
Risalita la Val Borbera lungo la strada provinciale SP 140, si giunge (km. 15,600) al piazzale antistante la stele di Pertuso (mt. 376), monumento che ricorda il sacrificio dei partigiani della Divisione Pinan Cichero durante il periodo della Resistenza, dove si può parcheggiare. Lasciata l’auto si torna indietro sulla provinciale verso valle per circa 250 metri, fino a trovare sulla destra un piccolo impluvio sulla parete di roccia;” (segnavia bianco rossi evidenti) “abbandonato l’asfalto il sentiero si inerpica sul ripido costone piegando a sinistra in modo da sovrastare la strada; poco dopo si gira a destra salendo decisamente lungo la linea di cresta notando quasi subito delle “buche”, dove si riparavano i partigiani durante la battaglia di Pertuso. Si risale faticosamente la lunga e aspra Costa Camisola, tra isolate piante di roverella (Quercus pubescens) e radi cespugli di biancospino (Crataegus monogyna) e ginepro (Juniperus comunis), seguendo l’esile traccia marcata dai segnavia bianco-rossi e dai classici “ometti” di pietre. Durante le necessarie soste si possono ammirare le vedute panoramiche che, sempre più ampie, ci mostrano i rilievi della Val Borbera e le sottostanti Strette di Pertuso, accompagnati dal profumo del timo (Thymus vulgaris) che predomina in quest’area. Superato un tratto esposto sulla puddinga, tipica formazione rocciosa della zona, si entra in un boschetto di orniello (Fraxinus ornus) e carpino nero (Ostrya carpinifolia), giungendo sulla sommità della Costa Camisola (mt. 847); qui si svolta a sinistra, scendendo in breve alla sottostante carrareccia, dove il percorso termina all’incrocio con il sentiero 208 (…)”. Qui si devia a destra: “il sentiero si allarga e gira attorno alla vetta del Monte Gavasa (mt. 911), raggiungibile con una breve deviazione, quindi si inoltra in un ambiente caratterizzato da boschi di latifoglie dominati dal castagno. Poco prima di giungere alla meta, sulla destra del sentiero si apre una ‘finestra’ che mostra ancora una volta uno scorcio paesaggistico che cattura l’attenzione dell’escursionista; proseguendo si giunge al Monte Barillaro (mt. 804), contraddistinto dalla caratteristica formazione rocciosa di questa parte della Val Borbera”.
Ritorno fino al bivio 208-209. Qui, invece di ritornare verso la Costa Camisola, si prosegue a destra fino alla chiesetta della Madonna di Rivarossa, quindi in breve alla radura omonima dove sorge il Bivacco Alda e Carlo Martesotti, infine per bosco di latifoglie fino a Baracche dove, per asfalto, si ritorna alla macchina.
- Cartografia:
- Valli Borbera e Spinti 1:50000
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