Tutti gli spit sono nuovissimi; soste con spit e maillon...peccato che gli spit siano collegati con spezzone di corda che comincia gia' a dare segni di invecchiamento: se proprio vogliamo fare una critica si poteva risparmiare qualche spit e mettere qualche catena in sosta!
In generale e' una facile arrampicata di placca, su buon granito molto rugoso, solo un po' sporco di licheni e di cuscini erbosi, ma basta farci un po' di attenzione: le alternative (scagliette, conchette, piccole tacche ecc ci sono sempre!)
Ottima a mio avviso per iniziare a prendere confidenza con le vie di montagna: facile, ma gia' ad una quota discreta, con tutte le attenzioni "climatiche" connesse; ambiente spettacolare; vista mozzafiato sul piccolo ghiacciaio che sovrasta la comba; anche l'avvicinamento contribuisce a farsi un po' le ossa: la pietraia e' davvero infida!
Qui si puo' andare direttamente verso il Monte Berlon incamminandosi verso N su un ripido sentiero che risale un costone, per arrivare all'alpe Chardonney. Da li' si provede sul pianoro verso il fondo della comba (comba di Vert Tzan), fino ad individuare sulla sx (dx orografica) un canalone la cui cresta di dx (rispetto all'osservatore) termina con un caratteristico sperone il cui lato interno al canale e' nero, mentre quello esteno e' nocciola.
In alternativa, da Berrier, si traversa a sx (direz W) con salita finale al rifugio Crete Seche per il pernottamento, e da qui poi si traversa nuovamente verso NEN costeggiando la spalla E del monte Crete Seche, fino a reimmettersi nella comba di Vert Tzen.
In ogni caso, arrivati al canale, si risale la faticosa pietraia (attenzione: massi molto instabili!) fino ad arrivare quasi alla fine, e sulla dx salendo si individuano gli spit, prima di Lupin III, poi di La fessura della castagna.
L1: 4, placca, che poi si appoggia, in alcuni punti un po’ scivolosa per i licheni
L2: 4+, placca con qualche gradino e un tetto facile (spostarsi a sx dove il tetto e’ piu’ sottile e si riesce ad afferrare un buon appiglio sopra il tetto a dx, poi piede dx in appoggio su una scaglia sullo spigolo…okkio all’uscita col piede sx, a causa dei licheni)
L3: 5, fessura subito all’inizio, di per se’ semplice, ma delicata, soprattutto perche’ alcune lame sembrano un po’ instabile ed e’ meglio evitarle, anche se sembrano cosi’ invitanti per mani e piedi; superata la fessura si abbatte su placca
L4 e L5: 4° due tiri di placca uniforme, facili ma esteticamente molto belli; anche qui occhio ai licheni in alcuni punti, e ai cuscini erbosi. Attenzione anche a non farsi portare fuori via dagli spit della adiacente Lupin III, altrimenti si salta la sosta di L5 ma non si riesce ad arrivare, se non di conserva, alla sosta finale di questa’ultima
L6: 3°, tiro finale, con arrivo sulla affilata crestina quasi orizzontale dello sperone del Monte Berlon: la vista al di la’, in una piccola valletta glaciale, ripaga in anticipo di tutti gli improperi che “esternerete” sul ritorno giu’ dalla pietraia
discesa
con doppie sulla via (necessarie due corde da 50 ed eventualmente qualche cordino di abbandono), o una doppia nel canalone alle spalle della crestina.
- Cartografia:
- IGC n° 5 (1:50000)
- Bibliografia:
- Arrampicare a Crete Seche