoperto che divide in due il flusso ghiacciato. Qui è possibile piazzare un ottimo friend n°1 BD (attenzione agli attriti). Uscire quindi sul ramo di sinistra vincendo un difficile passaggio in lieve strapiombo di ghiaccio. Poi con difficoltà degradanti si giunge al punto di sosta da allestire su ghiaccio / friend oppure sfruttando un masso incastrato. 80°-90°-80°-90°.
- L3: breve muretto di ghiaccio trasparente e poi canale nevoso fino alla base di un altro più imponente salto. Sosta su ghiaccio.
- L4: superare il salto sulla sinistra. Ghiaccio verticale e trasparente. Scalata fisica all’inizio poi via via più facile fino a ribaltarsi nel canale superiore. Non facile allestire una sosta. 85°-75°
- L5: canale nevoso fino al salto successivo. Sosta su ghiaccio.
- L6: salto di ghiaccio articolato, meno ripido ma più lungo di quanto appaia. Può essere delicato per via della neve che vi si deposita sopra. Usciti si può sostare su ghiaccio alla base di un breve salto. Difficoltà 65°
- L7: breve salto e canale nevoso fino alla base dell’ultima lunghezza. L7 può essere abbinata a L6 ma il secondo deve partire prima di aver fatto sosta.
- L8: ultimo salto non difficile ma ancora su ghiaccio fino ad uscire in prossimità del lago quota 2770m. 65°-70°
Discesa: salire brevemente la sponda del lago verso destra (faccia a monte). Traversare fino a portarsi all’incirca sopra al rifugio reperendo l’unico canale largo, evidente e nevoso che permette di divallare fin poco sotto al Cibrario. Non provare a scendere dai canali prima, dei quali non si vede lo sbocco, perché finiscono sulla bastionata.
S. Gianinetto, P. Perona ; 14/02/1982
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