





E’ una bella escursione, sicuramente impegnativa ed appagante, da intraprendere solo se in buone condizioni di forma.
Consigliata la discesa sul versante opposto per dare ancora una maggior varietà al tutto.
Ad Arnouvaz raggiungere il bar-ristorante Chalet du Ferret dove si imbocca (paline indicatrici) il sentiero TMB in direzione del Rifugio Bonatti.
Lo si segue in salita e in breve si arriva all’alpeggio di Arnouvaz du meiten, dove al bivio (cippo con cartelli gialli) occorre abbandonare il TMB e prendere il ramo che punta alla forra del Vallone de la Belle Combe (sinistra salendo) e dove, indicato da un cartello di avvertimento, inizia il sentiero 26.
Il sentiero va via in leggera discesa, in breve iniziano i tratti attrezzati con fune che aiutano dove il sentiero è franato.
Terminato il tratto esposto si entra nel vallone ormai a pari quota col torrente ed il sentiero scompare; attraversare allora il torrente e costeggiarlo in piano sul suo lato destro passando vicino alla roccia rossa della sorgente ferruginosa.
Percorso e torrente adesso piegano verso destra, ci si trova davanti un promontorio roccioso con torrente che discende che occorre risalire magari stando nel canale e fiancheggiando il torrente: si arriva così ad un primo pianoro.
Dal pianoro risalire ora, su sfasciumi franosi ed instabili, il ripido pendio fino a scavalcare un dosso oltre il quale si trova il Lago de la Belle Combe, con la cresta spartiacque proprio sulla testa e al di sotto della quale si vedono solo ripidi pendii detritici e fasce rocciose.
La loro salita non è agevole, conviene allora puntare alla punta, non esattamente individuata sulla cartografia ma con quota indicata dall’altimetro intorno a 2880-2890 m, che si può raggiungere risalendo prima facili dossi e poi un ripido pendio di sfasciumi.
Provenendo dai dossi conviene attraversare tutto il pendio che scende dal colletto sovrastante anziché risalire direttamente lungo le roccette (terreno ripido e franoso) o sulle roccette stesse (troppo friabili).
Dalla vetta si può ritornare per lo stesso percorso di salita oppure scendere sull’opposto versante di Malatrà.
Questa discesa è forse più agevole, in quanto il pendio, seppur molto ripido, è erboso e costeggia un canalone di sassi e detriti per il quale si raggiunge l’Alta Via 1 che, raggiunto il Colle di Malatrà, scende per il vallone omonimo e passando per il Rifugio Bonatti riporta a fondo valle a Lavachey.
In alternativa, arrivati agli alpeggi di Giuè superiore e senza passare dal Bonatti, si può scendere a fondo valle in località La Remisa.
- Cartografia:
- Carta L’Escursionista, Fg. 1 Monte Bianco-Courmayeur, scala 1:25000
- Bibliografia:
- A. Giorgetta, Valdigne, gli itinerari escursionistici, Zanichelli editore
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