Dal piazzale si sale lungo la ripida strada asfaltata che porta all’albergo ristorante Alpe Noveis e dopo una cinquantina di metri, in corrispondenza di un tornante, la si lascia per prendere, sulla sinistra, uno sterrato pianeggiante (indicazione per alpi Gorei, Buggie e Farina) che porta in cinque minuti alla Bocchetta di Noveis.
In corrispondenza di una fontana si abbandona la strada sterrata per prendere, sulla sinistra, il sentiero che in pochi passi vi porterà nei pressi di una costruzione dove si ignorerà il sentiero verso sinistra, dal quale si rientrerà, per prendere il segnavia G7 e seguire l’indicazione “Monte Gemevola” che sale a fianco della costruzione.
La salita si farà subito ripida per poi farsi meno erta e, con una serie di tornanti, vi porterà alla Bocchetta di Cornabecco dove si incontreranno cartelli segnaletici e segnavia su masso.
Si abbandona momentaneamente il segnavia G7 per prendere, sulla destra, l’indicazione per il monte Gemevola la cui croce è ben visibile.
La salita a questa prima vetta va presa con le giuste attenzioni perchè alterna tratti di semplice sentiero a salita sulle rocce dove bisognerà aiutarsi anche con le mani, da evitare in presenza di ghiaccio e neve.
Giunti alla croce si potrà lasciare un messaggio sul diario di vetta e si noterà che la punta è bifida (Cornabecco), la salita alla quota 1587 è consigliata ad escursionisti esperti.
Si scende per la stessa strada per tornare alla Bocchetta di Cornabecco e riprendere, a destra, il segnavia G7. Si procede ora, per traversi in direzione ovest, nell’alto vallone del Rio Cavallero in un ambiente selvaggio ed alpino.
Dopo aver attraversato alcune facili roccette, attrezzate con catena, con una placca inclinata, si attacca un canale erboso e si raggiunge la Sella della Scaffa. Il sentiero prosegue in leggera discesa per alcuni metri entrando nel versante Vialengo e poi sale raggiungendo prima la caratteristica Fontana dei Cacciatori e poi la Bocchetta di Pissavacca. Dalla Bocchetta si può raggiungere in pochi minuti la cima omonima (m.1659), da dove si ammira, verso sud-est, l’imponente versante nord del Monte Gemevola o Cornabecco e la sua aerea cresta.
Lasciata la sella, si prosegue lungo il sentiero che, seppure evidente, richiede una certa attenzione per la ripidezza del versante che si attraversa. Il tratto più esposto è attrezzato con catene.
Si raggiunge, presso la piazzola di atterraggio dell’elicottero e non lontano dal rifugio C.A.I. Valsessera, l’incrocio con il sentiero G8 che si dovrà seguire per giungere in vetta al Monte Barone.
Si risale faticosamente il ripido pendio erboso guadagnando la cresta sommitale e si volge a sinistra dopo l’incrocio col sentiero proveniente da Roncole di Postua (segnavia su masso) proseguendo sull’ampia dorsale erbosa in direzione della cima. La china si fa più erta e si guadagna rapidamente quota, quando il crinale si restringe un po’ la pendenza diventa più moderata e la via si insinua fra roccette fino ai ripidi pendii terminali che , con strette svolte e una diagonale, portano alla bellissima rosa dei venti con diario di vetta a pochi passi dalla croce da dove si gode uno dei migliori panorami del biellese per la posizione isolata e la quota modesta delle cime circostanti.
Per il rientro si segue la stessa strada fino al rifugio C.A.I. e poi si prosegue lungo il segnavia G8 ignorando la svolta verso il bivacco Ranzola, dopo alcuni tornanti e saliscedi si arriva al tratto denominato “Scarpie” che si supera con una scalinata di roccia che nei tratti più esposti è protetta da corde fisse e mancorrenti in ferro. il sentiero prosegue in moderata pendenza su di un panoramico crinale tra basse conifere e affioramenti rocciosi e poi, con alcuni tornanti ci porta al rifugio “la Ciota” recentemente e ottimamente ristrutturato con una nuova gestione.
Lasciato il rifugio si segue il segnavia G1 verso le “Piane” che con alcuni tornanti ed una diagonale in cui si trova una fontana ci porta, con una mulattiera ottimamente selciata, a vedere l’indicazione per la palestra di roccia “la Oliva” e, più a valle al guado del rio Cavallero (un’aerea passerella in ferro facilita il passaggio nei periodi di maggior portata).
Da qui la mulattiera prosegue fino alla località “Piane” in cui si incontra la strada asfaltata seguita in automobile per giungere al parcheggio, la si segue per pochi metri verso la chiesetta prima della quale si imbocca, sulla sinistra il sentiero G4, parte della Grande traversata del Biellese, che sale subito ripido fino ad incontrare il bivio con il segnavia G4a che ci porterebbe nuovamente alla Bocchetta di Cornabecco.
Si segue, invece, a destra, l’indicazione verso la bocchetta di Noveis e si prosegue quasi in piano. Lungo il percorso si potranno incontrare alcuni cartelli esplicativi e la costruzione “la Balma” usata un tempo dai cacciatori.
Si prosegue quindi fino alla Bocchetta di Noveis dove si riprenderà la strada sterrata che in pochi minuti ci porterà al parcheggio.